Dt 26,4-10; Sal 90; Rm 10,8-13; Lc 4,1-13
La Quaresima è un tempo privilegiato per effettuare il nostro pellegrinaggio interiore verso Colui che è la sorgente della misericordia che, nel deserto delle nostre povertà, ci sostiene nel cammino verso la gioia immensa della Pasqua. Anche nella “valle oscura” di cui parla il Salmista (Sal 23,4), mentre il tentatore ci spinge a disperarci e a riporre una speranza illusoria nell’opera delle nostre mani, Dio non ci abbandona, ma ci custodisce e ci sostiene appassionatamente.
Le letture odierne invitano a rivedere le nostre certezze, il nostro modo di pensare e di agire. Perché la Quaresima è il tempo opportuno per la “metanoia”, in vista del rinnovamento della nostra vita. Sta a ciascuno di noi approfittare di questo tempo per riavvicinarci al Signore che è la fonte della vera vita e evitando di seguire altre proposte apparentemente affascinanti ma vuote.
La prima lettura (Dt 26,4-10) riporta una “confessione di fede” che gli Israeliti fecero quando presentarono a Dio le primizie della terra. Riconoscendo l'azione salvifica e liberatrice di Dio nella loro vita, il popolo di Israele afferma la propria fede e incrollabile fiducia nella potenza e nell'amore di Dio. Ciascuno si rendeva così conto che tutto ciò era e tutto quello che possedeva era dono gratuito della generosità e della sollecitudine premurosa del Signore che è la fonte della vita in abbondanza. In Quaresima è opportuno chiederci: che posto ha Dio nella mia vita? Puoi identificare gli “dei” in cui riponi la tua fiducia e trovare il modo di liberartene?
Paolo ricorda ai Romani che la salvezza ci è donata per mezzo di Gesù Cristo (Rom 10,8-13). Chi crede in Gesù è chiamato ad abbracciare il suo stile di vita e così sarà salvato e diventerà membro di una “nuova” famiglia dove “non c'è differenza tra ebrei e greci”. Chiediamoci allora: ci sentiamo una famiglia nata da un “sì” a Gesù, che testimonia la comunione e la fraternità? Nella nostra comunità cristiana c'è spazio per tutti, valorizzando le “differenze”, come un dono che arricchisce la fraternità?
Il vangelo di oggi (Lc 4,1-13), ci presenta le tentazioni di Gesù nel deserto che, di fatto, mostrano i capisaldi del suo ministero. Il tempo trascorso nel deserto, è stato certamente per Gesù un tempo di prova e di purificazione per comprendere bene lo stile che avrebbe assunto durante la sua vita.
Le tentazioni avvengono in diversi passaggi con i quali il “diavolo” incalza il Signore per costringerlo a scegliere.
Prima di tutto Gesù è sfidato sui beni materiali, gli viene chiesto di usare la sua condizione divina per soddisfare i suoi bisogni più elementari: «se tu sei Figlio di Dio, dì a questa pietra di diventare pane» (v. 3). Segue poi l’invito rivolto a Gesù di intraprendere la strada del potere, del dominio e dell’arroganza come fanno i grandi della terra (vv. 5-7). I due contendenti si spostano sul “culmine del tempio” di Gerusalemme, nell'angolo sud-ovest dell'edificio, dove i visitatori del santuario potevano godere di una magnifica vista sulla valle del Cedron (v. 9), al Signore gli viene chiesto di buttarsi e lasciare che vengano gli angeli a salvarlo. Gesù chiude il dramma delle tentazioni ammonendo il diavolo come sta scritto “non tenterai il Signore Dio tuo” (v. 12).
In questo modo Gesù fin dall’inizio ha chiaro la strada che sarà chiamato a seguire per annunciare la venuta del Regno in parole e opere: niente accumulo di beni, nemmeno dominio sulle persone, né utilizzare la potenza di Dio per un tornaconto personale. Al contrario Gesù si mette al servizio del progetto di Dio, facendo solamente la volontà del Padre che lo ha inviato.
Alla luce dell’esempio integerrimo di Gesù, anche noi lungo il percorso quaresimale, siamo chiamati a verificare, con lucidità e senso di responsabilità, le nostre opzioni, le nostre priorità, i nostri valori, il senso della nostra vita.
Auguri di una santa e feconda Quaresima!
* Padre Geoffrey Boriga, IMC, studia Bibbia nel Pontificio Istituto Biblico a Roma.