Nella memoria di Santa Teresa di Gesù Bambino, patrona delle missioni e all’inizio di queste mese missionario, che celebriamo nell’anno giubilare con vari eventi di animazione, condivido con piacere e gratitudine alcune riflessioni sulla mia visita in Asia dal 9 settembre al 4 ottobre 2025.
Come missionari della Consolata siamo presenti in Corea del Sud (1988), a Taiwan (2014) e, insieme alle missionarie della Consolata in Mongolia (2003).
La bellezza della missione

Un primo sentimento che affiora è quello della bellezza: bellezza di questa missione in terre d’Oriente, bellezza della vita cristiana celebrata nei sacramenti del Battesimo, dell’Eucarestia e del Matrimonio a cui ho potuto assistere visitando le nostre parrocchie. Bellezza della natura con i suoi paesaggi infiniti, dei grandi Templi e Monasteri e della sua gente, bellezza di tanti giovani che studiano, lavorano e popolano le grandi città.

Visita a Mons. John Baptist Lee Keh-mien vescovo di Hsinchu in Taiwan
È bello vedere una chiesa giovane come quella della Mongolia che nella celebrazione domenicale della cattedrale, presieduta dal parroco padre Dieudonné Mukadi, fa l’invio di una ventina di catechisti che si prenderanno cura della formazione di 70 bambini, ragazzi, giovani e adulti che si preparano a ricevere i sacramenti dell’iniziazione cristiana. Ogni catechista sull’altare ha suggellato con la sua firma il proprio impegno di testimonianza di fede e di servizio.

È bello vedere, nella parrocchia del Sacro Cuore di Taiwan dove lavorano i nostri missionari, la celebrazione eucaristica ben preparata nel servizio, nei canti, nella cura dell’ambiente e della sua atmosfera. Ognuno ha una sua funzione, fa la sua parte condividendo doni e capacità. Terminata Messa presieduta da padre Caius Moindi, la comunione continua nella condivisione di una colazione nella quale si condivide la vita familiare e della comunità.
È bello vedere in Corea la presenza de tante persone amiche che collaborano con i missionari nelle attività e sostegno delle comunità, nella spedizione della rivista e nella animazione missionaria.

Due laici missionari, Rosa e Thomas, che sono stati in missione in Tanzania per tre anni ora continuano a collaborare nella animazione portando la loro testimonianza ed altri due laici, Bernardo e Maxima, partiranno nei prossimi mesi sempre per il Tanzania.
Naturalmente ed in modo speciale la bellezza della vita donata dei nostri missionari che lavorano in questi tre paesi provenienti dall’Africa, dall’America, dall’Europa e dalla stessa Asia. Missionari di culture, paesi ed età diverse che compongono la sinfonia della comunione in quello spirito di famiglia sempre voluto dal nostro Fondatore, San Giuseppe Allamano. Sinfonia di strumenti che a volte vanno accordati come succede in ogni convivenza umana, strumenti che hanno in sé tutta la capacità di emettere il proprio suono particolare e che va continuamente sintonizzato insieme a quello degli altri.

A servizio di questa comunione e sintonia vi sono i superiori delle varie comunità e la Direzione Regionale della quale il regista è padre Clement Gachoka insieme con i consiglieri padre Dieudonné Mukadi e padre Emanuel Temu.
Anche per loro, come Direzione Generale, abbiamo organizzato tre giorni di formazione per aiutarli maggiormente nel loro servizio e animazione della Regione.
La piccolezza
Un secondo sentimento ed impressione è quello della piccolezza: piccolezza della nostra presenza, della chiesa, del numero di cristiani in questo continente delle grandi religioni.
Siamo come il seme che muore e fa crescere poco per volta la pianticella tessendo rapporti che avvengono nel dialogo, nel rispetto, nell’accoglienza, nella cura delle persone e nelle attività in favore della Giustizia, della Pace e Integrità del Creato.

È stato bello essere stati accolti con fraternità dal monaco buddista del monastero di Arvaikheer invitandoci a visitare il loro luogo di preghiera e meditazione e indicandoci in un quadro posto al centro un giovane ragazzino che è già stato designato come colui che sarà il successore del Dalai Lama. Lo stesso quadro lo abbiamo ancora trovato in un altro monastero nella capitale della Mongolia, Ulaanbaatar.
L’accoglienza viene vissuta in particolare con i poveri, i bambini, le donne ed i migranti.
Per loro si offre un pasto caldo, educazione nell’asilo o per fare i compiti, la possibilità di fare dei lavori artigianali che possono dare un piccolo aiuto economico. Per i migranti viene offerta la possibilità di vivere la propria fede e vita sacramentale nella propria lingua, servizio e missione che viene fatta in particolare a Taiwan e in Corea.

Il Dialogo, principale atteggiamento missionario in questa realtà, avviene nella vita quotidiana di ogni giorno, ma anche con incontri tra le varie religioni, partecipazione ad eventi ed attività che ci aiutano a vivere la fratellanza universale.
È questo l’impegno dei nostri missionari e in modo particolare del Cardinale della Prefettura della Mongolia, Giorgio Marengo.
Silenzio e contemplazione
Un terzo sentimento è spirituale e contemplativo. L’ho sentito nella adorazione eucaristica che missionari, missionarie ed alcuni fedeli al mattino presto fanno nella Cappella/Ger di Arvaikheer. Fuori è freddo, ma dentro ti accoglie subito il calore della stufa a legna e, in particolare, della presenza di Gesù sull’altare. In questa adorazione silenziosa e contemplativa si comprende il significato della missione in Asia, nell’atteggiamento di preghiera e contemplazione che i fedeli vivono, più con i gesti che con le parole.

Durante la messa, al momento della preghiera dei fedeli, sgorgano dal loro cuore preghiere di lode, di supplica e intercessione.
In varie delle nostre comunità e parrocchie si sono creati per questo gruppi di preghiera, di formazione Biblica, alla preghiera contemplativa e alla Lectio Divina e le persone rispondono con impegno ed interesse.
Durante questa visita ho avuto modo di incontrarmi e parlare con ogni missionario ed ogni comunità, ne ritorno arricchito e con cuore grato per la vita e testimonianza di ognuno di loro. L’ Istituto in Asia sono loro: il Card. Giorgio Marengo, Diego, Clement, Daniele, Martino, Pietro, Bernardo, Giuseppino, Antony, Vincent, Giampaolo, Benigno, James, Caius, Dido, Patrick Okwaro, Geoffrey, Kenneth, Patrick Ngei, Pablo, Lorenzo, Emanuel, Yowashi ed in breve Joel e Oscar. Ed insieme e in comunione con loro le missionarie della Consolata che lavorano in Mongolia.

A questo piccolo gruppo spetta vivere e testimoniare il nostro carisma con una presenza e gesti di consolazione, con parole di conforto e speranza, con il dialogo e l’ascolto. Li affidiamo alla Consolata e chiediamo che questa missione con le sue caratteristiche e peculiarità arricchisca tutto l’Istituto. Una missione bella che vogliamo fare conoscere ed amare maggiormente, soprattutto ai nostri giovani.
Sono grato al Signore per questa visita e soprattutto ai missionari per la loro accoglienza e fraternità.
* Padre Michelangelo Piovano, IMC, Vice Superiore Generale. 1° ottobre 2025, memora di S. Teresa di Gesù Bambino.











