Dalle statistiche di questo volume di 935 pagine, ci si può fare un’idea della grandiosità della Chiesa del Kenya, ma non del lavoro, dei sudori, delle vittorie e delle sconfitte, dei suoi progetti e della santità della sua vita interna, che rimangono sepolti nel cuore di chi li ha vissuti e di Dio che li ha ispirati.
La Chiesa del Kenya conta ben 25 Diocesi, di cui nove sono frutto del lavoro dei nostri missionari e missionarie: (Nyeri, Meru, Marsabit, Garissa, Murang’a, Embu, Isiolo, Maralal, Nyahururu), e l’Ordinariato Militare. Il numero dei Cattolici è circa 8,443,513.
Le parrocchie in cui sono divise queste diocesi sono 747. Alcune sono immense per territorio, ma la percentuale dei Cattolici è bassa, e viceversa. La parrocchia più estesa è Wagir (Sarissa) con 56,501 Km2, seguita da Kola (Machakos) con 50.000 Km2. Le parrocchie più popolate sono Wagir con 356.000 persone, Dandora (Nairobi) con 450.000, La Sacra Famiglia (Nairobi) con 400.000 e Cristo Re (Nairobi-Kibera) con 360.000. Se si considera il numero dei Cattolici, la parrocchia di Tartar (Kitale) ne conta 130.000, quelle di Nyahururu, Kariobagi e Eastley circa 60.000. Le parrocchie con la più alta percentuale di cattolici sono: Lubao (Kakamega) con 85%, Rakwaro (Homa Bay) con 82%, Mgange Dawida (Mombasa) con 80%, Mathari (Nyeri).
Le cappelle (outstations) di tutte le parrocchie sono 5,503. E’ difficile determinare il numero delle Piccole Comunità di Base, perché solo 389 su 747 parrocchie hanno inviato i dati. Nelle 389 parrocchie ci sono 17,587 PCB, con una media di 45 PCB per parrocchia.
Il personale diocesano (preti ordinati) e religioso (professi perpetui) scaturito da questa Chiesa Locale è formato da 3,145 elementi, così divisi: 1.757 religiose, 1.388 fra preti e fratelli, e 2.484 religiosi di circa 212 istituti religiosi, con 1.172 case religiose. La maggioranza di queste vocazioni locali vive e ministra in Kenya (2,672) solo 473 fuori dal Kenya.
Le attività sociali, di servizi educativi, medici e di sviluppo sono sbalorditivi. Ci sono 1.070 centri educativi che comprendono un po’ tutta la gamma dell’educazione; dagli asili, alle scuole elementari, secondarie, università, centri di formazione tecnica e professionale, seminari ecc.; 162 centri di pastorale e di comunicazione sociale; 362 ospedali, dispensari e centri di salute; più di 80 progetti di sviluppo e programmi di grandi proporzioni; 145 centri per gli anziani, orfani, bambini della strada, malati di HIV/AIDS, ecc.
I Missionari della Consolata in Kenya sono 126 e provengono dalle seguenti Nazioni: Colombia 2, Ethiopia 1, Italia 74, Kenya 34, Portogallo 1, Spagna 3, Tanzania 5, Uganda 4 e USA 2. Fra questi ci sono 4 Vescovi (due Africani e due Italiani), 109 Padri, 13 Fratelli. Prestano il loro servizio in 13 Diocesi gestendo 30 parrocchie, tre Santuari e luoghi di preghiera, un Istituto Tecnico, quattro seminari, una casa per Ritiri e 4 centri di animazione missionaria e vocazionale, una casa di procura per le missioni più lontane e di difficile accesso, una scuola di filosofia per i loro studenti e quelli di molti altri Istituti, una scuola superiore ed elementare in Nairobi, una casa di vacanze a Mombasa aperta ai propri ed altri religiosi, e pubblicano una rivista, THE SEED molto apprezzata dai giovani delle scuole superiori. Alcuni dei membri insegnano alla Università Cattolica dell’Est Africa, al centro Teologico di Tangaza, al Centro Internazionale dei Maristi e alla scuola teologica Hekima dei Gesuiti.
Il Padre Anataloni, che è stato l’anima e la mente di questo progetto, afferma che tutti questi dati, anche se alcuni non sono completi, perché alcune parrocchie o centri non hanno fornito tutte le risposte, “rivelano una chiesa viva, incarnata in ogni aspetto della vita, e determinata a fare del bene a tutti, senza alcuna discriminazione, ma preferendo i più poveri e gli emarginati. E’ una presenza che contribuisce molto profondamente alla vita della nazione”.