21 maggio: Giornata afro-colombiana

Una giovane afrocolombiana di Buenaventura Una giovane afrocolombiana di Buenaventura Foto SozziJA
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Nel contesto afro della Colombia il 21 maggio è una data molto importante: si celebra la giornata della “afrocolombianità” che ricorda l'abolizione della schiavitù che avvenne il 21 maggio 1851. In occasione del cento cinquantesimo anniversario di questo evento, nel 2001, il Congresso colombiano aveva creato ufficialmente la Giornata dell'“afrocolombianità”;  oggi 172 anni dopo, questa celebrazione continua ad essere importante per diversi motivi che ricorderò a continuazione.

Una data storica e indimenticabile. Il 21 maggio 1851 è una data indimenticabile nella memoria storica dei neri in Colombia. In quel giorno iniziò il cammino di liberazione del popolo afro in Colombia: le catene che avevano legato gli schiavi africani dalla fine del XV secolo furono spezzate. Quel giorno si realizzò qualcosa che, per secoli, era inimmaginabile: il divieto della schiavitù che in Colombia era stato legale da oltre 300 anni. Celebrare annualmente questa data storica invita le generazioni attuali a non perdere la memoria delle loro origini e delle loro lotte e ad alimentare progetti di futuro che bisogna raggiungere con perseveranza e resilienza.

Una data paragonata alla Pasqua del popolo ebraico. Questa data trascendentale per il popolo nero colombiano potrebbe forse essere paragonata alla Pasqua degli ebrei: in essa si celebra ogni anno la liberazione del popolo d'Israele dalla servitù faraonica in Egitto. Come per il popolo d'Israele la prodigiosa liberazione dalla schiavitù in Egitto segnò una nuova tappa nella storia del popolo, così per il popolo afrocolombiano il 21 maggio 1851 segna un fondamentale passo avanti nella loro perenne lotta per i diritti umani , la giustizia e la vita dignitosa.

Una data che incoraggia altre lotte a favore del popolo afrocolombiano. L'abolizione della schiavitù è stata la più grande conquista che i neri hanno avuto nel corso della storia in Colombia. Questo risultato si è prodotto come conseguenza delle precedenti lotte e ribellioni di gruppi afro che da anni chiedevano la liberazione dalla schiavitù. Oggi la lotta contro la schiavitù non è finita. Non si tratta di lottare contro le catene di ferro che tenevano prigionieri gli antenati africani; oggi bisogna contrapporsi alle ingiustizie, alla carenza di istruzione e di opportunità, alla disoccupazione, alla mancanza di una vita dignitosa. Queste sono le nuove catene che dobbiamo spezzare e questo ci incoraggia, anche quest'anno, il 21 maggio.

Celebrazione dell'eredità culturale afro-colombiana. La cultura ha un posto importante in tutto questo: lei è l'insieme dei beni materiali e spirituali di un popolo che sono trasmessi di generazione in generazione per orientare pratiche individuali e collettive. Il giorno dell’“afrocolombianità” non può dimenticare la cultura che l’ha prodotto: una cultura ricca di usi e costumi ereditati dagli antenati africani, una eredità che ha contribuito enormemente alla costruzione della società colombiana in generale.

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I Missionari della Consolata e la pastorale afro

L'impegno dei missionari della Consolata con i neri iniziò direttamente con il Beato José Allamano che aveva fondato i suoi due Istituti missionari per evangelizzare soprattutto in Africa. Il metodo e lo stile missionario che queste comunità hanno sviluppato e creato in Africa e con i popoli neri si è diffuso poi anche in altri continenti.

In Colombia i primi missionari della Consolata ad arrivare nel Paese lo fecero nel 1947 attraverso il porto di Buenaventura, terra abitata per lo più da popolazione afrocolombiana. Erano i Padri Antonio Maria Torasso, superiore del gruppo, Giovanni Bautista Migani, Domenico Galbusera, Giovanni Boetti e Giovanni Berloffa. Loro erano stati inviati dal Superiore Generale Gaudenzio Barlassina in risposta alla richiesta di Monsignor Ismael Perdomo, Arcivescovo di Bogotá, che cercava missionari per servire una zona molto periferica della sua diocesi e molto carente di sacerdoti: il Magdalena Medio. Così che nel 1947 siamo sbarcati in un territorio afro ma non per rimanere lì. Solo nel 1983 l'opzione afro è stata ripresa dalla comunità con una prima presenza in varie parrocchie dell’Archidiocesi di Cartagena. Poi nel 2002 questo stesso progetto si è rafforzato assumendo la direzione della pastorale afro della diocesi di Cali e nel 2016 abbiamo aperto una missione anche nella diocesi di Buenaventura. Dopo tanti anni e storia missionaria siamo ritornati in quel Pacifico colombiano nel quale eravamo approdati la prima volta.

È bello quindi ricordare in questa data anche l'impegno e lo sforzo di diversi missionari della Consolata che hanno lavorato instancabilmente per l'opzione afro in Colombia e per la difesa della dignità del popolo afrocolombiano. La loro visione ha fortemente segnato il corso della pastorale afro sia in Colombia che nel continente americano.

Dal punto di vista pastorale, la celebrazione di questa giornata ci fa comprendere l'importanza della pastorale afrocolombiana il cui obiettivo è sempre quello di accompagnare questa popolazione, ancora oggi spesso marginata e dimenticata in modo che possa identificarsi pienamente con il progetto del regno di Dio, grazie anche alla sua ricchissima cultura.

* Lawrence Ssimbwa è missionario della Consolata e da anni lavora con la popolazione afro della diocesi di Bueventura in Colombia.

 

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