Giovani e media ci fanno pensare

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Da venerdì 8 a domenica 10 gennaio, i missionari che lavorano in Europa nell'ambito dei giovani e dei media si sono riuniti a Fatima per pensare ad alcune linee di sviluppo della pastorale ad gentes. È necessario avere un'idea chiara di cosa significhi, concretamente, essere missionari oggi in Europa, altrimenti ci si perde in mille attività disarticolate, si “spara in tutte le direzioni”, come diceva qualcuno, senza raggiungere alcun obiettivo. L'incontro fa parte di un cammino pensato dall'Istituto per arrivare al Capitolo Generale con alcune proposte per un progetto missionario europeo della Consolata.

In un primo momento i missionari hanno condiviso le attività, i sogni, le fatiche che ciascuna comunità del continente vive, in modo da poter essere di stimolo gli uni per gli altri, poi ci si è messi in ascolto di Carlos Liz, un esperto che lavora nel campo delle indagini di mercato e che ha compiuto, insieme alla sua azienda IPSOS, un'approfondita inchiesta sul mondo giovanile attuale in Portogallo. E' sorprendente scoprire come alcuni luoghi comuni, per esempio il fatto che la religione non eserciti più alcuna attrattiva sulla società contemporanea, in realtà non corrispondano al vero. Il 70% degli intervistati si è detto aperto al discorso religioso e spirituale, dipende poi da chi si dedica all'annuncio essere in grado di intercettare questa disponibilità offrendo cammini significativi ed attraenti. Il mondo contemporaneo, meno affascinato di un tempo dalle grandi ideologie è però assetato di storie. Come missionari che percorrono le strade del mondo cercando di inserirsi in contesti diversi dai loro, che imparano lingue nuove compiendo errori anche buffi, che cercano di porsi al fianco di chi cammina tra gioia e dolore, non siamo certo a corto di storie e avventure. Perché non raccontarle? Perché non rendere testimonianza di un cammino possibile alla ricerca di una vita in pienezza? In un mondo che ha  fatto della possibilità di comunicare una sua caratteristica peculiare potremmo compiere tutti un ruolo più attivo nel condividere con gli altri il fascino della missione. 

Ascoltando Carlos Liz cresceva la volontà di prepararsi più a fondo per servire i giovani di oggi: spesso li si etichetta come incapaci di scelte definitive, mentre invece, forse, hanno la saggezza di sperimentare la bontà di uno stile di vita prima di sceglierlo come proprio, sono dinamici e capaci di molte esperienze; chi desidera stare al loro passo deve imparare ad entrare in questa molteplicità antropologica senza perdere di vista la rotta che si desidera seguire.

Il gruppo che si occupa dei giovani e quello dei media si sono poi ritrovati a discutere prima separatamente e poi in assemblea plenaria per individuare alcune linee guida concrete.

Domenica, tutti insieme si è invece partecipato alla messa in memoria di Carlos Domingos, giovane missionario della Consolata portoghese, morto in Etiopia: la sua passione e competenza missionaria resta a noi di ispirazione, per servire la missione con fedeltà ed entusiasmo.   

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