Kenya: Nubi passeggere o foriere di tempesta?

Pubblicato in I missionari dicono
Il Kenya sembra avere una certa prominenza nel progresso umano, sociale, politico e finanziario dell’Africa dell’Est. Questa prominenza è visibile anche nel campo religioso, e specie in quello Cattolico, con le sue conseguenze sia positive, che negative.

La Chiesa Cattolica conta ben 23 fra Diocesi e Vicariati, molti dei Vescovi sono nativi. Le vocazioni abbondano per tutti, sia per le diocesi che per le innumerevoli congregazioni religiose che pullulano specialmente a Nairobi. Le istituzioni religiose esistenti in Kenya, e che servono la Chiesa dell’Africa dell’ Est sono impressionanti: L’AMECEA (Association of Membership of Episcopal Conferences of Eastern Africa) ha la sua sede a Nairobi, la sua Università Cattolica (CUEA) a Nairobi, il suo centro catechetico-pastorale in Eldoret. La Sede Generalizia del primo Istituto Missionario dell’Africa dell’Est (Gli Apostoli di Gesù), è pure a Nairobi.


Membri della Chiesa Cattolica hanno anche dato origine a gruppi separatisti, ed hanno anche aperto la porta ad alcuni gruppi provenienti dall’esterno. Negli anni 70 alcuni gruppi religiosi si sono staccati dalla Chiesa Cattolica per diversi motivi come: ribellione all’autorità, insensibilità della Chiesa ai bisogni d’inculturazione o anche per puro desiderio di egemonia e di ricchezza. Fra questi si possono ricordare la Legio Maria (da non confondersi con la Legio Mariae), e gli Akorino. Ultimamente gruppi sviluppatisi all’estero, come i Seguaci di Lefebvre, la Reformed Romam Catholic and Apostolic Church (RRCAC), hanno scelto il Kenya come la loro porta d’entrata in Africa.

Alcuni mesi fa, tre membri del gruppo di Lefebvre sono arrivati a Nairobi appoggiati da alcuni sacerdoti Cattolici locali, per istituire il loro movimento in Kenya. Usando una chiesa cattolica nella zona di Ndagoreti Corner, hanno iniziato la celebrazione della Messa Tridentina, e una catechesi che denuncia, se non addirittura rigetta gli insegnamenti del Vaticano II. Un certo numero di sacerdoti che si trovano in difficoltà con i loro Vescovi, e di Cattolici anziani, si sono accodati a loro e li aiutano nei loro sforzi di penetrazione fra la gente. L’Arcivescovo di Nairobi ha cercato di avvicinare questi seguaci di Lefebvre, ha parlato a loro sulle possibili e distruttive conseguenze del loro operato, sia per se stessi, che per la gente ma non lo hanno ascoltato e continuano la loro azione senza alcuna esitazione.

Da un po’ di tempo il Kenya è diventato anche la sede per tutta l’Africa di un gruppo di cattolici che si sono auto- denominati The Reformed Roman Catholic and Apostolic Church. Il fondatore è un certo Arcivescovo di nome Karl Raymond Rodig. Nato a Norimberga (Bavaria), il 16 di Dicembre 1958, fu ordinato sacerdote in Austria il 1 Luglio 1986 e, senza il permesso della Santa Sede, vescovo a Miami (USA) il 29 Maggio 1999. Questo movimento conterebbe in tutto il mondo circa 400 mila membri, di cui alcune migliaia in Kenya, con comunità esistenti in Thika, Nairobi e, la più attiva, in Kitale. In questa cittadina l’Arcivescovo Dr. Karl Rodig ha re-ordinato il 14 Maggio u. s. il prete cattolico Godfrey Shiundu e durante la stessa cerimonia, ha pure assistito al suo matrimonio con Stella Nangila, da cui aveva già avuto tre figli durante i suoi 14 anni di sacerdozio. Infatti sembra che l’unica ragione per la separazione di questo gruppo dalla Chiesa Cattolica, sia la possibilità offerta a tutti i suoi membri, di accedere a tutti i sette sacramenti, senza distinzione alcuna. In un’intervista alla TV, l’Arcivescovo Dr. Rodig ha fortemente sostenuto la libertà di sacerdoti e religiosi di accedere al matrimonio. “La storia è in favore del sacerdote sposato. Nei primi 1200 anni della vita della chiesa, sacerdoti, vescovi e 39 Papi erano sposati. Anche le suore e i religiosi sono liberi di scegliere il loro sposo/a, a patto che continuino con diligenza il loro servizio a Dio e agli altri”. L’ordinazione e il matrimonio di Godfrey Shiundu furono celebrati nello stadio di Kitale, con la partecipazione di molti cattolici, ed anche sacerdoti sospesi dai loro vescovi per vari motivi, nonostante l’invito del Vescovo Mons. Crowley di non partecipare alla cerimonia. Il Presidente della Conferenza Episcopale del Kenya, Arcivescovo John Njue, ha dichiarato che “la nuova setta RRCAC non ha nulla a che vedere con la Chiesa Cattolica. Il sacerdote Shiundu era già sospeso dal suo Vescovo …. Ed ora è anche scomunicato per il suo matrimonio”.

E’ difficile presagire le possibili conseguenze di questi recenti eventi. I seguaci di Lefebvre potrebbero trovare sostenitori fra i cattolici anziani, cresciuti nella Chiesa del pre-Vaticano II, usi alla lingua latina e la solennità religiosa della liturgia. I seguaci della RRCAC potrebbero influenzare tutti quei sacerdoti e religiosi sospesi dai loro Vescovi o superiori per motivi morali o di convivenza matrimoniale. Tale influenza potrebbe pure estendersi a quei cattolici che vorrebbero eliminare l’obbligo del celibato per tutti i sacerdoti di rito latino, e ripristinare la scelta personale per i candidati al sacerdozio, sia al celibato, come al matrimonio. Una cosa sembra certa: che la Chiesa Cattolica nel Kenya sta attraversando un periodo di sfide interne ed esterne, che potrebbero avere ripercussioni serie sui credenti, e creare un esodo ancora più forte dei suoi fedeli, già provati dalla propaganda scandalosa e spietata della sette protestanti nei confronti della Chiesa stessa.

Ultima modifica il Giovedì, 05 Febbraio 2015 20:29
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