Secondo l’appuntamento, tutti i gruppi (eccetto Cittá del Capo) sono arrivati alla Cattedrale di Johannesburg, “Cristo Re”, il 27 aprile 2007 pomeriggio, tredicesimo anniversario della vittoria della democrazia e della sconfitta dell’Apartheid in Sud Africa.
I gruppi giovanili indossavano magliette di diverso colore secondo la diocesi di provenienza, armati di striscioni con i nomi delle varie diocesi e con messaggi di vita e di speranza. Alle 6 pomeridiane sfilavano entrando trionfalmente nella Cattedrale, cosí hanno dato inizio alla lunga e vivace veglia che si é conclusa alle 11 del mattino, il giorno dopo. Ad accoglierli c’erano S.E. il Cardinal Mons. Wilfrid Napier e il Vescovo responsabile dei giovani a livello nazionale, Mons. Zithulele Mvemve insieme all’équipe nazionale Youth Alive.
Le chiese cristiane, di questa parte del cono africano, nell’era post-Apartheid, si son mobilitate a promuovere programmi e realizzare progetti per diminuire e possibilmente annientare l’epidemia dell’ HIV/AIDS. Ora incoraggiati dall’ultra decennale esperienza positiva del Kenya e dell’Uganda; dopo diversi anni di consultazione nelle varie diocesi, si é arrivati al momento dell’apertura ufficiale di Youth Alive, dal tema “Giovani vivi per rinnovare la società”.
{mosimage}L’anima del programma e l’incoraggiamento a intraprendere il cammino di Youth Alive é venuto da Sr. Bernadette Duffy (Holy Cross Sisters).
Cosí dopo aver acceso il cero pasquale e pregato per le vittime dell’AIDS, Sr. Bernadette é intervenuta più volte, durante la veglia, incoraggiando i giovani a non aver paura a vivere i valori evangelici e a fare di Youth Alive il loro programma di vita.
Altre autorevoli personalità hanno aiutato i giovani a comprendere che non sono da soli in questa lotta che si concluderà con la vittoria della vita sulla morte, ne ricordiamo alcune in particolare:
Il vescovo Mons. Zithulele Mvemve ha ricordato l’esperienza di alcuni santi e della loro conversione, specialmente quella di Sant’Ignazio di Loyola. Il vescovo poi continuando ha sottolineato che prendere delle decisioni cristiane insieme ad altri può essere apparentemente facile, ma é molto importante, ed é più difficile, avere la forza di fare certe scelte anche quando si é soli.
Il vescovo di Tzaneen, Mons.Hugh Slattery, stretto collaboratore di Sr. Bernadette, ha evidenziato il valore della Chiesa Domestica che é la famiglia. Come al tempo dei romani, in una societá idolatra, i primi cristiani hanno dato il via a un processo di cambio inculcando valori evangelici ai loro figli, cosí oggi si può educare la società con famiglie che vivono il loro quotidiano in un modo coerente e radicale secondo il vangelo.
{mosimage}La sera dopo un’ora di adorazione insieme, il santissimo é stato esposto nella cappella adiacente, e gruppi di giovani a turno hanno adorato il Santissimo fino al mattino. La Cattedrale é stata un luogo di ascolto, di meditazione, di strilli di gioia, di musica delle marimbe, di danze ecc. E poi, durante gli intervalli, sfilate di giovani che tenevano nelle loro mani alzate simboli delle varie etnie, si snodavano dalla porta centrale verso l’altare e lungo le navate laterali cantando e lodando il Signore.
Nel cuore della notte si é celebrata la liturgia penitenziale inculturata animata da don Victor Phalana, conosciuto a livello internazionale per il suo impegno nel processo della nuova evangelizzazione. C’erano circa venti sacerdoti e i giovani hanno potuto celebrare il Sacramento della Riconciliazione anche a livello individuale e sono stati unti con l’olio di letizia chiedendo al Signore la cura nel corpo e nello spirito.
Al sorgere del nuovo giorno, 28 aprile, vigilia della domenica del Buon Pastore e della giornata delle vocazioni, l’Arcivescovo di Johannesburg Mons. Buti Tlhagale ha inaugurato ufficialmente il programma Youth Alive consegnando il mandato ai coordinatori dei giovani delle varie diocesi. L’arcivescovo nel suo intervento ha sfidato i giovani dicendo che il programma “Giovani Vivi” si sviluppa a partire da un altro programma già in atto, che é “Educazione per la Vita”, se di educazione si tratta significa che i giovani, a scuola, devono studiare ininterrottamente almeno fino a 25 anni di età. Ormai tutti sono a conoscenza del principale motivo che porta alla morte per via dell’AIDS, per molti casi l’ HIV/AIDS é cercata e voluta, chi é educato non va incontro alla morte. Inoltre sia l’arcivescovo che altri intervenuti precedentemente durante la notte, hanno sottolineato l’importanza di sviluppare una personalitá solida e confidente, uscendo da uno stato d’inferioritá derivato dalla storia passata. É arrivato un nuovo giorno, i giovani sono segni della primavera della vita e una nuova era é cominciata.
L’arcivescovo concludendo a mo’ di battuta ha detto: “so che sto perdendo il fiato inutilmente parlando di questi argomenti che a voi poco interessano, ma spero uno o due di voi possano impegnarsi secondo il programma tracciato da Giovani Vivi”.
Di fatto il programma ha delle regole rigide come astenersi da ogni sostanza alcolica e stupefacente e da attivitá sessuali prima del matrimonio. Essere fedele al proprio coniuge. Cambiare vita seguendo Gesù e i suoi valori evangelici ecc.
Come chiusura di questo tipo di convegno, si é celebrata l’Eucarestia presieduta dal Cardinale insieme ad altri quattro vescovi, venticinque sacerdoti e i moltissimi giovani. Durante l’omelia Card. Napier ha auspicato di poter lui stesso presto benedire alcune nozze degli associati a YOUTH ALIVE.
Auguri!