Letture:
Dt.18,15-20;
Sal.94;
1Cor.7,32-35;
Mc.1,21-28 - L’indemoniato di Cafarnao.
Canto al Vangelo:
Un grande profeta è sorto tra noi.
Dio ha visitato il suo popolo.
1. Oggi la lingua più parlata del mondo è "a vanvera": la Parola di Dio, al contrario, emerge dal silenzio, che la esalta e la potenzia. La parola, è lo strumento primordiale di cui stentiamo a comprenderne la potenza. Tutto il Vangelo di Marco, nella lingua greca originale, è composto di 64327 parole in 16 capitoli, il mistero di Dio tenuto nascosto per secoli e secoli.
Gesù di Nazareth è riuscito di dire il massimo di verità con il minimo di parole. Parlava conciso Gesù perché le sue parole germogliavano da un silenzio profondo, allenato in trent'anni di nascondimento a Nazareth. Se ho due orecchie e una sola bocca, c'è un perché: devo ascoltare il doppio di quanto parlo.
La Parola di Dio non muore quando è pronunciata, ma proprio in quell'istante inizia a vivere, e produce sempre il suo frutto. Alle sorgenti della creazione Dio disse: "Sia luce! E luce fu" (Gen 1,3). Nella sinagoga di Cafarnao, Gesù di Nazareth dice: "Taci!" - "Esci da quell'uomo". E lo spirito immondo, straziandolo e gridando forte, uscì da lui"
2. Il Signore entra nella sinagoga di Cafarnao in giorno di Sabato e parla ed agisce con autorità: ha non solo una parola autorevole riguardo al Regno di Dio - diversa da quella dei Farisei e degli Scribi - ma anche una parola efficace che rivela la potenza di Dio liberatrice dell'uomo oppresso dalla forza maligna. La sua è una parola che scuote e per questo trova resistenza: "Che centri con noi? Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci!".
Questa resistenza continua pure oggi: tante strutture sociali, politiche, economiche - anche ecclesiali - oppongono resistenza alla Parola; si hanno così cristiani che vivono in uno stato “disfunzionale” preferiscono non lasciarsi provocare dalla Parola autorevole di Gesù. Il maligno continua ad operare oggi anche se in modi nuovi, portando a nuove forme di abuso, di sfruttamento dei poveri e migranti, di disintegrazione di culture e di confusione tra i giovani e gente comune.
3. Però Cristo rimane “il più forte” perciò lasciamoci provocare, toccare dalla Parola Vera di Gesù che continua a parlare con autorità, che ci illumina, che porta libertà e dignità ad ognuno di noi.
Benedetto XVI, nella Verbum Domini no. 12, dice: "Cristo, Parola di Dio incarnata, crocifissa e risorta, è Signore di tutte le cose; egli è il Vincitore e tutte le cose sono così ricapitolate per sempre in Lui. Cristo, dunque, è «la luce del mondo» (Gv 8,12), quella luce che «splende nelle tenebre» (Gv 1,5) e che le tenebre non hanno vinto.
Il Salmo 119 dice: «lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino» (v.105).
La Parola di Gesù risorto è questa luce definitiva sulla nostra strada. I cristiani fin dall'inizio hanno avuto coscienza che Cristo è la Parola vivente di Dio. La Parola di Dio è la vera luce di cui l'uomo ha bisogno.
4. La gente rimane allibita e si domanda: “Che è mai questo? Una dottrina nuova insegnata con autorità”. Un maestro che non solo incanta l'assemblea, ma sconvolge sicurezze, certezze, formalismi e vince il male.
5. Ascoltare la voce del Signore significa leggere e meditare il suo Vangelo e, in ultima analisi, ascoltare l'insegnamento della Chiesa. Chi ascolta i Pastori della Chiesa, e in modo particolare il Papa, ascolta Gesù stesso. Esaminiamo la nostra coscienza e vediamo se siamo aperti alla parola di Dio, e in caso cambiare vita.
6. L’episodio del Vangelo di oggi ci insegna che il demonio esiste e che, anche se non giunge tante volte a possedere qualcuno, tenta tutti, per allontanarli dalla Legge d'amore di Dio. Il cristiano si difende da queste insidie con una preghiera perseverante, che ci fa apprezzare il valore dei Sacramenti e l’insegnamento della Chiesa.
La Madonna, Immacolata, ha schiacciato il capo al serpente infernale. Lei è Madre della Chiesa, è nostra Madre: affidiamo a lei la nostra vita spirituale.