Un mese di ritiro Allamaniano a Castelnuovo

P. Godfrey Msumange con il P. Luigi Invirardi nella casa natale del Fondatore a Castelnuovo Don Bosco P. Godfrey Msumange con il P. Luigi Invirardi nella casa natale del Fondatore a Castelnuovo Don Bosco Jaime C. Patias

“Venite in disparte e riposatevi un po’” (Mc 6, 31)

Questo invito amorevole del Maestro diventa più che mai necessario ai nostri tempi: viviamo in un’epoca in cui il mondo è super globalizzato; è stordito da tanti frastuoni, rumori e clamori; le persone, perennemente connesse ai mezzi audiovisivi, sembrano prigioniere di questi mezzi.

Serve distaccarsi dalla normalità, come dicevano i Padri del deserto: “Fuggi, fai silenzio, cerca quiete”. Questo è vero per tutti ma vale in modo speciale per religiosi, sacerdoti, missionari, chiamati per vocazione a prendersi cura degli altri. Serve coraggio, quando è possibile, per dedicare tempo, almeno una volta in vita, e fare un ritiro prolungato, anche di un mese.

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Era da diversi anni che dentro di me coltivavo il desiderio e il sogno di poter vivere un mese di esercizi spirituali. Nella vita occorre fermarsi per ricaricarsi. A volte per dei momenti lunghi. Guai a noi se non lo facciamo. Si corre il pericolo di fare più danni, se non ci si ferma. Siccome è sempre difficile aver un periodo così prolungato, l’occasione opportuna non poteva essere migliore che alla fine di un mandato e prima di intraprenderne un altro.

È stato un momento per me molto speciale dove ho potuto godere dei doni spirituali dall’alto, vivendo, leggendo, riflettendo, “ruminando”, e pregando. Ho dedicato tempo a contemplare le meraviglie di Dio nella vita e nel nostro agire.

Tutto questo acquisisce un significato particolare quando si realizza nei luoghi che hanno visto crescere quell’uomo santo consacrato alla missione, il padre fondatore Giuseppe Allamano e altri santi originari di Castelnuovo: Giuseppe Cafasso, Giovanni Bosco e Domenico Savio.

Gli Esercizi Allamaniani sono stati caratterizzati da quello che potremmo chiamare “un silenzio parlante”, (usando una espressione del padre fondatore muto con le cose che possono recar disturbo, ma loquace con Dio).

Vivendo nella casa natale di san Giuseppe Cafasso, perla del clero, potevo respirare un silenzio unico, essendo la zona poco abitata. Potevo toccare Dio leggendo il Padre fondatore (ma soprattutto scavando nella vita dei santi che egli spesso citava nelle sue conferenze). Potevo meditare e pregare con calma, senza tralasciare le passeggiate in mezzo alle vigne approfittando anche delle diverse cappelle presenti nel territorio. Significativo il momento giornaliero di confronto con il predicatore, guida e fratello.

Castelnuovo si presta molto bene per vivere una esperienza del genere sul carisma cominciando dalle due case che hanno visto la nascita del Beato Giuseppe Allamano e di San Giuseppe Cafasso. Quest’ultima, che non è abitata, offre un’atmosfera che favorisce la concentrazione e il dialogo con il Signore.

Il ritiro Allamaniano di un mese è tempo di ricarica, di profondità e di preghiera; è un modo eccellente per riempirsi di Dio. La nostra epoca richiede uomini e donne pieni di Dio. È il miglior modo di servire il popolo di Dio che ci viene affidato anche perché non si può dare quello che non si ha.

* Padre Godfrey Msumange, IMC, casa natale del Beato Giuseppe Allamano.

Ultima modifica il Venerdì, 12 Gennaio 2024 08:13

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