Per l'organizzazione tecnica del pellegrinaggio ci si è affidati a un'agenzia di viaggi Coreana, il cui titolare è venuto con noi ed è sempre stato pronto a cambiare qualcosa del programma, man mano che il pellegrinaggio si stava realizzando. Il finanziamento è venuto in parte dallo stesso Governo Coreano, che ha inviato due funzionari del Ministero della Cultura e del Turismo ad accompagnare il pellegrinaggio. Infine, visto che la cosa doveva ricevere il massimo di copertura mediatica, sono venuti con noi anche 4 giornalisti dei mezzi di comunicazione cattolici e protestanti.
Partecipanti veri e propri al pellegrinaggio eravamo in tutto 13 persone. Il gruppo cattolico, capeggiato dal Vescovo Ausiliare di Kwang-ju, Mons. Kim Hee-Joong Igino, era di 5 persone, tutti membri del Comitato per il Dialogo Ecumenico e Interreligioso. Da parte Protestante erano presenti il Vescovo Anglicano di Seoul e attuale Presidente del Consiglio Nazionale delle Chiese, Mons. Park Kyung-jo, altri funzionari del Consiglio delle Chiese, i capi delle Chiese Metodista e Presbiteriana, e un paio di professori di teologia.
Mi ha colpito la perfetta organizzazione, tipicamente svizzera, della visita al Consiglio Mondiale delle Chiese. Siamo stati incontrati e salutati dal Segretario Generale del Consiglio, Dott. Samuel Kobia, e poi condotti attraverso i programmi e le attività del Consiglio da altri funzionari. L'impressione, per me che visitavo il Consiglio Mondiale delle Chiese per la prima volta, è stata molto positiva. Qui veramente si sta facendo uno sforzo grande e serio per far avanzare l'ecumenismo. E lo stesso vale per la Scuola di Ecumenismo di Bossey alla quale - ho pensato - non sarebbe male inviare ogni tanto qualche nostro missionario o studente!
La sistemazione a Roma, per 3 giorni pieni, era provveduta dalla generosa ospitalità della nostra comunità di Casa Generalizia. Da una parte i nostri amici protestanti volevano far esperienza della "vita religiosa"… e dall'altra anche il risparmio sulle spese non e' stato disprezzabile. Come non ricordare l'entusiasmo di tutti per l'incontro con il Santo Padre, nell'ambito dell'udienza pubblica del mercoledì? E la commozione di tutti quando, guidati magistralmente dal nostro Vescovo Kim, abbiamo visitato la Necropoli Vaticana e la tomba di Pietro?
Poi è intervento lo sciopero dell'Alitalia a creare qualche problema per il volo a Istanbul. Abbiamo dovuto rinunciare a una giornata in Turchia, ma ne abbiamo guadagnata una a Roma…
Il Patriarca Bartolomeo è una figura molto interessante. Imponente e solenne da una parte; dotato di un fine umorismo e di grande semplicità, dall'altra. Mi ha impressionato la visita al Patriarcato.
Siamo arrivati all'aeroporto di Seoul la sera del giorno 18. Tutti felici, ma anche tremendamente stanchi, perché il pellegrinaggio è stato molto impegnativo. Speriamo solo che sia servito davvero a facilitare le relazioni ecumeniche tra le Chiese della Corea. Tutti i partecipanti, comunque, se ne sono dichiarati convinti.
Alcune impressioni
In margine al pellegrinaggio appena descritto, vorrei aggiungere anche alcune considerazioni e impressioni personali.
In generale, potrei dire che la Missione, a volte, è proprio imprevedibile e ricca di sorprese. E' vero che sono membro da qualche anno del Comitato dei Vescovi Cattolici della Corea per il Dialogo Ecumenico e Interreligioso, ma lo sono appunto più per il Dialogo Interreligioso che per quello Ecumenico. Mai avrei sognato di essere chiamato a partecipare a tale iniziativa, e quindi e' stata una grossa sorpresa ricevere una telefonata in cui mi si diceva che il nostro Vescovo, Presidente del Comitato, desiderava che partecipassi anch'io. E così mi sono ritrovato, unico non Coreano di un gruppo di 21 persone, a far parte della comitiva. Vi assicuro che per uno straniero non e' facile. Tanto più che i partecipanti erano tutte persone "scelte" e importanti nello scenario del dialogo ecumenico in Corea. Ricordo le molte occhiate ricevute, nei ristoranti, negli incontri ufficiali, quando ci muovevamo per le strade in gruppo… quasi che tutti si chiedessero: che ci sta a fare un occidentale in mezzo a un gruppo di coreani?
Credo di aver contribuito con alcuni suggerimenti "sensati". Per esempio, avevo chiesto a p. Michelangelo, per il periodo di permanenza a Roma, di prenotarci per una visita alla Necropoli Vaticana e alla tomba di Pietro. Quando il nostro Vescovo l'ha saputo, è rimasto molto contento, e infatti quella visita è stata uno degli "apici" del Pellegrinaggio Ecumenico, per tutti. Volevo che i nostri amici protestanti - in uno spirito di dialogo, s'intende - si rendessero conto di come dal suo inizio e ininterrottamente fino ai nostri giorni, la fede della Chiesa si sia centrata su “quel luogo”. Un altro suggerimento utile è stato di cambiare il programma del primo giorno a Roma. Il programma originale prevedeva una visita a Pompei e a Napoli, in chiave del tutto turistica… ma ho cominciato ad insinuare qua e là che sarebbe stato più conforme allo spirito del pellegrinaggio andare ad Assisi. E con mia grande gioia anche il nostro Vescovo ed altri hanno cominciato a pensarla così e si è cambiato programma, procurando alcuni piccoli grattacapi al titolare dell'agenzia di viaggi che aveva organizzato la cosa. Alla fine, tutti sono rimasi molto contenti di essere andati ad Assisi.
Questa visita, tra l'altro, ha cominciato a suscitare nei nostri amici protestanti un grosso interesse sulla "Vita Religiosa". Il Vescovo Anglicano, Mons. Park, in particolare, ha cominciato a farmi molte domande: sulle difficoltà della vita religiosa, la vita comunitaria, l'organizzazione, lo "spirito".
Un altro punto di grosso interesse da parte dei protestanti era l'Eucaristia, e in particolare, la ragione per cui non veniva data loro l'opportunità di fare la comunione… Ci sono stati alcuni momenti di discussione, ai quali il nostro Vescovo ha cercato di fare fronte il meglio possibile; e anche qualche momento un po' "difficile", come quando, il primo giorno a Ginevra, pur avendo deciso che tutti avrebbero partecipato alla Messa, in realtà i protestanti sono usciti in blocco dalla stanza, dopo la Liturgia della Parola, lasciando costernato tutto il gruppetto di noi cattolici.
A me personalmente ha fatto una profonda impressione la serietà e l'attenzione con cui viene portato avanti il Dialogo Ecumenico al Consiglio Mondiale delle Chiese. Ci hanno spiegato le varie aree prioritarie d'impegno, decise dall'ultima Assemblea Mondiale delle Chiese tenuta in Brasile all'inizio dell'anno, tra le quali sono stato felice di osservare anche l'importanza data dalle Chiese al Dialogo Interreligioso. Soprattutto, mi sono ritrovato a pensare quanto diverso sia il "livello" del Dialogo Ecumenico a Ginevra, rispetto a quello in Corea. Da una parte rispetto, profondità serietà, dall'altra una certa superficialità, una "fretta" di risolvere tutto in quattro e quattr'otto… Credo che il Dialogo Ecumenico in Corea abbia molto da imparare dal Consiglio Mondiale delle Chiese, e l'ho fatto presente in una riunione successiva del nostro Comitato, in cui abbiamo avuto la possibilità di esprimere le nostre impressioni.
Infine, è mancato il tempo per condividere preghiera e impressioni tra i partecipanti. Certamente, negli hotel non è facile organizzare una cosa simile, ma qualcosina in più, sotto questo aspetto, ci si poteva aspettare. In ogni caso, tutti i partecipanti sono stati unanimi nel dichiarare che il pellegrinaggio li ha aiutati a sentirsi più vicini gli uni agli altri, più disposti a continuare a correre questa meravigliosa - e assolutamente necessaria - avventura del Dialogo Ecumenico.