L'elezione di Papa Leone XIV come il 267° Pontefice nella storia della Chiesa è stato un momento forte, ricco di grazie. Creato cardinale da Papa Francesco nel Concistoro del 7 dicembre 2024, mons. Roberto Repole, 58 anni, arcivescovo di Torino e vescovo di Susa, ha partecipato al Conclave per prima volta. Il cardinale racconta la sua esperienza preceduta dai funerali di Papa Francesco.
“La morte di Papa Francesco è stata uno shock perché ha significato la perdita di una persona davvero cara a tutti, a me in modo tutto particolare. I suoi funerali sono stati un segno di quanto significativa è stata la sua persona, il suo magistero, il suo esempio per la Chiesa e per tutta la umanità”, dice il card. Repole.
E il cardinale continua: “In fondo, con il rito delle sue esequie siamo entrati dentro un momento tutto unico e particolare della storia della Chiesa che è quello della preparazione di un Conclave che ho vissuto come una esperienza di grazia perché per me è stato come vivere in prolungato esercizio spirituale di ricerca di ciò che lo Spirito stava dicendo nel mio cuore, ma anche quello che lo Spirito stava dicendo attraverso il dialogo con i fratelli cardinali”.

Papa Leone XIV durante incontro con gli operatori della comunicazione nell’Aula Paolo VI, il 12 maggio. Foto: Jaime C. Patias
“Papa Leone XIV, un padre che ci radica nel Signore risorto”
“E poi questo stesso Spirito, attraverso la nostra responsabilità e libertà, ci ha dato Leone XIV e lo abbiamo sentito tutti e percepito tutti, è davvero un padre, quel padre che ci aspettavamo, che ci invita a ritornare nelle nostre chiese con questa certezza, che c’è lui che ci radica nel Signore risorto come ci ha detto nel primo Messaggio, e siccome c’è lui, insieme a lui ci sono anche tutti gli altri pastori che hanno il compito sempre di radicare la comunità dei credenti in Cristo nella testimonianza degli Apostoli, la testimonianza della risurrezione”, conclude il cardinale Repole.
* Padre Jaime C. Patias, IMC, Ufficio per la comunicazione










