Mi vengono pure in mente i miei confratelli di ordinazione, un buon numero dei quali già partito per la casa del Signore. Ricordo coloro che mi furono vicini in un modo particolare: P. De Marchi, che mi voleva tanto bene e mi diceva a volte: "Aventino, il sacerdote non deve possedere niente, perchè è tutto per il popolo di Dio". P. Pietro Mongiano - il giorno della mia prima messa, non sapevo più da che parte dire il breviario, tanto ero stanco, lui mi ha guidato colla sua pazienza e la sua gioia. E tanti altri superiori e confratelli che mi sono stati vicini. Ricordo la mia famiglia che ha fatto grossi sacrifici perchè io potessi seguire la mia vocazione. Mi viene dolcemente in mente anche la mia madrina di seminario, D. Graciosa, che per me offrì tante preghiere e sacrifici, oltre il resto. Iddio le dia molta gioia: e con lei quante brave madrine di seminario devo ringraziare, e insieme a loro tutta la corona di amici e benefattori.
Quanta gente ho incontrato durante la mia vita mentre scorrazzavo per le vaste distese degli Stati Uniti e del Canada, ed anche in Portogallo, per dire che esistono le missioni, bisognose del sostegno materiale e spirituale ed anche di vocazioni.
Il 9 e 10 Febbraio, il P. Paul Stefanowich, superiore della comunità, e gli altri confratelli, mi hanno chiesto di celebrare la santa messa nella cappella semipubblica del nostro centro missionario di Somerset. Dopo la messa, nella sala degli audiovisivi, ci fu uno spuntino per tutti, occasione per parlare della missione e altro. Un grazie a P. John Saffirio per il volantino preparato per il mio cinquantesimo.
Ringrazio anche il Superiore Generale, P. Aquiléo, per la bella lettera di congratulazioni ricca di insegnamenti spirituali. Infine grazie a tanti altri non ricordati in questo scritto.