Attorno alla Parola: XXVII Domenica Anno B

Pubblicato in Domenica Missionaria
{mosimage}Con il simpaticissimo Marco, l’evangelista di quest’anno, nelle ultime domeniche estive, abbiamo seguito Gesù nel suo viaggio missionario attraverso la Decapoli, le dieci città pagane della lega nord nella Transgiordania.

Poi Gesù decisamente discese verso Gerusalemme, dove l’attendevano i giorni della Passione. E ben lo sapeva, l’aveva per tre volte annunciato ai discepoli: mi crocifiggeranno, ma risorgerò.

Nel viaggio volle fare una sosta nella sua seconda patria, Cafarnao e là denunciò le dure conseguenze per chi dà scandalo: mutilazione, affogamento e inferno, il fuoco eterno.

Amara la constatazione nel veder come lo scandalo sia oggi tanto enfatizzato dai mas media.


Raggiunta la Giudea, i farisei tentano di cogliere in fallo Gesù con una discussione sul divorzio. Dopo averli confusi Gesù entrò in casa, precisa quasi simbolicamente Marco, e ai suoi discepoli riaffermò i valori del matrimonio come Dio Creatore lo aveva stabilito.

Indissolubilità e stabilità. “ Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio contro di lei”. E a parità di diritti e doveri, se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio.

Anni or sono il Corriere della sera, presentando il documento del Papa sulla dignità della donna, così commentava: Sbalorditivo! È il primo documento della storia, 115 pagine, 7 capitoli che con finezza teologica riafferma l’unità dell’uomo e della donna e la loro fondamentale uguaglianza.
“Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio; e se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro commette adulterio”.
Gesù difende fino in fondo l’unità della famiglia. Davanti a tale fermezza alcuni provano un sospetto. La risposta di Gesù è intransigente o sapiente? È crudele o fedele al bene dell’uomo, della donna e dei figli?

Una cosa è certa: è comprensibile solo dentro un contesto di fede. Infatti chi crede sa che la vita è sacrificio, impegno e servizio, anche nel matrimonio.

La norma di Gesù è comprensibile soltanto per chi ha messo tutta la vita dentro questa sapienza di fede sia dentro il matrimonio che fuori. Alcuni dicono: “Ma se la famiglia è sfasciata, perché non prenderne atto? Perché continuare a vivere insieme?”. Sembra un ragionamento pulito, invece si nasconde una mostruosa debolezza.

La parola di Gesù è questa: ricostruire, ritornare all’origine ripartire con umiltà e pazienza. Qualcuno dirà che questo è eroismo. La vita chiede a tutti, prima o poi risposte di eroismo sia nella vita matrimoniale che in quella comunitaria.

Sopportare una grave malattia, affrontare con serenità la vecchiaia, l’invalidità, la morte, è eroismo. Ma è inevitabile nella vita.

“Lasciate che i bambini vengano a me”. La scena conclusiva dei bambini che vengono a Gesù perché li accarezzi mentre i discepoli li sgridano segue, sia in Matteo che in Marco, la discussione sul divorzio e sul matrimonio.

Collocazione fortuita o intenzionalità voluta dagli evangelisti?

Forse c’è una precisa intenzione, quasi a dire che le prime vittime del divorzio e dei matrimoni che falliscono sono i figli, i “piccoli” verso i quali va tutta la tenerezza e l’attenzione di Gesù. Gesù si indignò e disse: “Lasciate che i piccoli vengano a me… prendendoli fra le bracca ed imponendo loro le mani li benedisse”.

È molto commovente e piena di umanità questa scena. Gesù va contro corrente. Pur apprezzando i bambini, la società ebraica li teneva in disparte e non li prendeva in considerazione, come stanno a dimostrarlo gli apostoli che vogliono tenerli lontani, cacciarli, pensando di tutelare la dignità del Maestro.

È un invito anche per noi a riscoprire il mondo dei bambini e soprattutto ad imitarli nella loro semplicità ed affidabilità.

I bambini possono e debbono diventare anch’essi maestri per noi adulti. Poteva Gesù annunciare qualcosa di più rivoluzionario?
Ultima modifica il Sabato, 07 Febbraio 2015 21:54

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