Due giornalisti ben qualificati e onesti, hanno fatto una ricerca circa questo nuovo fenomeno. Mr. Joseph Ngunjiri e Mr. Gakiha Weru hanno visitato diversi di questi bar, specie uno costruito sulla strada che porta a Thika, ed uno nella zona di Eastlands in Nairobi, e alcuni nel centro della città della capitale. Quello che hanno visto e descritto, fa presagire un futuro poco bello per i bambini, e uno sfaldamento accelerato della famiglia.
La serata più o meno si svolge in questo modo: le famiglie arrivano e si sistemano per trascorrere una notte in allegria e festa. La mamma allatta i più piccini, e li depongono in un cestino ove presto si addormentano. Si parte con la musica “normale”, senza toni o riferimenti sessuali, e tutti gli adulti e i bambini fino ai tredici anni danzano e si divertono. Poi tutti si fermano e iniziano a bere: birra e liquori per i genitori, e Coca Cola o Pepsi per i bambini. Inizia nuovamente la musica, molto più forte, molto più sensuale, seguita da dimostrazioni sessuali esterne e visibili. Con l’accelerazione dei ritmi musicali, i bambini continuano a danzare, però di tanto in tanto si avvicinano al tavolo dove ci sono bicchieri di birra e di liquori e velocemente si servono a piacimento. Dopo la seconda sosta, l’atmosfera di riscalda, l’alcol fa il suo effetto e tutto diventa più libero, espressivo e sensuale. I bambini continuano a bere fortuitamente dai bicchieri dei genitori e di altri adulti che sono già alticci e non vedono nulla se non la persona con cui ballano e si divertono, e presto questi bambini cadono addormentati o ubriachi, oppure si nascondono per vedere gli ammiccamenti sessuali che si scambiano gli adulti, compresi i loro genitori. I due giornalisti hanno condensato le loro esperienze in queste frasi scultoree e di condanna assoluta:
Solo il Prof. Egara Kabali, che insegna all’Università di Masinde Mulina, si è dichiarato favorevole a questo comportamento dicendo: “ Io non vedo niente di negativo in tutto ciò. Anzi, questa vicinanza dei genitori e figli sviluppa quell’amicizia che promuove la maturità del bambino.” Tutti gli altri intervistati hanno espresso timore per il futuro dei figli, per un ruolo positivo dei genitori nell’educazione dei figli, e per la loro dipendenza dall’alcol! Basti solo una testimonianza che compendia tutte quelle dei genitori che provano rimorso a portare i loro figli a queste orge sessuali.
Mamma Margherita dice: “Ci sono cose poco belle che si fanno nei bar, specialmente quando si è inebriati. Quando gli adulti si ubriacano, si comportano come non farebbero mai se fossero sobri. Noi tutti sappiamo che effetti disastrosi ha l’alcol sulle persone. Io mi sentirei molto imbarazzata a dire a mio figlio di non bere perché fa male, quando mi vede nei bar a bere fuori dei limiti. Io mi ribello a quei genitori che sono così severi con i loro figli dopo i sedici anni di età, e proibiscono loro di andare nei bar, o nelle discoteche: sono loro stessi, infatti, che portano i più piccoli negli stesi bar o discoteche e, di fronte a loro, si comportano peggio dei giovani. Il costringere i loro figli a non frequentare bar o discoteche, non si confà con quel libertinaggio di portare con sé i più piccoli e rovinarli prima ancora che sappiano quello che fanno”.
L’Associazione Nazionale dei Genitori ha fatto un appello a tutti i genitori di trovare alternative più umane e meno pericolose, per divertirsi con i loro figli, per proporre loro uno svago con altri bambini, ma in un clima di vera famiglia, di sobrietà, di allegria e di amicizia. Ha elencato tutti i luoghi, e le opportunità che ci sono sia a Nairobi che altrove, di modo che possano cambiare questa abitudine, salvare i loro figli, e dare loro una miglior ricreazione e soddisfazione, e ritenere quell’esempio di vita civile ed etica il mezzo più educativo per i figli.
Come missionari dobbiamo comprendere che è nostro dovere dare spazio, possibilità nei nostri centri, scuole, e saloni, perché le famiglie possano trovare un ambiente aperto, ma sano, per trascorrere serate felici, per abituarsi a trovare la gioia nelle relazioni più che nell’alcol, nella serenità dei rapporti, più che nella libertà di sessualizzare anche i momenti più intimi con altri sposi e famiglie. Non possiamo continuare a limitare la nostra influenza in una chiesa aperta per la Messa e niente altro, o sulle nostre strutture chiuse per momenti sociali e di vita allegra. Dobbiamo incitare i giovani ad esibirsi in commedie, teatri, canti, danze, i bambini a trovarsi assieme per giocare in un ambiente sereno ed educativo, i genitori a trascorrere tempi gioiosi con o senza i figli, a distendersi in un clima di unione e di comunione. Le nostre missioni non possono essere aperte solo qualche ora al giorno, e chiuse per il resto del tempo, specie nei fine settimana, ma aperte perché i Cristiani trovino in esse TUTTO l’aiuto necessario per vivere nel modo più pieno possibile la loro vita, e per attuare il loro progetto di vita matrimoniale. Abbiamo delle possibilità enormi che ci regala il nostro ministero, per influenzare la crescita delle nostre famiglie, comunità ed individui, con un approccio che sia vivificato dal religioso, ma assecondato dal sociale, civile, caritativo, ricreativo ecc.
Non chiudiamoci: apriamoci, perché possiamo rimanere il sale, la luce, la gioia, il futuro.