Atti degli apostoli (9). La comunità perseguitata e missionaria

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Pubblicato in Preghiera missionaria
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In quel tempo il re Erode cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa. Fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni. Vedendo che ciò era gradito ai Giudei, fece arrestare anche Pietro. Erano quelli i giorni degli Azzimi. Lo fece catturare e lo gettò in carcere, consegnandolo in custodia a quattro picchetti di quattro soldati ciascuno, col proposito di farlo comparire davanti al popolo dopo la Pasqua. Mentre Pietro dunque era tenuto in carcere, dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera per lui. In quella notte, quando Erode stava per farlo comparire davanti al popolo, Pietro, piantonato da due soldati e legato con due catene, stava dormendo, mentre davanti alle porte le sentinelle custodivano il carcere. Ed ecco, gli si presentò un angelo del Signore e una luce sfolgorò nella cella. Egli toccò il fianco di Pietro, lo destò e disse: «Àlzati, in fretta!». E le catene gli caddero dalle mani. L’angelo gli disse: «Mettiti la cintura e légati i sandali». E così fece. L’angelo disse: «Metti il mantello e seguimi!». Pietro uscì e prese a seguirlo, ma non si rendeva conto che era realtà ciò che stava succedendo per opera dell’angelo: credeva invece di avere una visione. Essi oltrepassarono il primo posto di guardia e il secondo e arrivarono alla porta di ferro che conduce in città; la porta si aprì da sé davanti a loro. Uscirono, percorsero una strada e a un tratto l’angelo si allontanò da lui. Pietro allora, rientrato in sé, disse: «Ora so veramente che il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha strappato dalla mano di Erode e da tutto ciò che il popolo dei Giudei si attendeva». Dopo aver riflettuto, si recò alla casa di Maria, madre di Giovanni, detto Marco, dove molti erano riuniti e pregavano. Appena ebbe bussato alla porta esterna, una serva di nome Rode si avvicinò per sentire chi era. Riconosciuta la voce di Pietro, per la gioia non aprì la porta, ma corse ad annunciare che fuori c’era Pietro. «Tu vaneggi!», le dissero. Ma ella insisteva che era proprio così. E quelli invece dicevano: «È l’angelo di Pietro». Questi intanto continuava a bussare e, quando aprirono e lo videro, rimasero stupefatti. Egli allora fece loro cenno con la mano di tacere e narrò loro come il Signore lo aveva tratto fuori dal carcere, e aggiunse: «Riferite questo a Giacomo e ai fratelli». Poi uscì e se ne andò verso un altro luogo. (Atti 12,1-17)

RIFLETTI
La persecuzione accompagna l'annuncio del Vangelo 

Secondo il libro degli Atti, persecuzioni e atteggiamenti ostili accompagnavano sempre l'annuncio del Vangelo. Queste persecuzioni provenivano sia dagli ebrei che dai pagani.

Persecuzioni da parte degli ebrei, rappresentate nei sacerdoti e nei sadducei, negli scribi e nei farisei, o nel popolo stesso. Tutti vedono in questa nuova religione, nata tra loro, un attacco alla tradizione ebraica (At 4,2; 18,13; 21,28). Sicuramente tra gli esempi più noti di questa persecuzione c'è il martirio di Stefano (Atti 7). Ma la stessa sorte conoscerà Giacomo, ucciso per ordine di Erode (At 12,12). Paolo racconta ai Corinzi come fu perseguitato dal suo popolo: "Cinque volte ho ricevuto dai Giudei i trentanove colpi di rigore; tre volte sono stato flagellato con verghe e una volta lapidato" (2 Cor 11,24-25).

Le persecuzioni non sorgono solo a causa della diversa visione del mondo e della azione di Dio nel mondo. È anche un misto di fattori economici, sociali e politici. Un esempio di questa persecuzione può essere visto in Atti 16,16-24: a Filippi, la guarigione di un giovane indovino che fungeva da "gancio" per il profitto di alcuni, provoca una rivolta contro Paolo e Sila per motivi economici e religiosi. I padroni di quella giovane donna vedono i loro affari rovinati e fanno sì che le autorità frustino Pablo e Silas e li mettano in prigione. 

Il libro degli Atti non registra alcun grave conflitto tra l'Impero Romano e i cristiani. piuttosto, si preoccupa di mostrare che questa religione non lo attacca e che i cristiani sono buoni sudditi. Per esempio, secondo Atti 16,19-40, le autorità di Filippi riconoscono il loro errore e liberano gli apostoli, che avevano imprigionato.

Con la forza dello Spirito

Anche la persecuzione diventa una occasione per l’annuncio. Sono stati i cristiani perseguitati quelli che hanno varcato i confini della Palestina ed sono entrati in contatto con il mondo dei pagani. 

La fede in Gesù e nella potenza dello Spirito ha fatto sì che i primi cristiani affrontassero la persecuzione come Stefano (At 7,55) o anche la evitassero nei casi in cui era più opportuno evitarla (At 17,14)

Come dice Paolo, non c'è equivoco, non c'è angoscia, non c'è persecuzione che possa allontanarci dall'amore di Dio manifestato in Cristo (Rm 8,35). 

Il carcere di Pietro

Il racconto è pieno di riferimenti alla storia di Gesù e alla sua Pasqua. Pietro viene arrestato nel giorno degli azzimi e si trova in carcere attorno a Pasqua, in attesa di giudizio, sorvegliato (Mt 27,62ss). Mentre Pietro dorme la Chiesa veglia e prega. Appare un angelo sfolgorante (Mt 28,2-3) e lo desta chiedendogli di alzarsi (verbi tipici della resurrezione). È chiamato a mettersi i sandali e la cintura (come il popolo in fuga dall’Egitto, Es 12,11) e a seguirlo (At 12,8), come gli aveva chiesto Gesù risorto a Tiberiade. L’episodio è intriso di citazioni pasquali, anche quando il povero Pietro va a casa di Maria, madre di Giovanni Marco, bussa alla porta e la serva Rode si spaventa, corre dagli apostoli... e lo lascia fuori! Tu vaneggi! le dicono, altro tema pasquale (Le 24,11-37).

Esce, Pietro, e va in un altro luogo. Luogo, maqom in ebraico, è uno dei nomi con cui g i ebrei chiamano Dio. Pietro esce e va verso Dio. Come Gesù che ascende al Padre. Ha compiuto la sua missione, ora è vivo nella sua Chiesa in altro modo. Pietro è tornato dal suo Dio, il Dio del Signore Gesù Cristo. (Paolo Curtaz. La chiesa che faremo, leggendo gli Atti degli Apostoli)

DOMANDE

La persecuzione attraversa tutto il libro degli Atti. Sono molti i testi che parlano di carcere. In queste “carceri” interviene il Signore, il prigioniero è liberato (nel testo di oggi si usa un linguaggio pasquale) e il vangelo riprende il cammino e fa passi in avanti. Conosci situazioni in cui la chiesa vive perseguitata? Anche lì il vangelo fa passi in avanti?

Abbiamo fatto qualche volta nella nostra vita l’esperienza delle persecuzione per motivo della nostra fede? Come ci siamo sentiti? Che cosa abbiamo imparato?

La preghiera è un aspetto importante di tutta l’opera di Luca e forma parte di molti aspetti della vita cristiana della chiesa. È così anche per la nostra preghiera? Ci sono aspetti della nostra testimonianza cristiana che non sono coperti dalla preghiera?

PREGA

Signore Gesù, quante volte anche noi, come Pietro ci troviamo incatenati in situazioni senza via d'uscita!

Ma Tu ci hai svelato il segreto per essere sempre esauditi. Perciò, radunati nel tuo Nome, con unanime e assidua preghiera attingiamo alla fonte della tua onnipotenza.

Mandaci il tuo angelo liberatore che ci conduca fuori da ogni pericolo. Dona a noi tutti il fervore della carità e lo zelo della preghiera comunitaria per essere sempre in pronto soccorso a tutti i nostri fratelli. Amen.

20230627PreghieraB

Ultima modifica il Martedì, 27 Giugno 2023 18:01

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