Il Papa: bisogna scegliere chi servire, se la giustizia o l’ingiustizia, se Dio o il denaro

"La Porta Santa si attraversa per entrare in un tempo nuovo" "La Porta Santa si attraversa per entrare in un tempo nuovo" Foto: Jaime C. Patias

All’udienza giubilare questo sabato, 4 ottobre, Leone XIV spiega come da una scelta si può giungere a sperare. “Il Giubileo apre anche alla speranza di una diversa distribuzione delle ricchezze, alla possibilità che la terra sia di tutti, perché in realtà non è così”, dice il Papa ai partecipanti dei giubilei del Mondo Missionario e dei Migranti presenti in Piazza San Pietro.

Nella sua catechesi ricorda, poi, Chiara di Assisi, “una ragazza coraggiosa e controcorrente”, "ai giovani piacciono le persone che hanno scelto e portano le conseguenze delle loro scelte"

In questo anno dobbiamo scegliere chi servire, se la giustizia o l’ingiustizia, se Dio o il denaro.

Leggi il testo integrale della catechesi di Papa Leone XIV

Catechesi. 6. Sperare è scegliere. Chiara di Assisi
 

Cari fratelli e sorelle, buongiorno, e benvenuti tutti!

Nel testo biblico appena letto (Lc 16,13-14), l’Evangelista nota che alcune persone, dopo aver ascoltato Gesù, lo deridevano. Sembrava loro assurdo il suo discorso sulla povertà. Più precisamente, si sentivano toccati sul vivo per il loro attaccamento al denaro.

Cari amici, siete venuti come pellegrini di speranza, e il Giubileo è un tempo di speranza concreta, in cui il nostro cuore può trovare perdono e misericordia, affinché tutto possa ricominciare in modo nuovo. Il Giubileo apre anche alla speranza di una diversa distribuzione delle ricchezze, alla possibilità che la terra sia di tutti, perché in realtà non è così. In questo anno dobbiamo scegliere chi servire, se la giustizia o l’ingiustizia, se Dio o il denaro.

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Sperare è scegliere. Questo significa almeno due cose. Quella più evidente è che il mondo cambia se noi cambiamo. Il pellegrinaggio si fa per questo, è una scelta. La Porta Santa si attraversa per entrare in un tempo nuovo. Il secondo significato è più profondo e sottile: sperare è scegliere perché chi non sceglie si dispera. Una delle conseguenze più comuni della tristezza spirituale, cioè dell’accidia, è non scegliere niente. Allora chi la prova è preso da una pigrizia interiore che è peggio della morte. Sperare, invece, è scegliere.

Vorrei ricordare oggi una donna che, con la grazia di Dio, ha saputo scegliere. Una ragazza coraggiosa e controcorrente: Chiara di Assisi. E sono contento di parlare di lei proprio nel giorno della festa di San Francesco. Sappiamo che Francesco, scegliendo la povertà evangelica, dovette rompere con la propria famiglia. Era però un uomo: lo scandalo ci fu, ma fu minore. La scelta di Chiara risultò ancora più impressionante: una ragazza che voleva essere come Francesco, che voleva vivere, da donna, libera come quei fratelli!

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Chiara ha capito che cosa chiede il Vangelo. Ma anche in una città che si crede cristiana, il Vangelo preso sul serio può apparire una rivoluzione. Allora, come oggi, bisogna scegliere! Chiara ha scelto, e questo ci dà una grande speranza. Vediamo infatti due conseguenze del suo coraggio nel seguire quel desiderio: la prima è che molte altre ragazze di quel territorio trovarono lo stesso coraggio e scelsero la povertà di Gesù, la vita delle Beatitudini; la seconda conseguenza è che quella scelta non fu come un fuoco di paglia, ma dura nel tempo, fino a noi. La scelta di Chiara ha ispirato scelte vocazionali in tutto il mondo e così continua a fare fino a oggi.

Gesù dice: non si possono servire due padroni. Così la Chiesa è giovane e attira i giovani. Chiara di Assisi ci ricorda che il Vangelo piace ai giovani. È ancora così: ai giovani piacciono le persone che hanno scelto e portano le conseguenze delle loro scelte. E questo fa venire voglia ad altri di scegliere. È una santa imitazione: non si diventa “fotocopie”, ma ognuno – quando sceglie il Vangelo – sceglie sé stesso. Perde sé stesso e trova sé stesso. L’esperienza lo dimostra: succede così.

I momenti forti dell'udienza giubilare

Preghiamo dunque per i giovani; e preghiamo per essere una Chiesa che non serve il denaro o sé stessa, ma il Regno di Dio e la sua giustizia. Una Chiesa che, come Santa Chiara di Assisi, ha il coraggio di abitare diversamente la città. Questo dà speranza!

* Ufficio per la Comunicazione 

Last modified on Saturday, 04 October 2025 23:16

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