Letture:
Dt.6,2-6;
Sal.17;
Eb.7,23-28;
Mc.12,28-34 – Amerai il tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze.
Canto al Vangelo:
Alleluia, alleluia.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore,
e il Padre lo amerà e noi verremo a lui.
La prima lettura costituisce l'inizio della preghiera ebraica dello Shema Israel («Ascolta, Israele »), che i fedeli recitavano tre volte al giorno, e in modo speciale al mattino. Questa preghiera conserva i caratteri essenziali della fede degli Ebrei: la professione di un Dio unico (v. 4), il compendio di tutta la legge nel comandamento dell'amore (v. 5), infine il ricordo dell'alleanza (vv. 10-12).
Il vertice della Legge è l'amore
Già nell'Antico Testamento il comandamento dell'amore di Dio è completato dal «secondo comandamento»: «Amerai il tuo prossimo come te stesso» (Lv.19,18). In realtà nell'Antico Testamento non si è mai creduto di poter amare Dio senza interessarsi dell’uomo. L'amore verso Dio si prolunga necessariamente nell'amore verso il prossimo.
Da un capo all'altro del Nuovo Testamento, l'amore del prossimo appare indissolubile dall'amore di Dio: i due comandamenti non sono, in realtà, che uno solo, che è il vertice e la chiave di volta di tutta la Legge. La carità fraterna diventa il contenuto e la realizzazione di ogni esigenza morale, (Col. 3,14); è, in definitiva, l'unico comandamento (Gv 15,12; 2 Gv 5), l'opera unica e multiforme di ogni fede che pretende di non essere morta (Gal 5,6.22): «Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede... Chi ama Dio, ami anche il suo fratello» (1Gv 4,20s.). L'amore del prossimo è, quindi, essenzialmente religioso, non è semplice filantropia. È religioso per il suo modello: il cristiano ama il suo prossimo per imitare Dio, che ama tutti senza distinzione, ma lo è soprattutto per la sua sorgente, perché è l'opera di Dio in noi: infatti, siamo misericordiosi come il Padre celeste, perché il Signore non ce lo insegna e lo Spirito non lo effonde nei nostri cuori.
Due comandamenti, un solo amore
La questione del legame tra amore di Dio e amore degli uomini è sempre al centro della vita cristiana. Oggi, per esempio, i cristiani si preoccupano molto meno di sapere in che cosa il vero amore fraterno è identico all'amore di Dio. Capita, allora, che ci si inganna sulle dimensioni integrali dell'amore fraterno stesso. Dove Dio non ha più il posto che gli compete, comincia a perdere d'importanza anche la relazione verso il prossimo.
Di fronte alla fame, l'ingiustizia e l'oppressione c'è il rischio d’una risposta di violenza; per risolvere i problemi della sovrappopolazione, si suggerisce una pianificazione indiscriminata delle nascite o l'aborto legalizzato; di fronte alla crisi della famiglia, si propone come rimedio il divorzio; ad un malato inguaribile che soffre, si suggerisce l'eutanasia...
La Chiesa: segno di un amore che salva
D’altra parte, un vero amore verso il prossimo richiede inevitabilmente un concreto impegno nel mondo e nella lotta di liberazione dell'uomo da ogni forma di schiavitù... C'è stata, in un passato non molto lontano, una spiritualità e una mistica che, per sottolineare l'amore di Dio, ha predicato la fuga dal mondo e il disprezzo delle cose; ha parlato di una scelta ineluttabile tra Dio e il mondo, rischiando di lacerare il cuore del cristiano in due amori antitetici.
Dio ci ha amati per primo, proprio quando eravamo peccatori dandoci il Salvatore; lo ringraziamo di questo dono, adesso che il Salvatore ci ha resi figli di Dio, con un amore totale durante la nostra vita terrena così saremo nel suo totale amore per tutta l’eternità. Quindi la nostra vita terrena, con tutte le sue contrarietà, imprevisti e difficoltà è l’unico tempo a nostra disposizione per manifestare a Dio la nostra riconoscenza per il suo Amore gratuito.
La Madonna ha ricevuto tutto da Dio ed esclama: “Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e santo è il suo nome”. Chiediamo a Lei, Madre nostra premurosa, di insegnarci ad amare Dio perché Lui ci ha amati per primo.