Papa Francesco vuole dire grazie ai sacerdoti che lavorano “in trincea”, incoraggiarli nella gioia e lodare il Signore con Maria. La lettera è nata dal “dolore” per le vittime di abusi ad opera di membri del clero e da quello provato da tante persone consacrate, per il “sospetto” che si riversa anche su di loro, che può generare “il dubbio, la paura e la sfiducia”. “Fratelli, riconosciamo la nostra fragilità, sì; ma permettiamo che Gesù la trasformi e ci proietti in continuazione verso la missione”