Attacco all'Europa: il terrorismo islamico apre una nuova era

Published in Notizie
Tagged under

Con l'attacco terrorista a Copenaghen di due giorni fa, è evidente come vi sia un'escalation del terrorismo islamico sempre più vicino all'Europa. Addirittura, nel video della decapitazione dei 21 egiziani copti, uno dei boia si vanta di essere "a sud di Roma".

Insomma questi terroristi stanno ormai per occupare l'Europa. Nel loro fanatismo violento e sanguinoso, il loro tentativo di "invasione" viene presentato con forti accenti confessionali, come una "anti-crociata".

Tutti i Paesi europei sono preoccupati nel vedere che il terrorismo si avvicina. Finora  si tratta di un terrorismo spontaneo, di individui, ma è chiaro che a provocare questi scoppi di violenza è la forza di imitazione che il terrorismo organizzato genera nei giovani europei.

Questa nuova era di terrorismo affascina giovani in difficoltà. Il supposto killer danese era uno che era già stato in prigione;  pure i due attentatori francesi di Charlie Hebdo e del negozio kosher lo erano. Il terrorismo organizzato offre uno scopo a giovani musulmani europei in crisi d'identità e di valori. Tutti questi giovani attentatori sono nati in Europa, figli di migranti islamici.

Un conflitto confessionalizzato

Tutto il mondo è in crisi, ma per i musulmani essa ha a che fare con la religione. Per questo, per loro la crisi viene ad avere un volto confessionale.

Certo ci sono accenti confessionali anche in Europa: molta destra europea agita le minacce contro i cristiani per raccogliere consensi; negli Stati Uniti vi sono uccisioni di musulmani giustificati come guerra confessionale; il premier israeliano Benjamin Netanyahu continua a citare le violenze che subiscono i cristiani in Medio oriente per giustificare  l'isolazionismo di Israele nella regione. E ora - a un mese dalle elezioni israeliane - spinge gli ebrei in Europa a emigrare in Israele per avere più sicurezza! Sono stato molto contento che il gran rabbino di Danimarca abbia chiarito la situazione e abbia criticato Netanyahu per questa offerta.

Di fatto, ogni Stato sta approfittando della crisi terrorista in funzione dei propri interessi: gli Stati Uniti cercano di riprendere una certa leadership senza fare molto; Israele cerca di giustificare il suo essere "indispensabile" alla salvezza degli ebrei; l'Europa è in affanno per le sue necessità energetiche. Ma questo impegno dell'occidente contro il terrorismo ha delle enormi falle. Ad esempio, le sfide e le violenze di Boko Haram in NIgeria, o i massacri contro le minoranze cristiane e yazide in Iraq, non ricevono la stessa attenzione.

La mia impressione è che si sia ormai formato un movimento terrorista in nome dell'islam. All'inizio esso era focalizzato solo nel conflitto sunnita contro gli sciiti e in parte continua così a livello locale (v. Libano, Pakistan, Iraq,...); ora si è allargato a un conflitto di islamisti contro l'occidente, dove l'occidente è definito sempre "crociato", per cui la lotta è fra islamisti e cristiani.

La parola "crociato" nella bocca dei musulmani è emersa all'incirca nell'ultimo ventennio. Nei libri di storia, anche quelli sulle crociate, la parola che si usava per indicare i combattenti per il Santo Sepolcro era "firing, franchi". Ora invece per definire un occidentale o un qualunque cristiano si usa la parola "salibi", di invenzione recente.

Questa parola ha avuto un grande successo nella propaganda islamista e nell'adesione di nuove reclute. E' di questi giorni la notizia che Ansar-al-islam è entrata nello SI con più di 1000 uomini.

Lo SI appare come un gruppo vincente, efficace e quindi i vari gruppetti sperano di entrarvi per avere più gloria, ma anche più soldi e finanziamenti. Questo del finanziamento dello SI e delle armi che vengono loro date è davvero un problema che nessuno affronta. In questi giorni essi hanno minacciato i loro nemici con degli Scud: questi non sono dei giocattoli, ma vengono da enormi vendite e cessioni.

Ormai lo SI sta assumendo una nuova dimensione: l'avvicinamento all'Europa. Ciò avviene sia con i piccoli pazzi locali, i cosiddetti "lupi solitari". I loro attentati fanno pochi morti a confronto con le centinaia e le migliaia uccisi dallo SI in Medio oriente, ma fanno molta impressione e clamore perché avvengono in Europa.

Libia, l'avamposto dello Stato islamico

Lo SI ha ormai scelto la Libia come suo avamposto. Ai suoi occhi la Libia presenta molti vantaggi: è un Paese allo sfascio, dove non funziona nulla e quindi le milizie hanno la libertà di fare tutto quello che vogliono; è un Paese che ha il petrolio, per cui se lo SI occupa pozzi e raffinerie potrà avere fondi a non finire per continuare la sua lotta. Se i jihadisti conquistano tutta la Libia, non avranno più bisogno del sostegno dell'Arabia saudita e del Qatar: saranno autonomi dal punto di vista finanziario. Anche l'attacco contro i Kurdistan ha lo stesso scopo: occupare i pozzi di petrolio del Nord Iraq per garantirsi una fonte di entrate.

Lo SI mira a queste zone anche per poter continuare l'avanzata verso l'Europa.

Citare l'Italia, come loro hanno fatto dicendo che "siamo a sud di Roma", è un passo strategico: l'Italia è la nazione europea più vicina alla Libia (senza contare l'isola di Malta).

Per conquistare l'Italia essi citano un strano detto di Maometto, che non si capisce da dove sia stato tratto.

Stiamo perciò passando da un evento islam-islam a un progetto più largo, verso l'Europa, pur senza dimenticare l'occupazione del Medio Oriente e il califfato.

Penso che l'Europa saprà difendersi, ma il turbinio e i messaggi che lo SI lancia creeranno difficoltà per decenni: si trovano sempre individui pronti a farsi saltare o a compiere attentati in modo imprevisto. E' una situazione molto più grave di qualche anno fa.

Finora l'occidente ha cercato solo di contenere questo pericolo dello SI e mantenerlo rinchiuso in Medio oriente, ma con gli attacchi di Parigi e di Copenhagen  il problema si è ormai diffuso in Europa e in occidente.

L'occidente guarda ai suoi interessi economici e politici, mentre il Medio oriente soffoca nella mancanza di democrazia a causa di regimi che l'occidente stesso sostiene.

La pista della guerra è allora l'unica possibile? In questo momento io temo che sia un passo inevitabile. E' da sperare che non scoppi una vera e propria guerra, ma che vi sia un'operazione militare che riduca la forza nociva di questi terroristi.

E' evidente che questi terroristi sono delle persone addestrate, capaci, efficienti. Anche i loro video sono perfetti dal punto di vista tecnico, spettacolari con i loro riti. Questa propaganda mette terrore a tutti e diffonde il senso che ormai l'umanesimo è un valore perduto.

La vera e l'unica soluzione pero' è nel ripensare l'Islam in funzione del mondo odierno. Ripensare la sharia in funzione della cultura dell'uomo moderno e della Carta universale dell'Uomo, senza cadere nel libertinismo e nel secolarismo occidentali. Questa è la rivoluzione culturale e religiosa che molti musulmani desiderano e tentano di fare, ma non sono sostenuti dai religiosi che decidono delle interpretazioni del Corano e della sharia. Di recente, il 28 dicembre scorso, il presidente egiziano, il generale Al-Sisi, ha chiesto agli imam dell'Università islamica più famosa del mondo, Al-Azhar, di fare "una rivoluzione religiosa", e intendeva questo.

Questa rivoluzione, questa riforma è indispensabile. Sono convinto che gli imam musulmani non sono in grado di farla in questo momento. Ma penso che noi cristiani possiamo (e dobbiamo) aiutarli a farla, e nello stesso tempo a rivedere anche noi le nostre stesse posizioni in Occidente, per ritrovare i valori comuni all'umanità e il rispetto delle credenze di tutti i popoli, anche se diverse dalle nostre.

Gli ultimi articoli

Giubileo e 9° Giornata Mondiale dei poveri

15-11-2025 Missione Oggi

Giubileo e 9° Giornata Mondiale dei poveri

Da venerdì 14 a domenica 16 novembre, si terrà a Roma il Giubileo dei Poveri, all’interno del quale si inserisce...

XXXIII Domenica del TO / C - Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita

15-11-2025 I missionari dicono

XXXIII Domenica del TO / C - Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita

9° Giornata Mondiale dei Poveri Mal 3, 19-20a; Sal 97; 2Ts 3, 7-12; Lc 21, 5-19 Siamo nella penultima domenica del tempo...

COP30: Cardinali del Sud del mondo presentano le proposte della Chiesa Cattolica

14-11-2025 Missione Oggi

COP30: Cardinali del Sud del mondo presentano le proposte della Chiesa Cattolica

La Chiesa Cattolica, rappresentata dai cardinali del Sud del mondo (America Latina, Asia, Africa e Oceania), ha presentato, giovedì 13...

“La morte come via alla vita”. Messaggio del Superiore Generale

14-11-2025 I missionari dicono

“La morte come via alla vita”. Messaggio del Superiore Generale

“Il mese di novembre tradizionalmente ci porta a ricordare i nostri cari defunti e, come famiglia missionaria, ‘nel giorno previsto...

Popoli afroamericani: gioiosi testimoni del Vangelo

13-11-2025 Missione Oggi

Popoli afroamericani: gioiosi testimoni del Vangelo

La città di Luján, nella provincia di Buenos Aires in Argentina, ha ospitato dal 4 al 7 novembre, il XVI...

"Leo from Chicago", il documentario

13-11-2025 Notizie

"Leo from Chicago", il documentario

In occasione della ricorrenza dei sei mesi dall’elezione di Papa Leone XIV, Radio Vaticana – Vatican News pubblica Leo from...

Massacro: il Tanzania deve rispondere dei suoi morti

13-11-2025 Notizie

Massacro: il Tanzania deve rispondere dei suoi morti

Non esiste una risposta logica, diretta o un’unica narrazione che possa spiegare pienamente come il Tanzania sia giunto a questa...

Beata Maria Carola Cecchin a 100 anni dalla morte

13-11-2025 Missione Oggi

Beata Maria Carola Cecchin a 100 anni dalla morte

Dal 5 al 16 novembre 2025 a Torino, per commemorare il centenario della sua morte sono state organizzate diverse iniziative...

“Fratel João segno di speranza per molti, soprattutto nella sua amata Kenya”

10-11-2025 I missionari dicono

“Fratel João segno di speranza per molti, soprattutto nella sua amata Kenya”

Il 5 novembre 2025 è tornato alla casa del Padre il missionario della Consolata, Fratel Alberto João Pereira Alfaiate a...

Articoli correlati

onlus

onlus

consolata news 2

 

Contatto

  • Viale Mura Aurelie, 11-13, Roma, Italia
  • +39 06 393 821