Letture:
Is 40,1-5.9-11;
Sal 104;
Tt 2,11-14;3,4-7;
Lc 3,15-16.21-22; Mentre Gesù, ricevuto il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì.
Comunione:
Questa è la testimonianza di Giovanni:
«Io l’ho visto e ho attestato che egli è il Figlio di Dio».
Il Battesimo di Gesù conclude le celebrazioni natalizie con tre “epifanie” del Signore al mondo:
1. A Natale, gli Angeli annunciano al popolo ebraico (pastori), la venuta del Messia.
2. Alla festa dell’Epifania, una stella cometa manifesta che il Messia nato a Betlemme non accettato dagli ebrei, è il Redentore e il Salvatore di tutti gli uomini.
3. Nel momento in cui Gesù viene battezzato nel Giordano da Giovanni Battista, l’Eterno Padre manifesta a tutti che questo Messia è il “suo Figlio prediletto, nel quale si è compiaciuto”.
Tre azioni da considerare:
1) il battesimo
di Gesù nelle acque del fiume, per santificare le acque con la sua umanità. Nel fiume Giordano, non fu l’acqua che santificò Gesù, ma piuttosto Gesù che santificò l’acqua.
S. Massimo: “Oggi il Signore Gesù venne al Battesimo e volle che il suo corpo santo fosse bagnato dall’acqua, perché voleva santificare quell’acqua che toccava il suo corpo e così santificare l’acqua per servire al nostro Battesimo”.
S. Gregorio Nazianzeno: “ Gesù viene battezzato nell’acqua per seppellire nelle acque il vecchio uomo. Egli santifica l’acqua, prima di santificare noi e la santifica per noi”.
2) la preghiera di Gesù:
“Gesù stava in preghiera”. Anche noi eravamo in preghiera nel giorno del nostro Battesimo, per bocca dei nostri genitori, padrini e madrine, noi abbiamo preso degli impegni molto importanti davanti a Dio. Abbiamo, infatti, promesso solennemente di rinunciare al peccato e di credere fermamente a tutto quello che la Chiesa ci propone di credere. Di tanto in tanto è cosa molto buona rinnovare queste promesse battesimali, con convinzione sempre maggiore.
Come dice san Paolo (Seconda lettura), anche noi dobbiamo «rinnegare l'empietà, satana e i desideri mondani e vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà»
Il nostro Battesimo ci ha resi figli di Dio, come Gesù; come lui dobbiamo pregare.
Gesù "stava in preghiera": si mostra Figlio di Dio ed insegna a tutte le generazioni ad esserlo, chiedendo e ricevendo il dono della comunione d'amore col Padre. Questo è ciò che "apre il cielo" e ricollega l'umanità a Dio.
3) i cieli che si aprono:
Dio scende e diventa uomo, l’uomo sale e diventa divino, figlio di Dio.
Sulle rive del Giordano l'inaudito delle profondità trinitarie - il dialogo fra il Padre e il Figlio eterno - si fa udire: "Tu sei il Figlio mio, l'amato". In questo "Tu" del Padre è accolta anche la speranza per l'intera umanità. Le parole che seguono, "in Te ho posto il mio compiacimento", portano il significato della incarnazione del Verbo: ridare all'uomo il volto delle origini, che lo poneva al di sopra di tutte le creature e lo rende figlio di Dio. La voce dal cielo è dichiarazione del mistero e della potenza di Gesù, la sola davvero capace di innalzare l'umanità alla misura di Dio. Il serpente aveva ingannato i progenitori, offrendo una "divinizzazione" falsa di essere "come Dio", invece l'amore del Padre porterà il Figlio fino al dono totale di sé sulla Croce. La paternità di Dio per tutta l'umanità nasce da questo dono totale di Gesù.
Conclusione:
Nella prima lettura il profeta Isaia così esclama: «Consolate, consolate il mio popolo. Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua tribolazione è compiuta, la sua colpa è scontata, perché ha ricevuto dalla mano del Signore il doppio per tutti i suoi peccati» (40,1-2).
Il peccato ci separa da Dio, ci condanna all'esilio, alla lontananza da Lui che è il nostro Creatore. Inoltre, innalza come un muro tra noi e i nostri fratelli, per cui ci sentiamo soli nella nostra miseria.
La Madonna, Immacolata perché immune dal peccato di origine, è il nostro modello e madre per diventare figli di Dio.