ASCOLTA
Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste. (Mt. 5,43-48. 18,21-35)
RIFLETTI
Il 12 febbraio 1980 le Brigate Rosse uccidevano a Roma Vittorio Bachelet, vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura. Durante il rito funebre, celebrato nella parrocchia romana di S. Roberto Bellarmino, ripreso dalla televisione, il figlio minore Giovanni (24 anni) pregò per gli uccisori del padre e, a nome della famiglia, annunciò il perdono.
Quasi quattro anni dopo, un fratello dell'ucciso, il padre gesuita Adolfo Bachelet, ricevette da diciotto brigatisti rossi una lettera, di cui riportiamo il brano seguente:
Sappiamo che esiste la possibilità di invitarla qui nel nostro carcere. Di tutto cuore, desideriamo che Lei venga e vogliamo ascoltare le sue parole. Ricordiamo bene le parole di suo nipote, durante i funerali del padre. Oggi quelle parole ritornano a noi, e ci riportano là, a quella cerimonia, dove la vita ha trionfato della morte e dove noi siamo stati davvero sconfitti, nel modo più fermo e irrevocabile. Per questo la sua presenza ci è preziosa: ai nostri occhi essa ci ricorda l'urto tra la nostra disperata disumanità e quel segno vincente di pace, ci conforta sul significato profondo della nostra scelta di pentimento e di dissociazione, e ci offre per la prima volta con tanta intensità l'immagine di un futuro che può tornare a essere anche nostro. Solo alcuni di noi si sono aperti in senso proprio alla esperienza religiosa, ma creda, padre, che tutti, nel momento in cui con tanta trepidazione la invitiamo, ci inchiniamo davanti al fatto puro e semplice che la testimonianza d'umanità più larga e vera e generosa sia giunta a noi da chi vive in spirito di carità cristiana.
DOMANDE
Di fronte a testimonianze come quella appena letta ci sentiamo davvero piccoli. Eppure la capacità di andare oltre le offese costituisce il vero termometro della maturità di una autentica fede religiosa. Chiediamoci con sincerità come viviamo a livello personale e comunitario il Vangelo della Misericordia?
Prego per chi mi fa del male? Sappiamo andare al di là di un primo gesto superficiale di attenzione, per accogliere veracemente l’altro, il diverso, imitando la fedeltà di Dio ricco di misericordia?
PREGA
Signore,
ho urgente bisogno della tua misericordia,
per poter sopportare di nuovo me stesso.
Ho urgente bisogno di stare con te,
per rappacificarmi con gli altri e con me stesso.
Di me nulla conosco finché non conosco te.
E nulla mi piaceva del mio intimo
prima di scoprirvi la tua grazia,
il tuo compiacimento e la tua immagine.
Davanti a te la vita cambia completamente la sua essenza;
il tempo non viene contaminato da febbrili inquietudini,
e oppresso dall'inutilità.
Esso scorre denso, si svolge potentemente
e niente resiste al suo valore.
La sua densità fa male.
E tuttavia, non appena interrompo la mia preghiera,
mi sento costretto a riprendere questa preghiera.
(Louis Evely)