Non di solo pane

Non di solo pane Foto SozziJA
Pubblicato in Preghiera missionaria
LEGGI

Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo. E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame. Il tentatore allora gli si accostò e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, di' che questi sassi diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio». Allora il diavolo lo condusse con sé nella città santa, lo depose sul pinnacolo del tempio e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo, ed essi ti sorreggeranno con le loro mani perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: Non tentare il Signore Dio tuo». Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai». Ma Gesù gli rispose: «Vattene, satana! Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto». Allora il diavolo lo lasciò ed ecco angeli gli si accostarono e lo servivano. (Mt 4,1-11)

RIFLETTI

Nella scena introduttiva domina il tema del «deserto», senza alcuna determinazione geografica. L’evangelista finalizza il soggiorno di Gesù nel deserto all’esperienza delle tentazioni: il Signore è sottoposto alla prova della sua figliolanza divina, alla verifica dell’obbedienza al Padre. Allo stesso modo del popolo (cf. Is 63,14) anche il Signore è condotto dallo Spirito nella solitudine del deserto. Dunque Gesù «rifà il cammino del deserto» segnato dalla tentazione e dalla sfiducia di Israele: assume su di sé la debolezza e i peccati del suo popolo, caduto molte volte nella solitudine e nella incredulità. 

Il deserto, luogo inospitale, invivibile, che fin dall’Antico Testamento accompagna con la sua presenza il cammino dei credenti: Adamo sperimenta la solitudine (Gn 2-3); Abramo è nella prova (Gn 22); Israele vive il peccato (Es 16); la predicazione profetica e l’annuncio messianico si realizzano nel cambiamento del deserto in giardino (Is 35). Il deserto ti richiama l’essenziale, la verità di te stesso e della tua vita, ti consente di purificare il tuo cuore per ascoltare la Parola di Dio e rifare alleanza con Lui (Es 24). Il deserto è una «zona di mezzo», tra te e Dio, tra il tuo territorio e la terra promessa: sei chiamato a passare attraverso il deserto!

Ci collochiamo anche noi, mossi dallo Spirito nel contesto del deserto. E’ singolare questa situazione: Gesù, ricevuto il Battesimo, avrebbe dovuto apparire in tutta la sua gloria agli uomini, magari, con una strategia vincente e gloriosa. Invece no: «quel Figlio amatissimo» viene sottoposto alla grande tentazione da parte di Satana. Ricordiamo l’ammonizione del saggio nel Siracide: «Figlio, se ti presenti per servire il Signore, prepàrati alla tentazione» (Sir 2,1).

Spicca l’immagine del deserto. 

L’esperienza della tentazione non appartiene solo all’esordio del ministero, bensì accompagna la predicazione di Gesù (cf. Mt 16,1; 19,3; 22,18.35). Il racconto delle tentazioni di Gesù non va considerato come un «incidente iniziale» del ministero pubblico del Signore, bensì come lo stile mediante il quale il credente deve vivere nel mondo. 

Osserviamo il dialogo delle tre tentazioni, che indicano tre sequenze del dramma, disposte in ordine decrescente secondo il Deuteronomio (8,3; 6,16.13) e rilette nella successione narrativa del cammino dell’esodo: a) la tentazione del pane (vv.3-4) evoca la manna nel deserto (cf. Es 16); b) la tentazione del tempio (vv. 5-7) ricorda l’episodio dell’acqua dalla roccia (cf. Es 17,2-7); c) la tentazione del potere (vv. 8-10) richiama il tema del dono della terra (cf. Dt 34,1-4).

Se guardiamo alla tre tentazioni possiamo individuare una serie di correlazioni per comprendere la dinamica spirituale: l’uomo è segnato da queste tre fondamentali esigenze che diventano per lui un assoluto. Il pane indica il bene economico che può trasformarsi in un idolo a cui sottomettiamo la nostra volontà; il pinnacolo del tempio è l’uso e la strumentalizzazione del sacro per controllare e sottomettere gli altri; la proposta del potere sul monte altissimo, che sovrasta i regni della terra è l’espressione del dominio anziché di servizio e della donazione agli altri.

DOMANDE

La pagina delle tentazioni va considerata come l’ora della prova a cui nessuno può sottrarsi: sei consapevole dell’importanza della prova «che matura» il tuo cuore? Come vivi le prove della tua vita?

Considerando le «tentazioni» che Satana rivolge a Gesù, mentre è debole ed affamato, quali sono le tentazioni più ricorrenti nella tua vita? Quali sono le tentazioni più frequenti nelle nostre comunità?

PREGA

Tu che abiti al riparo dell'Altissimo e dimori all'ombra dell'Onnipotente, di' al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza, mio Dio, in cui confido». Egli ti libererà dal laccio del cacciatore, dalla peste che distrugge. Ti coprirà con le sue penne sotto le sue ali troverai rifugio. La sua fedeltà ti sarà scudo e corazza; non temerai i terrori della notte né la freccia che vola di giorno, la peste che vaga nelle tenebre, lo sterminio che devasta a mezzogiorno. Mille cadranno al tuo fianco e diecimila alla tua destra; ma nulla ti potrà colpire. (Salmo 90)

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