Istituita nel 2007 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con la risoluzione A/RES/62/10, pone l’attenzione sull’importanza della giustizia sociale come strumento di eradicazione della povertà e promozione dello sviluppo e della dignità umana.
Essa, infatti, costituisce presupposto della pace e sicurezza tra le nazioni perché, attraverso il rispetto dei diritti umani e le libertà fondamentali di tutti, è in grado di rimuovere le barriere che le persone affrontano nell’accesso al benessere sociale a causa di genere, età, razza, etnia, religione, cultura, disabilità, condizioni di lavoro e giustizia.
Il tema della giornata per il 2020 è “Colmare il divario delle disuguaglianze per raggiungere la giustizia sociale”.
La preghiera del Signore… per la Giustizia
Padre Nostro… che sempre stai accanto ai deboli agli abbandonati, agli infermi, agli anziani, ai piccoli, ai non-nati, e a quanti ogni giorno soffrono diverse forme di dolore.
Che sei nei cieli… là, dove tutto cambierà, dove i primi saranno gli ultimi e gli ultimi i primi, ma dove tutti staremo bene qualunque sia il nostro modo di essere.
Sia santificato il tuo nome… Fa’ che sempre possiamo riconoscere la tua santità, rispettando le tue vie che non sono le nostre, i tuoi criteri che si differenziano dai nostri. Fa’ che l’invocazione del tuo nome ci strappi dall’egoismo che ci impedisce di vedere il dolore dei nostri fratelli e delle nostre sorelle.
Venga a noi il tuo Regno… Aiutaci a creare un mondo in cui, al di là delle nostre necessità e delle nostre ferite, sia possibile praticare la giustizia, amare con tenerezza e camminare umilmente con te e con tutti i nostri simili.
Sia fatta la tua volontà… Amplia la nostra libertà, perché possiamo lasciarti entrare in noi, in modo che la pienezza di reciprocità che costituisce la tua vita fluisca nelle nostre vene e ci renda capaci d’irradiare il tuo amore incondizionato per qualunque persona, con una preferenza per i poveri.
Come in cielo così in terra… Fa’ che il lavoro delle nostre mani, i santuari e le strutture che noi costruiamo in questo mondo siano un riflesso del tuo tempio di gloria, in modo che la gioia, la grazia, la tenerezza e la giustizia che si vivono in cielo s’irradino sulle nostre strutture terrestri.
Da’… Concedi vita e amore ad ogni persona. Aiutaci a riconoscere che tutto è dono e che noi siamo perciò chiamati a condividere con gli altri ciò che abbiamo ricevuto. Rendici capaci di comprendere che quando spalanchiamo le mani, entra nella nostra casa la salvezza.
A noi… Il “noi” è il plurale autentico. Signore, dona il tuo bene non solo “ai nostri”, ma a tutti, compresi quelli che sono molto differenti da ciò che, con mentalità ristretta, noi consideriamo “nostro mondo”. Dà, Signore, i tuoi doni, in modo uguale, a tutte le persone, di qualunque paese.
Oggi… Non “domani”. Non permetterci di procrastinare le nostre decisioni fino a un futuro indefinibile e lontano, rimanendo spettatori passivi dell’ingiustizia con cui c’incontriamo faccia a faccia, lasciandola imperversare per mancanza di attività e d’impegno.
Il nostro pane quotidiano… Possa ogni persona di questo mondo avere cibo sufficiente, acqua limpida e pura, aria disinquinata, adeguate cure sanitarie, sicuro accesso all’educazione… e tutto ciò che è necessario per una vita sana e dignitosa. Insegnaci a donare non solo il superfluo, ma anche ciò che è essenziale anche per noi.
Rimetti a noi i nostri debiti… Perdona la nostra cecità nei riguardi di chi ci sta vicino, le nostre preoccupazioni egocentriche, il nostro razzismo, le nostre discriminazioni sessuali, la nostra inclinazione a preoccuparci solo di noi stessi e delle persone che ci appartengono. Perdona la nostra capacità di incappare nelle notizie senza far niente.
Come noi li rimettiamo ai nostri debitori… Aiutaci a perdonare chi ci ha recato offesa rendendoci vittime del proprio egoismo. Fa’ che ci sia possibile avanzare nelle età della vita senza amarezze e risentimenti, a perdonare le imperfezioni dei nostri genitori, dei sistemi sociali, delle istituzioni che ci hanno feriti, o ignorati, o maltrattati…
Non c’indurre in tentazione… Non giudicarci solo in base al tuo comando di dare da mangiare all’affamato, di vestire l’ignudo, di visitare l’ammalato, o in base a quanto abbiamo fatto per cambiare i sistemi che opprimono i poveri. Liberaci da questo esame, perché nessuno di noi può reggersi davanti a un simile processo evangelico. Concedici invece ancora tempo per rendere migliori le nostre modalità di vita, per vincere il nostro egoismo, per correggere i nostri sistemi.
E liberaci dal male… Liberaci dalla cecità che ci permette di rimanere coinvolti in sistemi anonimi, all’interno dei quali non è necessario “vedere” quelli che hanno meno di noi che possediamo molto. Amen.
(Tradotto dall’Inglese, The Holy Longing, Ronald Rolheiser OMI)