NATALE ORTODOSSO

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Il Natale Ortodosso è celebrato il 7 gennaio, nove mesi dopo l’Annunciazione a Maria Vergine. La festa del Natale è considerata la più importante dell’anno ed è preceduta da un periodo di digiuno di 40 giorni, che ha inizio il 27 novembre. Il digiuno è assolutamente severo per i praticanti della fede ortodossa, anche se meno stringente di quello della Pasqua Ortodossa. Non si mangia nulla che abbia origine animale, diventando inoltre una sorta di “quaresima del Natale”.

La vigilia di Natale, viene chiamata con il nome di “Sočelnik”, a causa del cibo sočivo, che consiste in frutta e grano lesso, unico cibo permesso in questa giornata. Il digiuno dura fino a sera, in particolare finché non è intonato l’inno di Natale. Viene acceso un cero, che simboleggia la stella cometa di Betlemme, la cui comparsa pone fine al digiuno. Il sacerdote unge i fedeli con l’Olio Santo e questi consumano il pane benedetto. La chiesa e le case  sono addobbate con simboli della tradizione cristiana, mentre l’albero, come pure il presepio, non fanno parte della tradizione natalizia ortodossa. Da Mosca al Cairo, le foto più belle delle celebrazioni

La chiesa è addobbata, così come le case, compreso l’albero di Natale.

Per addobbare l’albero di Natale si usano anche le ghirlande intrecciate con simboli cristiani. I dieci giorni che seguono il Natale si chiamano giorni santi. Il digiuno è finito e tutti si rallegrano delle feste e si fanno gli auguri.

La leggenda vuole che nella notte fra il 6 e il 7 gennaio siano Padre Gelo (Babbo Natale russo) e la vecchietta chiamata Babuschka a portare i regali ai bambini. Secondo un'altra tradizione Babuschka è la giovane e graziosa nipote di Padre Gelo. La festa di Natale inizia nel tardo pomeriggio, quando tutta la famiglia si ritrova a tavola sotto l'albero di Natale. La cucina natalizia russa prevede un pasto ricco di piatti a base di carne, formaggi, bevande forti e dolci di ogni genere. L'usanza è quella di lasciare, durante il pranzo, le porte delle case aperte, in modo da consentire a qualche povero di passaggio, di parteciparvi. Si accendono le candele, si propongono i canti natalizi. La cena finisce con lo scambiarsi i regali radunati sotto l'albero nei pacchetti colorati e corredati dai bigliettini d'auguri.

 

“Hristos se rodi” è il tradizionale augurio in lingua serba, che ci si scambia per Natale. Hristos se rodi, Cristo è nato, al quale il fedele risponde “vaistinu se rodi”, per verità è nato.

In queste brevi frasi è condensata e rivelata la purezza e la bellezza della gioia per la nascita del Cristo, la testimonianza e partecipazione dei fedeli all’avvento del Figlio dell’Uomo nel nostro mondo, il clima intimamente festoso e solidale così differente e distante dal delirio consumistico che invade le nostre città.

 

 

Quali sono le differenze tra celebrazioni ortodosse e cattoliche del Natale? 
«Il modo ortodosso è diverso da quello cattolico. Nel mondo cattolico non ci sono fedeli spagnoli, francesi, italiani, mentre nel mondo ortodosso ci sono fedeli armeni, copti, greci, rumeni, russi e serbi. 

Il Natale viene festeggiato dalle differenti tradizioni in giorni diversi a seconda di quale calendario sia stato adottato dalla liturgia. I greci e i rumeni, che usano il calendario gregoriano come i cattolici, festeggiano il Natale il 25 dicembre, mentre gli slavi festeggiano il 7 gennaio perché seguono il calendario giuliano. 
A questo si aggiungono cambiamenti specifici: per esempio, in Grecia non si addobba l’albero e Babbo Natale non esiste. In generale i regali li riceviamo il Primo di gennaio e li porta San Basilio».

Come festeggiate il Natale e quali sono le vostre tradizioni? 
«Il primo giorno in cui si iniziano i riti è il 24 dicembre. I bambini ortodossi escono dalle loro case travestiti e vanno di portone in portone a raccogliere dolci. Ogni bimbo ha un martello di legno che usa per bussare alla porta e poi canta una canzone nel nostro dialetto. Anche gli adulti vanno in giro di casa in casa ma non si travestono. 

Le celebrazioni si concludono il 6 di gennaio perché è il “giorno della croce”. Viene buttata una croce sul fiume e i ragazzi si tuffano per recuperarla: chi la tocca per primo avrà una vita prosperosa durante l’anno. Questa liturgia è collegata con il battesimo di Gesù».


Quali sono i cibi che siete soliti consumare durante le feste?
«Il tacchino, il pollo, il maiale, l’insalata russa, le zuppe, ma anche leccornie come le patatine e i biscotti a forma di bambino o bambina o iniziale del proprio nome di battesimo». 

 

 

 

Ultima modifica il Giovedì, 05 Febbraio 2015 17:05
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