L’ultima arma escogitata e messa in funzione per allarmare il Governo, la Polizia e i cittadini, sono i volantini che distribuiscono in luoghi pubblici, e che fanno presagire eventi allarmanti, catastrofici per il paese intero. Trascrivo alcuni brani dell’ultimo volantino, che sembra il più virulento e allarmante:
“Questo è un allarme per il Governo. Sapete voi quanti giovani vivono nella Provincia dell’Est e quella Centrale? Gli arresti degli ultimi giorni, da parte della polizia, di giovani che si ribellano allo status quo, sono un segno evidente dell’intenzione del Governo di non permettere che noi giovani votiamo: ed è per questo che non ci è stata rilasciata la carta d’identità che ci permette di votare …… Noi invitiamo tutti, ma specialmente i giovani, a ribellarsi e a difendere se stessi …. Se il Governo e la Polizia non pongono fine a queste angherie contro i giovani, noi (i Mungiki) ci sentiremo in dovere di prendere misure più drastiche ……. Ribellatevi, ribellatevi, voi tutti membri della società che state soffrendo; la misura è colma!”
Queste sembrano parole intimidatorie, o sono il presagio di eventi seri e disastrosi? Ecco i fatti. Il giorno dopo la distribuzione di questo volantino (uno dei tanti), in pieno pomeriggio, nel centro della capitale, in meno di un’ora, tre poliziotti sono stati massacrati! Negli ultimi due mesi, circa una dozzina di poliziotti hanno perso la vita. Qualche giorno dopo, altri cittadini sono stati massacrati sia nella capitale, che in altre città di provincia. La settimana scorsa più di venti persone, in un solo giorno, sono state uccise senza che la polizia potesse anche solo frenare questa corsa alla violenza e morte.
Il terrore della gente è alle stelle! Le disposizioni messe in atto dal governo (l’istituzione di un dipartimento antiterroristico della Polizia, lo stanziamento di un miliardo di scellini, una presenza sempre più visibile di militari e polizia), non sembrano efficaci per frenare la corsa alle armi e alla carneficina. Sembra addirittura che membri del Governo stesso e della Polizia proteggano il movimento per ragioni politiche ed elettorali. Che cosa si può fare, allora? Il Governo ha scelto di continuare la sua politica di distruzione della setta, con l’adozione di nuove strategie:
- Vuole chiedere la collaborazione della gente nella lotta contro la setta. Il 18 di Maggio, il Sig. Jan Terry, Commissario della Provincia Centrale, ha lanciato un appello per chiedere un aiuto alla popolazione. “Noi invitiamo il pubblico ad offrire tutte le informazioni possibili sulle attività dei Mungiki: esse saranno trattate in completa confidenza”. Purtroppo il giorno seguente a questo invito, un giovane che aveva offerto informazione alla Polizia sull’uccisione dei tre poliziotti, è stato decapitato nel centro della città, la sua testa portata nella stazione degli autobus più grande di Nairobi e collocata nel centro della sala d’aspetto, e i pezzi del suo corpo sparsi per la città.
- Preparare personale qualificato che possa infiltrarsi nelle attività della setta allo scopo di fornire al governo informazioni sicure per prevenire gli atti criminali. Per questa, che sembra essere l’operazione più pericolosa e delicata per gli agenti di polizia, i frutti potrebbero arrivare solo dopo molto tempo.
Proprio in questo momento (31 Maggio 2007, ore l7,30) la radio annuncia che la Società degli Avvocati e Giudici, ha proposto che “il governo dichiari lo Stato di Emergenza come mezzo radicale e indispensabile per sradicare completamente la setta dei Mungiki e ridare pace e serenità alla nazione”.
Ci si sta avvicinando alla guerra civile? O a una carneficina mai vista prima in Kenya? O, come tutti sperano, ad una vita normale?
I Vescovi Cattolici si sono resi disponibili, come nel passato, per fare da mediatori in tutte le situazioni di lotta nella nazione. Accetteranno anche questa sfida se verrà loro offerta?