Il salmo responsoriale (ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà), il canto al vangelo (abbiamo trovato il Messia) e il canto della comunione (hai preparato una mensa), vogliono essere l’espressione della nostra gioia nella contemplazione di queste divine realtà.
Samuele è una figura chiave nella storia del popolo di Dio: vive e disimpegna il suo compito di guida nel passaggio tra il periodo dei giudici e quello dei re, dalla tenda del deserto al tempio di Salomone.
Paolo guida la comunità di Corinto nella formazione della ecclesia: la Chiesa che è in Corinto.
Giovanni ci introduce nella sequela di Cristo, nella nuova famiglia dei figli di Dio.
Gesù, agnello di Dio. Stupendo e meraviglioso il vangelo di oggi. Stupendo per la profondità del mistero: Gesù, agnello di Dio, Gesù maestro, Gesù il Messia, aspettato da secoli. Meraviglioso per la vivacità del triplice episodio: l’incontro con il Battista, l’incontro con Giovanni e Andrea, l’incontro con Simone, chiamato Pietro.
Gesù venuto dalla lontana Galilea, dopo più di 100 km., si presenta in incognito per essere battezzato; ma Giovanni Battista lo riconosce e durante il battesimo il Padre e lo Spirito Santo rivelano la sua identità.
Gesù, dopo quaranta giorni passati nel deserto, scende al giordano una seconda volta, sempre in incognito, in mezzo alla folla; ma Giovanni il Battista lo rivela alla folla con un grido: Guardate, ecco l’agnello di Dio, che toglie il peccato dal mondo. E il pensiero della folla correva all’agnello sacrificato ogni pasqua, in memoria della liberazione dalla schiavitù, anzi ogni giorno assistevano nel tempio al sacrificio degli agnelli. Isaia, sei secoli prima, alludendo alla passione di Gesù, aveva profetato che il Messia sarebbe stato sacrificato come un agnello senza macchia per liberare l’umanità da ogni schiavitù: peccato, corruzione, ingiustizia e violenza. Ed è il richiamo di Paolo ai cittadini di Corinto, sinonimo di pornografia e di prostituzione.
E dopo un giorno Gesù ricompare per la terza volta al giordano e il Battista, fissando lo sguardo su Gesù che passava, lo indica ai suoi due discepoli, Giovanni e andrea, dicendo ancora: Guardate, è lui l’agnello di Dio, e i due discepoli, fiduciosi nella parola di Giovanni, avvicinano lo sconosciuto rabbi. Un incontro eccezionale, indimenticabile, tanto da indicarne l’ora precisa: era l’ora decima, le quattro del pomeriggio. Un’ora molto tarda per gli ebrei. Ma per i due discepoli, affascinati dallo sguardo e dal suo invito – venite e vedrete – seguono Gesù e si intrattengono con lui per tutto il resto del giorno ed anche oltre, sotto qualche tenda di pellegrini o capanna di pastori o qualche discreta trattoria. Non era tanto l’abitazione il motivo della loro richiesta – Rabbì dove dimori? – ma conoscere chi era lo sconosciuto maestro. Andarono, dunque, e videro.
Andrea incontrò per primo Simone suo fratello ed esclamò: Abbiamo visto il Messia, il Cristo, e lo condusse da Gesù.
Giovanni Battista, fissando il suo sguardo su Gesù, aveva detto: è lui l’agnello di Dio; Gesù fissando lo sguardo su Simone gli disse: Simone ti chiamerai Cefa cioè pietra. Uno sguardo di predilezione e l’imposizione di un nome nuovo, che stravolgono la vita del povero pescatore e lo fanno fondamento della chiesa. Così come l’invito e il prolungato colloquio aveva cambiato dei pescatori Andrea e Giovanni.
Nella prima lettera ai Corinzi Paolo è alle prese con questioni eminentemente pratiche, postegli da una comunità assai viva e nelle stesso un po’ turbolenta. Si tratta della prima comunità nata in terra europea, una città di affari, concreta, e Paolo scrive perciò con estrema chiarezza. Città cosmopolita con governatore e guarnigione, contava con due porti, un sull’Egeo e uno sullo Ionio; contava con quasi mezzo milione di abitanti di tutte le razze. Superstizione, scostumatezze, prostituzione, vero luogo di tutto ciò che fermentava nel mondo pagano, alla ricerca di tutto ciò che poteva accontentare; gente svelta di parole e di pensiero, cinica in campo morale, scettica nell’animo. Paolo vi rimane due anni e in quell’ambiente vuole impiantare una Chiesa su base solida e chiara, la Chiesa di dio che è in Corinto. Il termine ecclesia aveva un senso speciale nelle orecchie della gente greca. Ecclesia nelle democrazie greche indicava la riunione di abitanti di ogni città e stato, ma solo di quelli che avevano pieni diritti di cittadinanza. La nuova comunità ha quindi pienezza di diritti nel popolo di Dio, sulla linea di quella del popolo ebraico. Il cristiano diventa membro di una nuova grande famiglia: ecclesia di santi chiamati, famiglia che si propone alla salvezza del mondo.










