Noi abbiamo nel cuore il desiderio di continuare a promuovere l'azione missionaria della Chiesa nei luoghi in cui siamo stati chiamati a essere messaggeri della Buona Notizia di Gesù ma non è mai un cammino facile. Questo compito può essere portato avanti solo con la grazia dell'autore della missione e si fa in mezzo a tante sfide che il mondo di oggi deve affrontare.
Eppure, se allunghiamo un po’ lo sguardo "della mia comunità", la "mia parrocchia", la mia opzione o il mio servizio missionario corriamo il pericolo di farci contagiare da quella che il nostro confratello Leonel Narváez chiama “la maledetta rabbia" e che nasce dall'impotenza di non sapere essere missionari ad gentes in mezzo ai conflitti. A questo punto il passo è breve per arrivare, in un modo o nell'altro, all'indifferenza verso le sofferenze altrui o ad aspettare passivamente un cambiamento che non arriva mai.
Il rinnovamento della comunità auspicato dal cammino sinodale implica guardarsi intorno, scoprire i gesti di speranza che ancora ci accompagnano e da essi lanciarsi verso la novità del risveglio ecclesiale e umano di cui il mondo di oggi ha bisogno.
Mentre continuiamo a chiederci cosa intendiamo per “ad gentes” in questi tempi complessi, dobbiamo anche capire che la risposta molto probabilmente non ci arriverà da una riflessione illuminata o da una rivelazione divina, ma piuttosto dell'incontro autentico con i poveri del nostro tempo. In realtà se ciò che sono e ciò che faccio non definisce il mio Ad Gentes, dovrei, io e la comunità, cominciare a preoccuparmi.
Il cammino sinodale è parte della risposta che lo Spirito Santo continua a rivelarci attraverso il magistero di Papa Francesco; camminare insieme è un primo passo per ricomporre il corpo della Chiesa, dell'Istituto e della Missione. Ma poi il passo successivo è camminare gli uni verso gli altri affinché "l'incontro autentico con il fratello" diventi gesto sacramentale, fonte di grazia e forza per affrontare la novità della missione. Un sentito grazie a tutti i missionari e alle comunità che sanno sostenere con umiltà la nostra speranza quotidiana e che, in questo modo, ci incoraggiano a rimanere saldi nel nostro impegno missionario. La vostra comunicazione e condivisione ci rende artigiani della Buona Novella, tessuta nel quotidiano della nostra missione. Il Beato Giuseppe Allamano, nostro Fondatore, e la Madonna Consolata siano sempre con noi.
* P. Venanzio è superiore provinciale in Colombia (lettera alla comunità del bollettino Infomisión di Ottobre 2023)