L’Arcivescovo era venuto in Italia e si era fermato in Casa Madre mentre attendeva cure mediche. Il suo comportamento nella nostra comunità rivestiva tutte le qualità della semplicità e dello zelo. Raggiunti i 75 anni di età, si dice che intendesse rassegnare le dimissioni alla Santa Sede, per poi ritornare in Tanzania a lavorare per il regno di Dio. Nell’ infermeria di Casa Madre si sapeva che la prossima settimana avrebbe viaggiato a Roma e quindi ritornato nel suo paese. La sua salute, dopo più d’un mese di cure, era migliorata assai e Bishop Mario si sentiva bene.
Anche martedì 14 cm si sentiva bene: la pressione risultò normale; la voglia di pianificare i dettagli della prossima partenza era grande. Improvvisamente si sentì mancare; non vi fu neppure tempo di chiamare soccorso: Bishop Mario era entrato nella pace eterna di Dio.
Ai Missionari e missionarie della Consolata che avevano lavorato con lui a Iringa la notizia della morte, pur recando dolore, lasciò la certezza di avere un protettore in più in cielo.
I funerali sono presieduti dal Cardinale Severino Paletto, Arcivescovo di Torino, che conclude l’omelia con queste parole: “Personalmente non conoscevo Mons. Ngulunde, ma ho accettato molto volentieri di presiedere questa Eucaristia e così, insieme ai due Vescovi e ai tanti sacerdoti concelebranti, offrire al Signore il sacrificio della vita di questo suo pastore, come olocausto di soave odore per il bene della sua diocesi e di tutta la Chiesa”.