Stefania Gualtieri con il marito Luigi d’Avolio, in parole semplici e profonde descrivono come la loro vita missionaria, passata da una significativa esperienza nella provincia di Esmeraldas in Ecuador, si è aperta al servizio d’accoglienza dei migranti nella comunità Emmanuel di Lecce.
I nove anni trascorsi in missione a Esmeraldas (Ecuador) sono stati prima di tutto un dono straordinario per noi. Sono state un’occasione una opportunità di conversione umana e spirituale fortissima. Ci hanno permesso di capire che cosa vuole dire lasciare la propria terra, le proprie comodità, le proprie convinzioni per avventurarci in una terra che non conosciamo. Abbiamo avuto l'opportunità di aprire il nostro cuore all'empatia, comprendere di più la vulnerabilità e la fragilità di non essere a casa.
Quando, dopo qualche anno, siamo tornati in patria abbiamo riscoperto il valore anche delle cose semplici che spesso diamo per scontate come il dono anche l'acqua fresca che arriva alla nostra casa e il poter camminare per la strada senza essere soffocati dalla polvere come succedeva lungo le strade di Esmeraldas.
Tornando abbiamo visto che due come noi dovevamo continuare a vivere la missione. Essere missionari, in realtà, non è fare qualcosa di particolare nella vita ma è fare una scelta di vita e noi quella scelta di vita l'abbiamo fatta un po' di anni fa.
Dopo una esperienza in terra di missione abbiamo visto ciò che di terra di missione c’è anche qui: ci siamo guardati intorno e abbiamo visto dove inserirci per fare qualcosa di buono per gli altri. Abbiamo visto, nella sofferenza delle persone che arrivavano da altre parti del mondo alla ricerca di migliori condizioni di vita, l'opportunità per poter vivere il vangelo. Il vangelo bisogna viverlo nella contemporaneità, nella vita reale. Vedere la vita reale alla luce della Parola di Dio ci permette di essere cristiani attivi e non chiusi nella nostra tranquillità, nel nostro piccolo, nel nostro mondo.
Oggi lavoriamo nella sartoria all'interno del centro di accoglienza. Questa sartoria nasce dal bisogno espresso anni fa da uno dei nostri beneficiari, un ragazzo senegalese, che era sarto e poi dalle continue chiamate di persone che offrivano vestiti ed abiti usati. Ci siamo chiesti in che modo usare questo materiale e quelle abilità che avevamo a disposizione. E la risposta è stata riciclare, dare vita nuova... e questa vita nuova è diventata un po' il nostro motto, in tutti i sensi.
Su questa “vita nuova” si basa la nostra metodologia: noi non siamo quelli che possono risolvere i problemi dell'altro ma quelli che accompagnano l'altro per scoprire, comprendere e sviluppare quelle energie che possono portare a dei cambiamenti all'interno della vita. Dobbiamo creare le condizioni, fornire gli strumenti ma poi lasciare a ciascuno il protagonismo della propria vita. Siamo felici se le aspettative e i sogni dell'altro si realizzano spesso anche al di là della nostra attesa.
Crediamo fortemente nella relazione di aiuto e nella reciprocità; restituendo la dignità e l’identità ferita delle persone si riesce a fare di ogni vita un capolavoro.
La Comunità Emmanuel è nata a Lecce, la notte di Natale del 1980, da un gruppo di uomini e donne che, accompagnati da padre Mario Marafioti SJ, hanno voluto incarnare nel servizio il loro cammino di fede. Tutte le foto: Comunità Emmanuel