III Domenica Avvento - Anno B

Pubblicato in Domenica Missionaria

2Sam 7,1-5.8-12.14-16; Sal 88; Rm 16,25-27; Lc 1,26-38
“Ecco concepirai un figlio e lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù”.

Canto al Vangelo: Alleluia, alleluia.

Eccomi, sono la serva del Signore:

avvenga di me quello che hai detto.

  1. La Libertà - Maria, la "piena di grazia": per nessun altro la Bibbia usa questa espressione, che manifesta un amore di predilezione e un progetto che la coinvolge, diventare Madre di Dio. Eppure, Dio non lo realizza senza la sua collaborazione: se Maria è obiettivamente importante perché da lei il Figlio di Dio prende la natura umana, è ancor più importante perché Dio l'ha fatto non obbligandola; per incarnarsi in lei ha chiesto il suo assenso, ed ella l'ha liberamente dato ("Sono la serva del Signore, avvenga quello che egli vuole").

Non è un caso: è l'abituale modo di procedere di Dio nel salvare gli uomini. Egli non costringe mai nessuno ad accogliere il suo dono; propone, invita, ma rispetta sempre la loro libertà, anche quella di rifiutarlo. Sta qui la drammatica grandezza dell'uomo: tanto caro a Dio, da indurlo a scendere al suo livello e donare la vita per lui, eppure libero di rifiutarla.

Celebrare il Natale significa riflettere sulla nostra libertà e sull'uso che ne facciamo; significa comprendere quanto Dio ci ami.

  1. Le Periferie – Nazaret, nella Galilea delle genti, Galilea dei Gentili, termine tecnico con il quale venivano identificati i pagani.

Nazareth dista da Betlemme circa 150 km. La collocazione geografica del paese natale di Maria, Nazareth, nell'estremo settentrione della Terra Santa: rispetto all'Impero Romano, la provincia di Palestina era la periferia orientale; rispetto a Israele, la Galilea è la periferia settentrionale.
Durante i primi giorni del suo pontificato, Papa Francesco evocò spesso le periferie esistenziali del mondo, le periferie delle città, le periferie della società, "luoghi dove c'è sofferenza, c'è sangue versato, cecità che desidera vedere, prigionieri di tanti cattivi padroni."

Gesù in periferia era stato concepito! Il Verbo eterno del Padre aveva preso dimora nel grembo di una ragazza di periferia; tornato dall'Egitto, Gesù si era stabilito con la famiglia nuovamente a Nazareth. Gesù durante la vita pubblica, preferiva la compagnia degli ultimi della società, degli abitanti della periferia, e in periferia, a Cafarnao, si rifugiava volentieri, per fuggire la fama e il successo facile della capitale.

Ricordiamo, all'annuncio di Filippo: "Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazareth" (Gv 1,45ss), Natanaele istintivamente risponde: "Da Nazareth può mai venire qualcosa di buono?". Quello era un pregiudizio, ma esprimeva la mentalità corrente.

I sommi sacerdoti e gli Scribi, strumentalizzavano le parole di Gesù, anche per un pregiudizio: il figlio di un falegname, di Nazareth, di periferia, non poteva insegnare, compiere miracoli, spacciarsi per il Messia... Lo stesso pensò Simone fariseo, che aveva invitato Gesù a tavola e la prostituta del paese, si era accovacciata dietro ai piedi del Signore, aveva cominciato a bagnarli di lacrime, poi glieli asciugava con i suoi capelli e li cospargeva di unguento profumato. "Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca..." (Lc 7,36-50).

Noi cosa preferiamo: la città o la periferia?

  1. I Pregiudizi: Proviamo anche noi a fare un esame di coscienza sui nostri pregiudizi, soprattutto nei confronti di coloro che sono meno fortunati di noi, e vivono nei quartieri più popolari.

Un mio vecchio confratello, poi diventato vescovo, diceva sempre che, se noi non abbiamo gravi colpe sulla coscienza, non è perché siamo migliori, ma perché ci sono mancate le occasioni per commettere i peccati che riproviamo negli altri... Infatti non abbiamo alcun merito per il fatto di essere nati nell'Occidente civilizzato e non, a Calcutta, o in una favela di San Paolo o Rio de Janeiro in Brasile. Il Verbo di Dio si è incarnato in una donna del popolo, rappresentante dell'umanità povera, la cui dignità non risalta immediatamente, ma va cercata.

La grandezza di Maria è la sua umiltà, che visse al grado sommo ogni giorno della sua vita terrena, senza aspirare ai centri delle grandi città dell’Impero romano. S. Bernardo dice di Maria: “Virginitate placuit, sed humilitate concepit” = Maria piacque a Dio per la sua Verginità, ma concepì il Verbo di Dio per la sua Umiltà.

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