Corea del Sud: Il nostro stile di vita e di missione

Pubblicato in I missionari dicono
{mosimage}La nostra delegazione IMC presente in Corea ha avuto la sua Conferenza lo scorso mese di Maggio, dal 22 al 26 mattino. Oltre alla presenza del nostro vice-superiore generale, p. Stefano Camerlengo, arrivato qui dopo una visita alla Mongolia, abbiamo avuto anche tra noi p. Ernesto Viscardi, superiore della nostra comunità IMC che lavora in Mongolia da tre anni. Questa sua partecipazione va inserita nel contesto di collaborazione tra le nostre due comunità presenti in Asia.

Purtroppo, il nostro p. Juan Pablo de Los Rios non ha potuto essere presente per motive della partenza di sua mamma per la casa del Padre all’inizio di aprile: ha dovuto così anticipare anche le vacanze.

Con p. Stefano eravamo d’accordo in cominciare la Conferenza con una giornata di ritiro, proprio per consegnare nelle mani di Dio sia la nostra presenza che la nostra attività missionaria, il quale progetto e futuro sono stati, naturalmente, l’oggetto di questa Conferenza.

Così, siamo andati il 22 nel nostro Centro per il Dialogo Interreligioso, dove p. Stefano ci ha aiutato con una riflessione sui discepoli di Emaus. Questa riflessione l’ha fatta seguendo 4 punti: introduzione-contestualizzazione (dove siamo), distruzione (morte, passaggio), ricostruzione (Pasqua, nuovo spirito e nuovo zelo) e scelta rinnovata. Questi punti ci hanno aiutato a riflettere sulla nostra esperienza missionaria per poi poter fare una revisione, valutazione e programmazione che fosse guidata, ispirata e sostenuta dallo Spirito. Alla sera, abbiamo anche celebrato il 55o compleanno di p. Ernesto.

{mosimage} Il 23 ci ha visti riuniti qui a Yokkok (casa centrale) per cominciare i lavori. Abbiamo chiesto a p. Ernesto di fare da segretario, in modo che tutti potessimo partecipare attivamente nella Conferenza; il presidente e moderatore fu il nostro “capo”, p. Diego. Siccome avevamo prima fatto, durante vari mesi, una preparazione dettagliata e profonda della Conferenza, siamo riusciti non soltanto a portarla avanti con molta scioltezza, ma anche a finirla prima del previsto. Abbiamo diviso la Conferenza in due grandi blocchi: IL NOSTRO STILE DI VITA e IL NOSTRO STILE DI MISSIONE.

Nell’ambito del nostro stile di vita, il primo punto trattato fu quello della vita comunitaria, sia a livello di delegazione che di comunità locali. Questo vivere la missione nel contesto di una vita comunitaria intense è una delle basi fondamentali e principali del nostro stile di essere missionari anche in Corea. Questo è possibile per due motive molto concreti: la prossimità geografica tra le tre comunità e l’armonia tra la vita a livello di delegazione e delle single comunità. Le dimensioni della vita comunitaria che abbiamo visto sono la santità di vita, l’interculturalità, la formazione permanente e l’economia di comunione. Dopo la riflessione, abbiamo visto le proposte operative. Alla sera, siamo andati a mangiare, padri e seminaristi, a casa di una delle nostre “Imondul” (gruppo direttivo dei nostri benefattori); ai nostri ospiti hanno anche regalato una maglietta dei tifosi coreani per i mondiali di calcio.

Il giorno 24 abbiamo finito la prima parte e dato inizio alla riflessione sul nostro stile di missione. Tra i punti introduttori, abbiamo accennato la difficoltà della lingua, il contesto ecclesiale (il quale è tipicamente diocesano: allora cosa possiamo e dobbiamo fare per farci più visibili e contribuire ad arricchire la Chiesa coreana?) e la nostra fragilità, soprattutto a livello personale (difficoltà varie, frustrazioni, ecc.)

Come domanda di fondo per l’analisi di questo secondo blocco, ci siamo domandati: nonostante le difficoltà, stiamo facendo tutto il possibile per la missione?

{mosimage} Allora abbiamo cominciato ad analizzare ognuna delle nostre aree d’azione pastorale e missionaria: l’animazione missionaria, la promozione vocazionale e la formazione; la presenza tra i poveri urbani per la loro evangelizzazione; il dialogo interreligioso. Inoltre, abbiamo parlato di altri temi, come la GP e integrità del Creato, la comunione con la Chiesa locale e altri, i nuovi areopaghi (che per noi sono sostanzialmente due: mondo giovanile e mezzi di comunicazione), collaborazione con la comunità IMC in Mongolia e l’Istituto…

Siccome non voglio né devo farvi sapere tutto ciò che abbiamo visto e discusso (per questo, potrete poi consultare il documento finale), vi faccio sapere che abbiamo tra i progetti da lanciare e portare avanti la creazione di un gruppo giovanile, la formazione di gruppi missionari costituiti da benefattori nostri in parrocchie attorno a noi e la ricerca di un nuovo posto per la comunità d’inserzione tra i poveri urbani, la quale è anche espressione della missione ad gentes (prima evangelizzazione) e della collaborazione con la Chiesa locale.

Il documento finale è già stato rivisto da tutti noi e manca soltanto l’approvazione della Direzione Generale. Rendiamo grazie a Dio per la sua guida ed ispirazione lungo questa Conferenza, così come ringraziamo i pp. Stefano e Ernesto per la loro presenza fraterna e partecipazione attiva e “to the point”.

Certo, il più facile è fatto: resta il più difficile. Ma siamo fiduciosi e pieni di voglia di continuare a lavorare con zelo ed entusiasmo per questa missione così dura e, allo stesso tempo, affascinante.

A nome mio e della nostra comunità coreana, vi saluto e vi auguro una Buona Festa della Nostra Mamma… e che Portogallo vinca il Brasile nella finale dei Mondiali!
Ultima modifica il Giovedì, 05 Febbraio 2015 20:29

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