Italia: Festa del Beato Allamano

Pubblicato in I missionari dicono
16 febbraio 2007

{mosimage}"Il bambù più bello di tutta la foresta troneggiava pieno di vita sopra tutti gli alberi. Ma proprio a lui si rivolge il Signore: - Ho bisogno di te per la mia opera - Volentieri, Signore, sono a tua disposizione - Ma per compiere la mia opera, devo tagliarti - Ebbene se questo è necessario, fai pure - Devo anche spogliarti di tutte le tua foglie - Queste sono il mio ornamento… ma se è necessario, fai pure - E quando sarai rimasto solo più un tronco, dovrò dividerti in due da cima a fondo e strapparti il cuore. - O Signore, dopo un lungo silenzio…, se è necessario, mi offro a te e fai di me ciò che vuoi".

Il Signore lo tagliò, lo spogliò di tutte le sue foglie, lo divise in due da cima a fondo, gli strappò il cuore e poi portò i due pezzi alla sorgente di acqua fresca e viva; li mise uno come prolungamento dell'altro e portò l'acqua fresca ad irrigare tutta la zona arida, che presto rifiorì rigogliosa con abbondati frutti. Il bambù aveva dato vita con la sua morte ad un giardino di delizie.

L'accostamento al Beato Allamano è evidente e semplice".


Così cominciò la sua omelia il Superiore Generale, P. Aquileo Fiorentini, durante la Messa concelebrata delle ore 11, nella chiesa dedicata al Beato Allamano in Casa Madre, il giorno della grande festa del Fondatore.

All'inizio, P. Aquileo, aveva dato il benvenuto ai "fratelli, sorelle, parroci e amici", che numerosi assiepavano la chiesa. Le Missionarie della Consolata animavano la celebrazione con canti, a cui si univano le voci argentine di una ventina di bambini della quinta elementare della scuola S. Michele, gestita dalle Missionarie della Consolata.

P. Aquileo continuò la sua riflessione dando risalto alle attitudini di accettazione del Beato Allamano a tutte le richieste del Signore. Ammalato, fu il Cardinal Richelmy, in nome di Dio, a dirgli: "No guarirai e fonderai tu l'Istituto". Da quel momento egli divenne quel canale che ha portato la missione in Africa ed ora nei quattro continenti. Ai suoi figli e figlie disse: "Vi ho dato tutto". Lo Spirito lo portò piano piano a maturare nella missione tutte quelle qualità che Dio aveva posto nel suo animo. Per 46 anni rimase Rettore del Santuario della Consolata e proprio la Consolata diventò la Madonna missionaria. Di lì nacque e maturò la santità dell'Allamano, che ha portato e porta, per mezzo dei suoi figli e figlie missionari, l'acqua fresca della grazia al mondo".

"Quella santità dell'Allamano, continuò P. Aquileo, ci spinge oggi a diventare santi, di una santità comunitaria, santità di famiglia, santità di fraternità, perché insieme cresciamo nella comunione della SS. Trinità. Dio ci vuole docili al suo disegno di salvezza, nelle circostanze storiche e sociali della nostra società. L'Allamano disse: "Dal paradiso sarò più di aiuto all'Istituto di quello che posso fare ora. Egli è in Paradiso, concluse P. Aquileo, e noi lo preghiamo di esserci non solo guida, ma forza di missione sempre nuova, e preghiamo perché la Chiesa presto lo dichiari Santo".

I bambini di S. Michele, che già avevano presentato le loro suppliche nella preghiera dei fedeli, allietarono il momento di riflessione dopo la Comunione; il loro dolce canto, ben preparato e ben condotto, portò molti presenti a esternare il ringraziamento a Dio e alla scuola.

Nel refettorio di Casa Madre, dopo la preghiera di benedizione e il saluto ai Sacerdoti ospiti, il Superiore Generale passò a salutare tutti i confratelli e consorelle uno per uno. Il suo gesto semplice e il suo sorriso hanno lasciato una scia di ottimismo: dice che nonostante le sempre crescenti difficoltà che l'Istituto incontra, il bene si può sempre fare e fare bene.

Sabato 17 febbraio

{mosimage}Il giorno dopo, sabato, il salone Beato Allamano si animò con l'arrivo dei Missionari dalle case vicine a Torino, delle Missionarie della Consolata, assai numerose, alcuni Laici della Consolata, e amici e parenti. Un canto in onore del Beato Fondatore, diretto ed eseguito dai giovani del CAM, seguito dalla lettura di una pagina della Vita Spirituale diede inizio alla serata. P. Francesco Bernardi, come moderatore, introdusse il programma e i due ospiti: P. Gianpietro Casiraghi e Sr. Giovanna Armida Cavallo. P. Francesco Cialini, Superiore di Casa Madre, porse il benvenuto a tutti nella casa voluta dal Fondatore. Nei suoi quasi cento anni di vita la casa è stata testimone di opere grandi, di lavoro intenso, innumerevoli incontri, tante partenze ed arrivi. La Superiora regionale della Regione Europa, Sr. Giovanna Panier Bagat, in una breve introduzione suggerì di rivolgerci al Fondatore che ha ancora sempre qualcosa da dire. Ricorda pure che in quello stesso giorno a Fatima aveva luogo un incontro per fare conoscere il nostro Fondatore: noi dobbiamo farlo conoscere di più anche qui in Torino, nella sua città e nella sua diocesi.

P. Casiraghi annuncia il suo tema: l'Allamano figlio del suo ambiente storico. Da esperto e profondo conoscitore della storia dei paesi attorno a Torino, ambienta l'Allamano nel suo paese, Castelnuovo d'Asti (poi Castelnuovo Don Bosco), nella sua vita di campagna, nella sua famiglia provata dalla morte di alcuni fratelli e del padre quando il piccolo Giuseppe non aveva ancora tre anni, con i grandi sacrifici della mamma per portare avanti la famiglia e accanto ad alcuni grandi (poi santi) del suo tempo, quali S. Giuseppe Cafasso, Don Bosco, Cardinale G. Massaia e Cardinale G. Cagliero. Il volto dell'Allamano nacque da questo ambiente e si delineò con forza e marcata vita spirituale con il passare degli anni, gli studi e il sacerdozio. Nella diocesi di Torino svolse la sua attività, che si temprò e maturò all'ombra del santuario della Consolata, dove si sviluppò pure la carica missionaria che lo portò alla fondazione dell'Istituto dei Missionari e della Missionarie della Consolata..

Sr. Giovanna Armida presenta il tema: la spiritualità dell'Allamano. La fa convergere attorno ai tre pilastri della vita spirituale dell'Allamano: l'Eucaristia, la Madonna Consolata e la Missione. Illustra ognuno di questi temi con numerose citazioni dalla Vita Spirituale, le Conferenze ai Missionari e alle Missionarie. La sua esposizione è piana e profonda e si basa sulle parole dirette del Fondatore, specialmente quei passi dove egli parla di sé, con semplicità e con il cuore in mano, perché sa di parlare a figli e figlie. "Il Signore avrebbe potuto scegliere qualcuno più intelligente di me… ma uno che vi amasse di più, non credo". "Oggi non ho ancora visto la Madonna Consolata; questa mattina ho celebrato in duomo e quando uscii il santuario era ancora chiuso… quando ritornerò sarà già chiuso; sì, ho pregato la Madonna in duomo, ma non è la Consolata"."Ho sempre fatto la volontà di Dio" e Dio si è servito del suo servo fedele per compiere le sue opere meravigliose".

Il Superiore Generale, quindi, presenta il nuovo libro "Così vi voglio", curato da P. Francesco Pavese e Suor Angeles Mantineo, seguendo le indicazioni dell'XI Capitolo Generale IMC.

Il volume, destinato in modo particolare ai giovani in formazione, è pubblicato dall'Editrice EMI.

P. F. Bernardi, a nome di tutti i presenti, figlie e figli dell'Allamano, ringrazia il Superiore Generale per questo dono che l'Istituto offre ai giovani in formazione.
Ultima modifica il Giovedì, 05 Febbraio 2015 20:29

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