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Lettura del vangelo di Matteo (25,34-40)
Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me.
RIFLETTI
Testimonianza delle Piccole Sorelle in Iraq
In questo tempo di confinamento, abbiamo deciso di centrare la nostra giornata sulla preghiera, e questo produce un ambiente di silenzio e di pace. Come dicono le nostre costituzioni, “Credendo nella fecondità della loro missione di “permanenti della preghiera”, come delle sentinelle sulla breccia, (Ez 22, 30) porteranno davanti a Dio la vita di tutte le persone che le circondano...” e oggi, del mondo intero!
Da quando siamo arrivate per cominciare una fraternità qui a Bartella abbiamo cercato lavoro. Adesso lo abbiamo trovato in una fabbrica di confezioni, con una sessantina di operaie ed operai. È un lavoro momentaneo, dovuto al Covid, perché si fanno cose destinate ad ospedali e centri di salute.
Siamo molto contente di poter essere presenti tra queste donne di tutte le religioni (cristiane, musulmane, yezedy…). Tutte sono sorprese, soprattutto le cristiane, al vedere delle suore che lavorano in condizioni dure, però apprezzano la nostra presenza, soprattutto le yezedy che hanno molto bisogno di parlare per condividere quello che hanno vissuto; e le cristiane scoprono una dimensione sconosciuta della loro fede.
Riflessione sulla vita di Fratel Carlo
Della condivisione fraterna con i più poveri, fratel Carlo dirà: “Voglio abituare tutti gli abitanti, cristiani, musulmani, ebrei e idolatri a considerarmi come loro fratello universale”.
Scopre sempre più la solidarietà completa con i più poveri. Lui si spende per gli altri ma in un momento di malattia saranno loro a salvarlo dandogli tutto quello che hanno di più prezioso in quel tempo di carestia, un po’ di latte di capra. È a partire da questo capovolgimento della situazione che nascono e maturano delle vere amicizie tra fratel Carlo e i Tuareg: l’amicizia ha bisogno di questa reciprocità e di questa condivisione. Scriverà a un amico protestante: “Sono qui non per convertire i Tuareg ma per cercare di comprenderli… sono certo che il Buon Dio accoglierà in cielo quelli che furono buoni ed onesti, senza che ci sia bisogno di essere cattolico romano. Lei è protestante, T. è incredulo, i tuareg sono musulmani… sono persuaso che Dio ci riceverà tutti.”
PREGA
Mio Dio, quanto ci ami, tu che per noi hai voluto essere sprofondato in quest’abisso di sofferenze e di disprezzo, tu che in tal modo hai voluto darci tante lezioni, ma innanzitutto, soprattutto, hai voluto dimostrarci il tuo amore, quest’amore inaudito grazie al quale il Padre ha dato il suo unico Figlio, e l’ha dato in mezzo a tali sofferenze e tali umiliazioni allo scopo di indurci, con la vista, con la certezza di un sì immenso amore, dimostrato e dichiarato in maniera così toccante e commovente, allo scopo d’indurci con ciò ad amare Dio a nostra volta, ad amare l’Essere così amabile che ci ama tanto. Amiamo Dio, poiché egli ci ha amati per primo.