XVI Domenica - T. O. - Anno C

Pubblicato in Domenica Missionaria

Letture:
Gn.18,1-10;
Sal.14;
Col.1,24-28;
Lc.10, 38-42 – Marta e Maria

Comunione:
Ha lasciato un ricordo dei suoi prodigi:
buono è il Signore e misericordioso,
egli dà il cibo a quelli che lo temono.

Questo episodio caratteristico di S. Luca va soggetto a molte interpretazioni, alcune semplici e facili, altre profonde in significato e di alta teologia.

S. Teresa d’Avila riprende tre volte nei suoi scritti (Castello interiore, 7° mansione; Cammino di perfezione; Sospiri dell’anima) l’episodio di Marta e Maria e lo interpreta come un cammino dell’anima dall’Orazione vocale, all’orazione mentale e all’orazione contemplativa. Vediamo brevemente questi tre gradi di preghiera:

1. Preghiera vocale. Il cristiano si mette in relazione con Dio per mezzo dei suoi sensi esterni, vivificati e resi attivi della sua anima che ne è il motore vitale, e in cui il battesimo ha innestato la vita divina o Grazia. Questa forma di preghiera si chiama vocale: così pronuncia preghiere che legge o che manda a memoria; così vede un bel fiore e con un atto di volontà pensa alla bellezza di Dio; così ascolta una musica angelica e riflette quanto deve essere la delizia del paradiso; gusta un buon cibo e riflette sul pane dell’anima, l’Eucaristia…

Queste sono preghiere vocali che il cristiano comincia a praticare da bambino e continua per tutta la vita; crescendo in età  le rende più  profonde e teologiche.

2. La preghiera mentale o meditazione. Il cristiano usa la sua intelligenza e ragiona su Dio, su i suoi attributi e sulla sua bontà che è pienezza di Amore. L’atto di volontà lo porta a meditare, riflettendo nella sua mente, a Dio, alla SS Trinità, il Verbo per mezzo del quale tutto fu creato e che porta a compimento la Redenzione facendosi uomo nel seno di Maria SS. Gesù che predica che muore e risorge, e invia lo Spirito Santo a compiere ogni santificazione.

Riflette sull’opera di Cristo, la Chiesa, il suo Corpo mistico, la sua Sposa illibata, la Madre che raccogli i peccatori e li unisce in uno sforzo di santificazione

La preghiera mentale è superiore a quella vocale, ma non la distrugge, solo, appoggiandosi ad essa, sale a un livello più alto.

3. La preghiera di contemplazione. Con un atto di volontà il cristiano può dirigere la sua anima verso Dio, senza passare per i sensi e neppure per l’intelligenza. Quando c’è questa disposizione di volontà nell’anima, Dio risponde mandando una luce particolare che è come una carezza all’anima, la quale la sente e contempla questa bontà di Dio che si degna di chinarsi fino a lei per darle un suo tocco speciale. Questa luce speciale in forma di carezza che Dio offre all’anima, è tutto dono gratuito suo, l’anima non lo può meritare; l’anima può solo disporsi con un atto di volontà a riceverlo, nella più profonda umiltà. Tutti i santi hanno raggiunto questa disposizione verso Dio, e Dio ha risposto loro con un tocco della sua bontà. In quel momento l’anima ha la grande fortuna di contemplare qualcosa di Dio a cui la sua intelligenza sarebbe mai arrivata, e tanto meno i suoi sensi. Questo tocco della bontà di Dio arricchisce l’anima di beni spirituali indescrivibili, di amore a Dio e al prossimo, di desiderio di possedere sempre più la “bellezza infinita” di Dio.

Tutti i cristiani sono chiamati a queste tre forme di preghiera: vocale, meditativa e contemplativa. E tutti vi possono arrivare anche se in modi e forme diverse.

Esempi:

- Santo Francesco Marto: passava ore in preghiera contemplativa del mistero della salvezza che toglie i peccatori all’inferno. Aveva appena 11 anni.

-  San Domenico Savio: quella mattina, dopo la Comunione rimase nel banco con una mano appoggiata al banco e l’altra sul cuore in contemplazione di Gesù Ostia che aveva appena ricevuto… i compagni andarono a scuola.. solo più tardi Don Bosco lo trova là in contemplazione.

- Il contadino di Ars: “io guardo Lui e Lui guarda me” e passava ore così: non era uno sguardo sensibile, ma era preghiera di contemplazione di quel semplice contadino.

- Il Beato Giuseppe Allamano passava ore nel coretto del santuario della Consolata guardando il quadro della Consolata: era contemplazione.

- I mistici: S. Francesco d’Assisi, S. Teresa, S. Bernardo, S. Tommaso … ricevevano così tanto bene spirituale dal “tocco” di Dio che venivano rapiti in estasi.

- La preghiera contemplativa della Madonna era la più sublime di quella di tutti i santi.

Altre riflessioni:

In tutte le anime che ricevono questo dono di Dio cresce sempre più il bisogno di offrirsi a Dio per diventare tutti suoi. Ancora S. Teresa di Gesù fa le seguenti riflessioni in “Cammino di Perfezione”:

 “Certo, noi non abbiamo nessun diritto di ricevere il tocco, la carezza di Dio sull’anima nostra, ma se con buona volontà ci disponiamo a questa relazione con Dio, il Padre celeste che vuole la nostra salvezza eterna, risponderà, anche se la sua risposta sarà forse ben diversa da quanto noi avremmo potuto immaginare. E la sua risposta porterà l’anima a contemplare aspetti sempre nuovi della bellezza di Dio che è puro Amore”.

 “Il cristiano deve continuare tutta la sua vita terrena la preghiera vocale, la preghiera mentale e può disporsi con la sua volontà a ricevere  che l’anima sua possa contemplare gli attributi di Dio, il quale gli concede questa grande grazia in risposta alla preghiera vocale e mentale ben fatte”.

 “Quando il cristiano prega bene vocalmente e prega bene mentalmente, Dio lo nota e nella sua paterna benevolenza, si china sulla sua anima e le offre un segno di compiacimento: una carezza, un tocco, un bacio, una illuminazione, una pace… che l’anima sente che vengono da Dio e sente di fare un grande cammino spirituale” (S. Teresa d’Avila).

Come il bambino, che si affatica a camminare… il papà lo prende e gli fa fare in un momento un lungo cammino, ponendolo molto più avanti sulla strada.

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