Sono arrivato in Tanzania martedì 28 dicembre 2021. Partito da Cagliari con una temperatura di circa 10 gradi sono atterrato a Dar es-Salam alle 13.30 ora locale: 42 gradi con 100 per cento di umidità! Benvenuto in Africa! Fantastico!
Il mio sogno è diventato realtà ed era qui davanti a me… era tutto vero! Che bello! La felicità era direttamente proporzionale alle gocce di sudore che grondavano in ogni centimetro quadrato del mio corpo. Sudato come una foca ma felice come un bambino in un negozio di giocattoli!
Il primo mese sono rimasto a Iringa, capoluogo di provincia a 500 km dalla capitale e sede della diocesi. Mi sono presentato al vescovo e al clero locale. Poi son stato affidato al superiore della Consolata, congregazione con la quale avrei collaborato. E dopo un mese, il superiore regionale della Consolata, Padre Erasto, mi ha dato la destinazione missionaria: a PAWAGA dove da tre anni opera da solo Padre Evaristo, missionario tanzaniano della Consolata.
Il 31 gennaio 2022 sono arrivato a Pawaga ed è iniziata la mia missione in terra d’Africa.
La Missione di Pawaga
La missione di Pawaga si trova a 70 km da Iringa. Dai 1700 metri di altitudine del capoluogo si passa ai 700 in piena savana con temperature medie di 30 gradi. Si, c’è molto caldo, ma è abbastanza secco e non umido come a Dar es-Salam. Comunque, occorre far abituare l’organismo a questo clima ed è bene fare le cose con molta calma soprattutto in quella fascia d’orario che va dalle undice del mattino fino alle quattro del pomeriggio. È salutare bere tanta acqua. Altra cosa curiosa per me è che non c’è una notte ma le notti: infatti ogni notte, per il caldo e il sudore, ci si sveglia due tre volte per andare in bagno e bere acqua e poi riaddormentarsi.
Essendo io grande tifoso del Cagliari, da subito, ho issato la bandiera del Cagliari sulla missione. Un piccolo segno per ricordare che nel cuore dell’Africa batte un cuore rossoblu.
Un aspetto molto interessante e motivante per me è il fatto di collaborare con un sacerdote africano: padre Evaristo. Tra l’altro siamo coetanei. Non capita spesso nelle missioni questo mix. Perciò lo vivo con molto slancio ed entusiasmo e fin’ora va alla grandissima!
Pawaga è un villaggio di circa 8000 anime e poi serviamo altri 16 villaggi sparsi in distanze che vanno dagli 8 km di Ndolela ai 35 di Ngega e di Mafuruto.
In missione ci sono anche le suore Teresine che ci danno una mano nell’evangelizzazione e una di loro gestisce il piccolo ma prezioso dispensario dove, tra l’altro, le mamme africane vengono a partorire. Sapevate che quando i bambini africani nascono sono “bianchi”? Sono bellissimiiiiiii!!!
la missione di Pawaga con la bandiera del Cagliari
Il dispensario torna utile anche a noi padri e suore perché è il primo posto dove possiamo andare se non ci sentiamo bene. C’è anche un piccolo laboratorio con test della malaria, del tifo, dell’ameba e dell’Aids. Un dispensario che merita tutto il nostro sostegno.
Abbiamo anche un asilo con 25 bambini: potrebbero essere molti di più ma molti genitori devono andare a lavorare i campi e a volte, se non possono venire mamma e papà, non c'è nessuno che li può portare. Con Padre Evaristo sogniamo di comprare un pulmino anche di seconda mano che faccia da scuolabus.
Di sera, col fresco, la parrocchia si anima di bambini, ragazzi e giovani. Abbiamo tre cori parrocchiali: adulti, giovani e bambini. Ai bambini e ai giovani piace giocare e sto cercando di... attrezzarli!
Nella nostra missione i superiori ci hanno invitato ad essere il più possibile autosufficienti cercando di limitare la nostra dipendenza dagli aiuti dei donatori europei. E allora in missione abbiamo: maiali, conigli, oche, anatre e polli e poi, grazie all'acqua del fiume vicino, coltiviamo anche mais, fagioli, melanzane, peperoni, pomodori, verdure, girasole per olio da cucina. Abbiamo anche un po' di arnie e stiamo anche pensando di allevare dei pesci. I prodotti li mangiamo noi, le suore, i bambini dell’asilo e i nostri dipendenti... ma non ci manca l’occasione di fare carità!
Fra le varie attività il venerdì mattina vado a portare la comunione agli ammalati che ne fanno richiesta e il mercoledì visitiamo la scuola secondaria di Pawaga che ha 850 alunni. Poi a Pawaga c’è anche una scuola primaria. Immaginate, sono 1200 alunni in sole 8 classi! Qui bambini e giovani non mancano. Stupendo!
Vorrei infine segnalare l’attività economica principale di questo piccolo centro: la coltivazione del riso! È il migliore di tutta la Tanzania: una genialata! Qui piove abbastanza poco ma il piccolo Ruaha è un fiume che non secca mai e riceve le piogge che cadono abbondanti sulle montagne. Loro cosa si sono inventati? Tutta una serie di deviazioni e canali che permettono allagare i campi e coltivare il riso. Davvero geniale! Purtroppo, le risaie hanno anche un prezzo: le zanzare. E con loro abbanda anche la malaria.