XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - Anno A

Pubblicato in Domenica Missionaria

Mt.16,13-20
“Voi, chi dite che io sia?..Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente..Tu sei Pietro”..

Oggi ci viene rivolta una domanda molto importante: chi è in realtà questo Gesù Cristo, del quale sentiamo parlare da più di 2000 anni? Le domande che Gesù rivolse ai suoi discepoli sono due:

a. “La gente chi dice che sia il Figlio dell’uomo?”. b.“Voi, chi dite che io sia?”.

1. La gente. Con questo termine si indicano quelli di fuori, quelli che hanno sentito parlare di Gesù, o lo hanno visto, ma non hanno aderito a Lui, non si sono compromessi per Lui.

a. Tra questa “gente”, potremmo metterci il mondo e la voce della generazione di certi “giovani”, per i quali Gesù è “un uomo, soltanto un uomo”, senza spingersi oltre questo orizzonte, per farselo amico e confidente.

b. Per i “politici”, Gesù potrebbe essere il “profeta della storia(non di Dio), che ha infranto paure, che ha dato voce ai derelitti e agli oppressi; è il martire politico, perché ribelle alle istituzioni dittatoriali e paga di persona per le sue idee.

c. Per i “filosofi e teologi”, Gesù è l’uomo libero che a Pasqua, contagia gli uomini con la sua libertà; è uno che “non è Dio, ma in cui c’è Dio”!

Le risposte di questa gente, non rappresentano la fede, ma la ricerca, non vengono dall’alto, dettate dall’amore, ma dal basso(carne e sangue).

2. “Ma voi, chi dite che io sia”? Fin qui quello che dice la gente esterna. Gesù fece un “sondaggio” di opinione su che cosa la “gente” diceva di Lui. Abbiamo visto le varie opinioni: un grande uomo, un profeta del passato, un martire, un anticonformista, ecc.

a. “Voi”, sono prima i discepoli che hanno vissuto con Lui, che hanno accolto la sua parola.

Da costoro il Signore si aspetta chiaramente una risposta diversa da quella della “gente”.

S. Pietro dichiara: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. E Gesù risponde:”Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa”. Non è certo uno scambio di cortesie tra Gesù e Pietro! Sul “Credo” di Pietro, Gesù ha costruito la sua Chiesa. Simone dà a Gesù il titolo di “Messia”, e Gesù dà a Simone il titolo di “pietra-fondamento”. La ragione principale per cui Pietro viene chiamato “roccia” o “pietra” su cui sarà costruita la Chiesa, è la fede che Pietro ha professato. La fede in Gesù, anche se può avere diverse espressioni, è sempre certezza che Lui solo può dare un significato alla vita.

Queste affermazioni riguardano da vicino la fede di ogni credente. Pertanto tra le due risposte su Gesù, c’è la stessa differenza che c’era tra i Magi in cammino verso Betlemme e i Magi di ritorno da Betlemme. I primi andavano informandosi diligentemente del Bambino”; mentre i secondi,avendolo trovato, lo adorarono” ritenendolo Dio.

b. Noi. Ora lasciamo da parte quello che la gente, gli Apostoli e la Chiesa, dicono di Gesù. Forse le risposte dei nostri contemporanei sarebbero ancora più eterogenee e forse anche più riduttive, nelle quali si mescolerebbero il meglio e il peggio, il sublime e l’ingiurioso o l’insignificante. Sono risposte deludenti e Gesù non è soddisfatto, perchè non aveva bisogno di sapere cosa pensa di Lui la “gente”; quella domanda serve piuttosto per noi credenti, uomini di oggi. Vuole la mia, la tua risposta: che ne pensi, qual è la mia, la tua fede in Cristo Gesù? Non esiste un Gesù a sé, un Gesù comune e generico, esiste solo un Gesù che io, tu, noi, abbiamo imparato a conoscere e ad amare in modo personale. Non basta un Gesù “storico”, ma un Gesù della fede, sperimentato nella vita di ciascuno di noi. Noi abbiamo creduto in Lui e abbiamo riposto la nostra speranza in Lui; ripetiamo le affermazioni di fede contenute nel Credo che recitiamo ogni Domenica. Gesù non è solo un uomo o un profeta, è più che un profeta: è “Dio con noi”(Emanuele). Il vero Gesù non lo si può inquadrare né definire una volta per sempre, perché è un Gesù vivo, vivo perché è risorto. Con la fede io lo amo di più, vivo di più tutto ciò che riguarda il suo messaggio evangelico. E’ questo Gesù, sperimentato, incontrato e amato, che dobbiamo testimoniare ai nostri fratelli, ognuno secondo la propria vita, vocazione e lavoro. Non dimentichiamoci che alla personale risposta di fede, si annida un pericolo: quella fede da noi professata, diventa morta se non è continuamente rinnovata e vissuta nel tessuto quotidiano. Se questa fede in Cristo non la faccio mia e non la interiorizzo, ma la ripeto meccanicamente come una poesia imparata a memoria, non servirà molto se non esco allo scoperto. A questa domanda, non posso rispondere semplicemente solo quello che la gente dice o la Chiesa proclama. Qui si tratta della propria esperienza personale di fede e di amore per Gesù, della mia testimonianza, come avvenne ai discepoli l’indomani della risurrezione di Cristo, quando si dissero l’un l’altro: “E’ apparso anche a me, l’ho riconosciuto allo “spezzare del pane”.E’ a me, credente, alla mia libertà e alla mia fede vacillante che Gesù chiede oggi:”Tu chi dici che io sia?”. Certo la ricerca non è facile, il cammino non è la meta, ma anche questo è importante per scoprire meglio Gesù. Purtroppo ci sono troppi cristianianonimi”!, paurosi di compromettersi per Lui! Come possiamo dire di conoscerlo e di amarlo, quando lo bestemmiamo con parolacce, assieme alla Vergine Maria; quando disertiamo la Chiesa la Domenica, giorno del Signore; quando non riceviamo i Sacramenti e non pratichiamo la fede che diciamo di credere, in famiglia, sul lavoro e nella vita privata? Mi fa molto pensare, incontrando cristiani, soprattutto giovani, informatissimi su giocatori, sportivi, cantanti, divi dello spettacolo, politici, ecc. tutte persone la cui gloria passerà con la loro morte, quando marciranno sotto terra, come tutti i comuni mortali; e le stesse persone, ignorantissime sulla figura di Gesù, sulla Bibbia e la Chiesa. Basta assistere ai quiz televisivi a riguardo di domande religiose, per accorgersi della figura che fanno! Troppe persone sono vittime e schiave del consumismo, vuote spiritualmente e secchi di ideali. Lo slogan sembra essere,”ognuno si arrangi per sé, e..vinca il più forte”. Ci sono troppi funghi velenosi e nubi tossiche nel cielo delle nuove generazioni: sessualità, lieto vivere, delinquenza, terrorismo..”Lottiamo contro la cultura della morte per la cultura della vera vita. Date una mano alla Chiesa per conservare il mondo giovane”..continua a dire Giovanni Paolo II. Dobbiamo tifare per Cristo, per Colui soltanto che ci ha amato di amore eterno fino a morire per noi. Sarà triste al momento del Giudizio finale, dopo la morte, sentirsi dire da Gesù: “Chi si vergognerà di me, anch’io mi vergognerò di lui”; non hai voluto conoscermi, neanche io ti conosco..Sono morto invano per te!..

Voi genitori, siete sicuri di fare del bene ai vostri figli pensando al loro futuro solo in termini di carriera, di benessere e di soldi, dando loro tutto quello che vogliono? Non dovreste guardare con fierezza, con gioia e speranza vostro figlio o vostra figlia, che vi esprimono il coraggio di scegliere una vita più impegnata, non conformista ed egoista, a servizio della Chiesa e dei fratelli più bisognosi?

S. Ambrogio ha detto:”Dio non bada tanto a quello che gli doniamo, quanto piuttosto a ciò che riserviamo per noi stessi”. Annunciare e proclamare Cristo è ricordare e rinnovare la sua morte in mezzo agli uomini.

E allora, la domanda iniziale:”Chi sono io per te”?, dice Gesù. I discepoli di Emmaus, ci sono di esempio: avendolo riconosciuto nella sua Parola e nella “frazione del pane”, si diedero da fare e corsero alla comunità dalla quale si erano distaccati, annunciando che Cristo era risorto davvero. Così anche noi, nutriti dalla Parola di Dio e dal Pane eucaristico, ci facciamo carico di confermare i nostri fratelli nella fede e di aiutare a trovare una risposta, a coloro che non hanno più fede o che l’hanno perduta., che Cristo è risorto, ci vuole bene e vive con noi e dentro di noi.

Un Vescovo africano(del Tanzania), disse un giorno, che nelle chiese, sarebbero necessari due tipi di confessionali, uno a destra e l’altro a sinistra dell’altare. In quello di sinistra, si confessano i nostri peccati, ricevendo per penitenza di andare alla parte destra, con l’obbligo di confessare onestamente il bene che si è fatto, il bene che c’è in noi, il Dio con noi.

Ora Gesù ci ordina di dire a tutti che Egli è il Cristo. Solo così potremo sentire alla nostra morte, le sue consolanti parole:”Vieni, servo buono e fedele, entra nel gaudio del tuo Signore”.

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