All’età di 42 anni Lígia Cipriano ha chiesto di entrare nell'Istituto delle Suore Missionarie della Consolata. Oggi vive la sua missione con il popolo Yanomami nell’Amazzonia brasiliana.
Originaria di Sepins, Cantanhede, Portogallo, Suor Lígia ha emesso la professione religiosa perpetua l'8 dicembre 2024, all'età di 55 anni. La sua vita è stata segnata dal lavoro in un asilo, dalla catechesi e dalla visita ai malati. Dopo aver conosciuto i Missionari della Consolata durante l'adolescenza, si è unita al gruppo della Gioventù Missionaria della Consolata e ha collaborato alle attività della congregazione. All'età di 36 anni ha deciso di unirsi ai Missionari Laici della Consolata (LMC) e quattro anni dopo è partita in missione a Catrimani, nello Stato di Roraima, dove i Missionari e le Missionarie della Consolata vivono dal 1965 con il popolo Yanomami. Lì nasce la sua vocazione alla Vita Consacrata. Due anni dopo questa esperienza, Lígia ha chiesto di entrare nell'Istituto delle Suore Missionarie della Consolata.
Studiare dopo i 40 anni
La sua formazione religiosa si è svolta in Brasile e in Italia e durante questo periodo ha avuto contatti con consorelle del Mozambico, Tanzania, Kenya, Congo, Etiopia e Uganda. “Pensavo che a 42 anni nessuno avrebbe avuto il coraggio di iniziare un cammino di formazione. Ho chiesto al Signore di darmi coraggio e forza. Tutta la mia vita era stata dedicata alla Chiesa, ma sentivo che il Signore mi chiamava a dire 'Sì' per sempre. È stato un viaggio di 14 anni verso la consacrazione. Entrare in formazione a 42 anni non è come farla a 22. Ci sono molte sfide. Il cammino formativo ha diverse tappe, ma ognuna ha il suo significato, e ci aiuta a maturare nella nostra vocazione e a crescere come persone, in modo da poter aiutare anche gli altri. Per questo non importa quanto tempo ci vuole”.
Incontro di formazione dei giovani Yanomami presso la Missione Catrimani. Foto: Missione Catrimani
In missione sul luogo del miracolo
La prima professione religiosa, dopo il Noviziato è avvenuta il 29 gennaio 2019 e quella dei voti perpetui l'8 dicembre 2024, anno in cui è stato canonizzato Giuseppe Allamano, fondatore dei Missionari e delle Missionarie della Consolata, dopo che è stato riconosciuto un miracolo attribuito alla sua intercessione. Si tratta precisamente della prodigiosa e inspiegabile guarigione di Sorino Yanomami, assalito e mortalmente ferito da un giaguaro, proprio nel luogo in cui Lígia è stata in missione. “I miei voti perpetui sono stati emessi nell'anno della canonizzazione del Fondatore, il che è molto forte per me. Sapere che San Giuseppe Allamano ha fatto un miracolo con un indigeno a Catrimani è molto significativo per coloro che sono lì in missione. Per noi che lavoriamo lì, è un incentivo a continuare la missione”.
Fratel Ayres Osmarin, Suor Lígia Cipriano, padre Bob Mulega e padre Filbert Nkanga. Foto: Missione Catrimani
La vita nella foresta
Il primo contatto di LÍgia con Roraima succede nel 2010 e le è ancora oggi molto presente. “Il popolo Yanomami vive nella foresta e io sono arrivata in aereo. È stato uno shock e una grande esperienza formativa. In due anni ho vissuto quello che non credo di aver vissuto fino ad allora, perché il mio cuore era chiuso. Quando sono arrivata alla missione [condivisa con i Missionari della Consolata], il mio cuore si è aperto alla novità”. La sua formazione religiosa l'ha portata ad allontanarsi dal popolo Yanomami per nove anni. Per questo, quando ha saputo che sarebbe tornata, era felicissima. “Per me la gioia più grande è stata quando mi hanno detto che sarei tornata a Roraima. Tornare a Catrimani dopo nove anni è stato un momento di grande amore”.
Il popolo Yanomami ha visto il proprio territorio invaso e distrutto per decenni dai cercatori d’oro, dal 1992 illegali nell’area divenuta protetta. Foto: Funai
La missione di Lígia continua oggi con il popolo Yanomami. “Oggi la realtà è più difficile a causa della situazione di invasione del territorio, di estrazione mineraria e delle dipendenze da droga e alcol”. Tuttavia, è con grande speranza che Lígia guarda al lavoro della congregazione. “Il nostro lavoro consiste nell'accompagnare. Visitiamo le comunità, accompagniamo gli insegnanti e gli operatori sanitari. Noi Suore Missionarie della Consolata ci occupiamo anche dell'accompagnamento delle donne e dei progetti di produzione di ceste. La nostra vita è stare con la gente, aiutarla perché possa rivendicare i propri diritti, ma anche dirle quali sono i suoi doveri. Catrimani sarà sempre il luogo del primo amore, del primo incontro con me, con Dio e con la natura. Con il popolo Yanomami ho capito cosa siano la comunione e la condivisione. Dio mi ha chiamata ad essere questa luce e questa salvezza, ad essere una presenza di consolazione nel mondo”, dice la missionaria.
* Juliana Batista è giornalista della rivista “Fátima Missionária”. Pubblicato originalmente in: www.fatimamissionaria.pt