E' seguito un dialogo tra i Fratelli per delle delucidazioni e sottolineature. Il secondo giorno P. Piero Trabucco ci ha presentato la figura del fratello della Consolata nei 100 anni della storia dell'istituto, soffermandosi in particolare modo sull'idea che aveva il Fondatore riguardo del Fratello. L'Allamano configurava comunità di missione composte da "Padri" e "Fratelli" (Regol. IV, art. 3). I Fratelli sono nati con l'Istituto e il Fondatore li ha espressamente voluti nel suo progetto missionario. Il codice di Diritto Canonico affermava: "Lo stato di vita consacrata per sua natura non è né clericale, né laicale". Il Capitolo del 1981 mise in evidenza la missionarietà dell'Istituto composta da Sacerdoti e Fratelli . Come conclusione dell'incontro, molto apprezzato dai stessi fratelli, possiamo tracciare alcuni punti fondanti la vocazione e l'impegno fratelli:
2. I Fratelli sono per l'Istituto la memoria vivente del valore e della preziosità della consacrazione religiosa, in una vita spesa completamente e totalmente al servizio della missione.
3. Il Fondatore e la storia dei primi fratelli mostrano che la loro piena realizzazione ha il suo segreto nella santità di vita ed in un illuminato servizio alla missione.
4. I Servizi che i primi fratelli prestavano alla missione sono necessariamente generici, cioè propri di una persona tuttofare. Cammin facendo, la loro specializzazione ha preso contorni sempre più chiari, oggigiorno la realizzazione di un fratello esige, oltre alla sua chiara opzione alla vita consacrata, una specializzazione con cui ognuno si trovi pienamente identificato.
5. oggi, si parla molto e giustamente di comunità e comunione. L'opera missionaria non nasce più da navigatori solitari. I fratelli possono offrire un elemento prezioso nella creazione di comunità fraterne, serene, ben identificate con il nostro carisma.
L'incontro è terminato, ma la volontà di coinvolgere e di rilanciare a tutti i livelli la vocazione a fratello continua e per questo, salutandoci si è proposto di continuare la riflessione e l'animazione della proposta a fratello, così cara al nostro Fondatore."Fratelli non dobbiamo aver paura di sognare il nostro avvenire. Sognare la nostra vita di Fratelli di domani, implica il vivere appassionatamente il presente restando aperti alla speranza e alla certezza che il Dio rivelato in Gesù Cristo vuole che tutti abbiano la vita e la vita in abbondanza ( Gv10,10). Sognare il domani vuol dire vivere il presente e convertirci al futuro di Dio lasciandoci guidare dallo Spirito. Sogniamo una vita di fratelli, o meglio ancora, sogniamo dei fratelli capaci di offrire ai giovani, ai ragazzi, alla gente del nostro mondo l'alternativa di una vita centrata sul vangelo. Fratelli, dobbiamo essere come Gesù, segni visibili dell'amore gratuito del Padre, del suo perdono incondizionato, della sua presenza sempre vicina e testimoni del suo Regno".