Letture:
At.15,1-2.22-29;
Sal.66;
Ap.21,10-14.22-23;
Gv.14,23-29; «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui». «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi».
Comunione:
«Se uno mi ama osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà,
e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui». Alleluia
1. Inabitazione della SS. Trinità nell’anima del giusto.
Con il Battesimo veniamo incorporati in Cristo e nasce nella nostra anima una partecipazione alla vita divina che agisce per mezzo delle tre virtù teologali: fede, speranza e carità e i Doni dello Spirito Santo e si manifesta in azioni soprannaturali, meritorie per il Paradiso.
Questo nuovo organismo che ci rende partecipi della vita divina, grazie a Gesù nato, crocifisso, morto e risorto, si chiama “inabitazione della SS. Trinità”, secondo quanto dice Gesù: “Verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”.
Questa nuova vita in noi è tutto “dono” di Dio che viene dal suo amore, e ci porta la “comunione” con Dio e la “gioia” che proviene dall’amare e dall’essere amati. Non si tratta del nostro amore per Dio, ma dell’amore che Dio ha per noi; non di un amare, quanto piuttosto di un essere amati. È nello Spirito Santo che noi amiamo Dio, da farci gridare “Abbà, Padre”.
Questo ci insegna che non siamo mai soli, se veramente vogliamo amare Dio. La vita del cristiano è una vita di comunione con Colui che ci ha creati e ci ha redenti. Anzi, diciamo di più: quanto più ci sembra di essere soli, tanto più siamo vicini al nostro Dio. Egli non fa sentire la sua presenza nel chiasso e nel frastuono, ma solamente nel silenzio e nella solitudine. Questa certezza ci deve spingere a cercare, nel corso della giornata, dei momenti da dedicare a questa presenza silenziosa e misteriosa. Soprattutto nel momento della prova che sperimenteremo la sua presenza benefica: quanto più lontani dagli aiuti umani, tanto più vicini all'aiuto divino.
Quando preghiamo, chiudiamo la porta della nostra stanza, chiudiamo i nostri occhi, e pensiamo che Dio è dentro di noi. Parliamogli con grande familiarità e Lui ci ispirerà sempre qualche buon proposito. Il fatto, purtroppo, è che, quando preghiamo, siamo molto distratti. La nostra preghiera si riduce a una ripetizione superficiale di parole, alle quali nemmeno pensiamo. Per pregare bene, dobbiamo pensare innanzitutto che Dio è presente in noi e dobbiamo porre attenzione al senso delle parole che pronunciamo. Allora, e solo allora, la nostra preghiera non rimarrà mai senza effetto: od otterrà quello che domandiamo, oppure ci procurerà qualcosa di ancora più grande.
Dio in me e io in Lui! Certo, con un Ospite così vivo e così grande, badiamo bene di non sfigurare. Pensiamo spesso che Dio ci vede, che Dio è nel nostro cuore. Pertanto, non dobbiamo offendere questa presenza in noi con il peccato. C'è, infatti, una condizione affinché Dio dimori in noi: dobbiamo amarlo. E lo ameremo veramente solo se osserveremo la sua parola, oppure, se non lo abbiamo fatto per il passato, se ci impegneremo ad osservarla.
2. La pace di Gesù non è quella del mondo, ma è quella che nasce dalla nuova vita che viviamo a mezzo della inabitazione della SS. Trinità.
Se si ama veramente Dio, non costerà fatica fare la sua Volontà, osservare i suoi Comandamenti d'amore. Solo se faremo così, godremo della pace che Gesù è venuto a portare su questa terra. Altrimenti, nei nostri cuori, nelle nostre famiglie e nella società umana, vi sarà sempre guerra e divisione.
3. La grande pace che godono i santi già su questa terra pur fra tante tribolazioni e sacrifici:
- Santa Caterina da Siena: amava così tanto Gesù che tutta la sua vita fu un atto di amore di Dio. Consigliò Papi ed imperatori. Terziaria Domenicana era seguita da tanti fedeli compagni. Morì a 34 anni.
- San Giuseppe Benedetto Cottolengo: Le sue opere sono qui tra noi. Più aveva problemi da affrontare e più il suo cuore era in pace, perché nella sua anima dimorava la SS. Trinità.
- La Madonna: sapeva che “una spada avrebbe trafitto il suo cuore”, tuttavia la sua pace in cuore, nella sua anima rimase completa sempre, durante tutta la sua vita terrena.