Domenica XXVIII del Tempo Ordinario (Anno A). L’invito universale al banchetto del Regno

Domenica XXVIII del Tempo Ordinario (Anno A). L’invito universale al banchetto del Regno Foto Sozzi JA
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Is 25,6-10;
Sal 22;
Fil 4,12-14.19-20;
Mt 22,1-14.

Il contesto

Il significato della parabola risulta molto chiaro se la leggiamo nel suo contesto: fa parte di una disputa di Gesù con i sommi sacerdoti e i farisei sulla sua missione e autorità e segue immediatamente un’altra parabola sul Regno (21,33-43).

Nella parabola della vigna, che abbiamo letto domenica scorsa, Gesù fa un riassunto della storia della salvezza: Dio circondava Israele con una attenzione tutta particolare e aspettava che tanta cura avrebbe prodotto buoni frutti; di tempo in tempo inviava i profeti per ricordare al popolo il frutto che Dio attendeva, ma la loro missione incontrava sempre il rifiuto da parte di Israele. Finalmente Dio inviò il proprio Figlio, ma questi fu ucciso. 

A questo punto Gesù dichiara che siccome Israele continuava a rifiutare il Regno, questo passerà ad un altro popolo, cioè ai pagani (21,43). Questa frase ci offre la chiave di lettura per la nostra parabola che in realtà ripete il messaggio della precedente con un’altra immagine e altre sfumature. Gesù usa un discorso duro, di tipo profetico, per indurre il suo popolo al pentimento e farsi accettare da lui. D’altronde, anche i pagani, divenuti i nuovi invitati, corrono il rischio di venire gettati fuori se non sono trovati rivestiti dell’abito nuziale.

Bisogna dire con chiarezza che le due parabole non giustificano in nessun modo l’idea che Dio avrebbe ripudiato Israele in favore della Chiesa: è sufficiente leggere Rom. 9-11 per convincersi del contrario. 

Una chiave di lettura

Il banchetto del Regno. I profeti diverse volte annunciarono i beni della salvezza e specialmente quelli dei tempi escatologici con l’immagine di un banchetto. La prima lettura della liturgia di questa domenica (Is 25,6-10a) ne è un esempio. Anche Isaia, al pari di Gesù, parla di un banchetto preparato da Dio per tutti i popoli, però il popolo d'Israele e più specificamente la città eletta di Gerusalmme, restano al centro del progetto di Dio, come mediatori della salvezza che Dio offre a tutti. Nel Nuovo Testamento, invece, pur riconoscendo che "la salvezza viene dai Giudei" (Gv 4,22), l’unico mediatore della salvezza è Gesù, che continua a esercitare la sua mediazione attraverso la comunità dei suoi discepoli, la Chiesa.

L’abito nuziale. Questa immagine, utilizzata nella parabola del banchetto del Regno, vuol significare che non si entra nel Regno senza essersi preparati; l’unico modo per prepararsi ad esso è la conversione. Infatti, cambiare vestito nel linguaggio biblico indica cambiare stile di vita ovvero convertirsi (vedi ad esempio, Rom 13,14; Gal 3,27; Ef 4,20-24).

Molti i chiamati, pochi gli eletti. L’espressione è un semitismo. Nell’assenza del comparativo, l’ebraico biblico usa espressioni fondate su drastiche opposizioni. Per cui questa espressione non dice niente sulla relazione numerica tra i convocati nella Chiesa e gli eletti per la vita eterna. Però è anche vero che la parabola distingue tra la chiamata alla salvezza e l’elezione e perseveranza finale. La generosità del re è immensa, ma bisogna prendere sul serio le esigenze del Regno. L’espressione è un pressante appello a non accontentarsi di una appartenenza formale al popolo di Dio. Non si può dare per scontato la salvezza. In questo Gesù segue da vicino l’insegnamento dei profeti. Basti ricordare Ger 7,1-15 e Os 6,1-6.

Domande

Chi rappresentano gli invitati che rifiutano l’invito?
Chi rappresentano i nuovi invitati trovati per strada?
Chi rappresenta l’uomo senza abito nuziale?
Ci sono nella mia vita degli "affari urgenti" che mi impediscono di accettare l’invito di Dio?
Quale è l’abito nuziale richiesto da me concretamente per poter partecipare al banchetto nuziale del Regno di Dio?

Preghiera

O Dio, Signore del mondo e re di tutti i popoli, tu hai preparato da sempre una festa per i tuoi figli e ci vuoi radunare tutti attorno alla tua mensa per partecipare alla tua stessa vita. Ti ringraziamo per averci chiamati nella tua Chiesa per mezzo di Gesù tuo Figlio. Il tuo Spirito ci renda sempre attenti e disponibili per continuare ad accogliere il tuo invito e ci rivesta dell’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera, a immagine di Cristo, per poter entrare alla festa del tuo Regno insieme con una moltitudine di sorelle e fratelli. Serviti anche di noi, se lo desideri, per continuare a chiamare altri al banchetto universale del tuo Regno. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. Amen.

Ultima modifica il Martedì, 10 Ottobre 2023 19:31

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