Giubileo nel mondo: Padre Cassiano, "Vale la pena rischiare la vita per Gesù Cristo"

Padre Cassiano Kalima durante corso di formazione a Roma, maggio 2025 Padre Cassiano Kalima durante corso di formazione a Roma, maggio 2025 Foto: Jaime C. Patias

«Mecanhelas è sinonimo di missionari della Consolata. Un ambiente di fede caratterizzato dalla spiritualità missionaria e dalla Vergine della Consolata», spiega Padre Cassiano Remigio Jonas Gabriel Kalima, IMC, parlando delle sue origini nella provincia di Niassa, nel nord del Mozambico.

È lì che è nato, il 4 ottobre 1973, ed è stato ordinato sacerdote il 7 settembre 2003. Ha lavorato in missione in Sudafrica come formatore e, al ritorno nel suo paese natale, si è dedicato all'educazione e alla pastorale. Attualmente, padre Cassiano è superiore della regione Mozambico-Angola.

«Anche mio padre e mia madre erano missionari. Mio padre ha frequentato l'Anchilo, il Centro di Formazione per Catechisti Paolo VI, fondata nel 1969 a Nampula, che gli ha fornito le basi per la sua vocazione ad gentes, come racconta nel video che pubblichiamo qui sotto.

Il suo percorso formativo nell'Istituto, il ragazzo macua di Mecanhelas, è iniziato a Maputo nel 1992, dove per tre anni ha studiato filosofia e poi ha fatto l'anno di noviziato emettendo i suoi primi voti religiosi nel 1997. Si è recato a Roma dove ha studiato teologia, ha emesso i voti perpetui ed è stato ordinato diacono nel 2002. È tornato a Mecanhelas per l'ordinazione sacerdotale nel 2003.

Il 1° gennaio 2004 il giovane missionario era già a Damonfontein, in Sudafrica. «Lì ho iniziato imparando la lingua e tutto ciò che richiede l'inculturazione e l'inserimento nel contesto missionario», spiega Cassiano. “Un'esperienza durata due anni, interrotta su richiesta dei superiori che mi hanno mandato a Roma a frequentare un corso presso il Centro Interdisciplinare per formatori nei seminari (2006-2008). Nel frattempo svolgevo la missione di formatore nel Seminario teologico di Bravetta”.

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Il Superiore Regionale, padre Cassiano Kalima nella celebrazione del centenario dell'IMC in Mozambico. Foto: Ricardo Santos

Nel 2008 torna in Sudafrica per avviare la comunità formativa di Merrivale con un gruppo di sei giovani studenti di teologia. Tutto il lavoro di formazione è durato otto anni, fino al 2016, quando padre Cassiano è tornato nella sua terra natale a Nampula, in Mozambico, per dirigere la Scuola della Consolata fino al 2020. “Un lavoro di educazione e consolidamento di ciò che i primi missionari hanno piantato e testimoniato”.

Il Centro di Spiritualità nel quartiere Laulane a Maputo, ex noviziato, è stata un'altra tappa nella missione di padre Cassiano, «un'esperienza molto ricca di servizio», fino alla sua elezione a Superiore della Regione nel giugno 2025.

“Considero i 10 anni come formatore un momento di grazia perché si tratta di accompagnare giovani che si sentono chiamati, anche se fragili, ma con elementi di forza da sviluppare. Il fatto di poter ascoltare i loro sogni e le loro frustrazioni e di poterli trasformare in qualcosa di positivo per continuare a camminare nella vocazione è un punto da mettere in evidenza”, afferma. “Anche l'apertura del formatore disponibile a crescere e imparare con loro è un altro segreto nella formazione, uno strumento utile per accompagnarli nella vita quotidiana in tutte le attività che si svolgono”.

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Processione con l'immagine della Consolata, che si trova a Massangulo, durante la celebrazione del centenario dell'IMC in Mozambico.

La celebrazione del suo Giubileo di consacrazione religiosa, padre Cassiano la considera "un momento privilegiato in occasione del Giubileo della Speranza che la Chiesa celebra in tutto il mondo. Il Mozambico è una Chiesa martirizzata, ma non è mai mancato questo elemento di speranza. Il popolo spera ogni giorno, la Chiesa martirizzata vive questo aspetto della speranza che non è qualcosa di vuoto, è la speranza in Gesù Cristo che ci mantiene saldi nella nostra vita che è un pellegrinaggio".

Secondo padre Cassiano, il corso di aggiornamento tenuto a Roma (maggio 2025) ha lasciato un messaggio forte. «Non fermarsi mai, andare avanti. Le difficoltà fanno parte della vita missionaria. Bisogna tornare all'entusiasmo iniziale e tornare a Gesù Cristo, partire da Lui e tornare a Lui. Questo è il messaggio forte che lancio anche ai giovani, a coloro che hanno il cuore docile alla totale consegna a Gesù. Lui è il modello, è colui che chiama, ci forma e alla fine ci manda. Vale la pena scommettere la vita per Gesù Cristo», conclude padre Cassiano.

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Padre Cassiano Kalima con i partecipanti al corso di formazione continua a Roma

I missionari della Consolata arrivarono in Mozambico il 30 ottobre 1925, esattamente 100 anni fa. In questo centenario si sono stabiliti in diverse diocesi, iniziando dal Niassa, poi Inhambane, più tardi Maputo, poi Nampula e più recentemente Tete, prestando servizi pastorali, educativi, sociali, universitari, di promozione umana e di formazione cristiana. Ci sono stati anche servizi a favore della formazione dei sacerdoti diocesani e religiose come frutto dell'evangelizzazione.

* Padre Jaime C. Patias, IMC, Ufficio per la comunicazione.

Ultima modifica il Giovedì, 30 Ottobre 2025 22:49

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