Letture:
Bar 5,1-9;
Sal 125;
Fil 1,4-6.8-11;
Lc 3,1-6: “Preparate la via al Signore, raddrizzate i suoi sentieri. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!”
Comunione:
Gerusalemme, sorgi e sta in alto:
e contempla la gioia che a te viene dal tuo Dio.
Oggi proseguiamo il cammino di speranza dell'avvento.
Non possiamo pensare che Dio salvi gli uomini senza le decisioni e le azioni umane. Per essere efficace la Parola di Dio, deve essere accolta, interiorizzata, e deve fiorire in qualità umane. La salvezza si concretizza in “ama il prossimo tuo come te stesso: cioè nella giustizia sociale, che porta alla distribuzione dei beni e al riconoscimento degli altri come fratelli. Dio è dentro la nostra storia, ogni evento può essere un'occasione per incontrarlo: i mezzi sono: Sacramenti, preghiera personale e comunitaria.
BARUC 5,1-9
La prima lettura è tratta dal profeta Baruc, che significa "benedetto", è il segretario di Geremia, ha visto gli Israeliti umiliati, trascinati in catene dai soldati di Nabucodonosor verso Babilonia, a oltre mille chilometri di distanza.
Ora Baruc esorta quelli rimasti in città a guardare alla liberazione che Dio sta per operare. La speranza è la virtù che fa puntare gli occhi in direzione di quel Dio che opera "grandi cose". Gerusalemme Deve smettere i vestiti del lutto per indumenti nuovi lucenti della stessa luce di Dio."Sarai chiamata da Dio per sempre: Pace di giustizia, e Gloria di pietà."
LUCA 3, 1-6
Il vangelo secondo Luca inquadra il periodo storico della vita terrena di Gesù.
Nell’impero romano Tiberio successe ad Augusto il 19 agosto del 14 d.c. L’avvenimento del Vangelo si svolge quindi nell'anno 27-28.
In Palestina: Alla morte di Erode il grande il suo regno fu diviso in quattro parti tra i suoi discendenti: Erode Antipa, Filippo, Lisania e Archelao, che si chiamavano "tetrarchi".
Dopo una decina d'anni Archelao fu deposto dai Romani per crudeltà, e gli successe Pilato, procuratore o governatore della Palestina.
L'autorità religiosa: Caifa, sommo sacerdote in carica e Anna, suo suocero, che era stato sommo sacerdote negli anni precedenti ed era rimasto una figura autorevole.
La cornice spaziale è il deserto. L'evento è la chiamata di Giovanni ad annunciare il Vangelo, la buona notizia del regno: "la Parola di Dio scese su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto."
Con questi dettagli il Vangelo non ci vuole dare una lezione di storia, ma vuole dirci che l'energia divina investe una persona nel suo contesto storico.
La salvezza che Dio opera con il Messia passa attraverso uomini e donne inseriti nella storia: passò attraverso i contemporanei di Gesù 2 mila anni fa, oggi passa attraverso noi gente del 2 mila; noi facciamo oggi la nostra storia.
Non è una Parola detta a Tiberio che risiedeva a Roma, né ad Erode Antipa, né a Filippo, né a Lisania, né a Pilato: è una Parola rivolta a Giovanni nel deserto, a un uomo che non aveva nessun potere di quelli fissati dalla struttura giuridica degli uomini.
Il deserto resta il luogo privilegiato dove la Parola risuona, il silenzio di tutte le voci consente l'ascolto di Dio. Fare deserto significa :
- liberarsi dalle illusioni di una società opulenta,
- non inseguire le numerose offerte di ricchezza, di potere, di piacere che la società rinnova.
- Siamo invitati oggi a riempire con l'amicizia ogni burrone di solitudine;
- a spianare con la condivisione le differenze tra i ricchi e i poveri;
- a fare verità nelle vie tortuose del nostro cuore, perché ogni uomo veda la salvezza del Signore.
Il Cuore Immacolato di Maria, la cui festa è imminente, ci sia di guida nelle scelte che vogliamo fare come preparazione al Natale.