Lettura della realtà
Incominciammo i lavori con una carrellata sulle tre regioni: Italia, Spagna e Portogallo.
Lo stato d'animo dei tre è sembrato molto buono. Qualche espressione qua e là ha lasciato intravedere l’ambiente nel quale si lavora. Ad esempio: siamo abituati a vivere insieme e si da per scontata la vita comunitaria, ma non è cosi. Ci vogliono delle comunità "visibili e credibili"! (Italia). Quando sono stato eletto eravamo in diciotto; un anno e mezzo dopo, tredici (Spagna). Tornando in Europa dopo trenta due anni di assenza, è come se fossi tornato in una realtà sconosciuta (Portogallo).
Se si allarga la carrellata e si fa una zoomata sull'orizzonte vasto delle tre regioni, ci si accorge che c'è da ringraziare il Signore per il molto che si sta facendo nelle 20 comunità d'Italia, nelle 5 di Spagna e nelle 4 del Portogallo, quasi tutte orientate da un PCV che prevede un incontro comunitario settimanale.
L'invecchiamento del personale delle nostre regioni è un fatto percepibile ad occhio nudo. Si è però ribadito che a nessuna età si preclude la missione. Tutti coloro che vivono in Europa, magari reduci da anni ed anni di lavoro in altre latitudini, vivono in stato di missione, qualunque sia l'età e lo stato di salute. Lo dimostrano coloro che, nella sofferenza e nella contemplazione, raccontano la missione e coloro che, nonostante l'età, vorrebbero essere missionari "fino all'eternità" come diceva Teresa del Bambino Gesù.
Realtà preoccupante delle tre regioni è la scarsità di vocazioni alla vita consacrata missionaria. Non mancano però segni di speranza, più evidenti in Italia che in Spagna e Portogallo. Ci è parsa però ovvia la necessità di investire molto di più nella promozione vocazionale con metodi aggiornati accompagnati da una forte spiritualità missionaria, impegno sociale e contatto diretto con la missione reale. Luogo privilegiato per il discernimento vocazionale ci sembrano i centri di spiritualità missionaria già esistenti o in via di allestimento in tutte e tre le regioni.
I Laici Missionari della Consolata sono una realtà in tutte e tre le regioni. Essi lavorano nell'AMV e, in alcuni casi, dirigono delle attività specifiche (scuola in Italia); Dialogo interreligioso (Spagna), o appartengono assieme ai missionari e missionarie, a organismi regionali di riflessione e programmazione (Segretariato per la Missione, Portogallo). Ma il sogno missionario per eccellenza resta sempre la partenza e non la concretizza per qualche anno soltanto chi proprio non può farlo. Molti l'hanno già attuata.
L'Ad Gentes in Europa, sta prendendo quota. Il nostro lavoro è molto apprezzato dalle Chiese locali ma occorre un lavoro intenso di sensibilizzazione all'interno di ogni nostra regione affinché sia guardato, vissuto e assunto da tutti e non solo da qualche generoso volontario. Migranti, minoranze etniche, non cristiani, sacche di povertà, sono delle realtà a portata di mano ovunque in Europa.
Il ruolo del superiore
Per un lavoro coordinato di Equipe è stata ribadita la necessità di approfondire il ruolo del superiore nelle comunità, che sappia animare, coordinare, orientare. Ocorre vincere una certa allergia ad accettare e assumere questo ruolo, forse anche per esperienze non positive. Il biennio sulla santità di vita può aiutare anche in questo.
A livello Continentale ci sarà nell'ottobre del 2007 un incontro di quattro giorni per tutti i superiori locali.
Biennio sulla santità di vita
Qualche iniziativa è già stata concretizzata (esercizi spirituali e ritiri), altre sono programmate: "Congresso della Famiglia Missionaria della Consolata" (missionari, missionarie, LMC, Amici, Dame, Giovani) a Fátima, Portogallo, nell'ottobre 2007, sulla santità di vita. Distribuzione di libri alle comunità sui "nostri" santi: Francesco Zaverio, Teresa del Bambino Gesù, Charles de Foucault (Italia), ecc. Altre iniziative nasceranno nei raduni comunitari settimanali.
Continentalità
Si intensificheranno scambi di esperienze, iniziative comuni come quelle già ricordate; concretizzazione di un progetto comune di formazione giovanile e di AMV come stabilito dall'Assemblea continentale di AMV. Proposta vocazionale esplicita, accompagnamento vocazionale, esperienza di vita nelle nostre comunità ("vieni e vedi"), contatto diretto con la missione, studiato e programmato con la missione che riceve, sono elementi da tenere presenti e da approfondire.
Collaborazione nella formazione
Data la scarsità delle vocazioni e tenendo presente l'età sempre più adulta di coloro che bussano alla nostra porta, studiare l'opportunità e la possibilità di un unico propedeutico e filosofico continentale nella regione che ha più candidati.
Far sì che l'anno di servizio all'Istituto stabilito per i professi temporanei dopo il terzo anno di teologia possa essere trascorso anche nelle regioni che non sono sedi del seminario teologico, cioè Spagna e Portogallo. Le medesime regioni sarebbero anche disposte ad accogliere studenti o missionari per la specializzazione. Si raccolgano informazioni sui corsi che offrono le università di questi paesi.
Formazione permanente
Cercare di raggiungere tutte le età con iniziative di formazione permanente, periodi sabbatici. Il corso per anziani farlo possibilmente anche nelle regioni con un numero più cospicuo di missionari anziani: Alpignano, (Italia), Portogallo.
Per i fratelli un corso a livello continentale.
Per i giovani si riprenda il periodo sabbatico per gruppi linguistici. Si intensifichi l'accompagnamento che in ogni regione si sta facendo con più o meno incisività. Non bastano gli incontri, occorre un accompagnamento personalizzato.
Questo è un compito specifico del superiore regionale.
Apertura nell'Europa dell'Est
Nonostante l'invecchiamento delle nostre regioni e spinti da questo fatto, non ci è mancato il fiato per portare avanti il discorso sulla ormai dibattuta ma non realizzata apertura in un paese dell'Est Europeo.
Dopo la lettura e scambio di idee sulla situazione di alcuni paesi (Bielorussia, Lituania, Romania, Polonia):
Si è scartata l'idea di continuare il dialogo sulla Bielorussia perché il lavoro che ci era stato proposto dal vescovo è stato assegnato ad altri.
In Romania sono entrate molte congregazioni religiose.
Il paese che farebbe più per noi sembrerebbe la Lituania (scarsità e povertà di formazione del clero e dei cristiani, nuova evangelizzazione... C'è però la difficoltà della lingua ritenuta tra le più difficili del mondo (lingua finica, senza rapporto con altre lingue).
La preferenza sembra cadere sulla Polonia, paese di forti tradizioni religiose, anche se ormai si nota un calo di vocazioni. Essendo di lingua slava c'è più affinità con altri paesi. Una presenza in Polonia aprirebbe l'orizzonte su altri paesi slavi. Le suore di S. Pietro Claver sarebbero disposte ad aiutarci sul cammino da fare per una presenza umile in questo paese.
Con questo sogno e dopo aver condiviso pane, spirito e lavoro con la Direzione Generale e goduto dell'accoglienza squisita della comunità della Casa Generalizia, abbiamo terminato l'incontro dandoci l'appuntamento per un lavoro simile due volte all'anno.