Un momento di gratitudine

Un momento di gratitudine Foto Padre Jonah M. Makau
Pubblicato in Missione Oggi
Vota questo articolo
(0 Voti)

Il 27 novembre 1903 Giuseppe Allamano scrisse una lettera ai missionari in Kenya nella quale dava importanti indicazioni di carattere spirituale e pratico. Di quello che lui scriveva vorrei riflettere sulla gratitudine che non è una virtù che si sviluppa automaticamente in noi stessi ma una qualità che si coltiva attraverso un duro lavoro su se stessi.

Nella sua lettera il Beato Allamano invitava i suoi missionari a guardare indietro per vedere la trasformazione avvenuta nell'Istituto, quando, dopo la partenza dei primi missionari che lasciarono letteralmente vuota la prima casa dell’istituto e sembrava quasi che tutto fosse finito. Ma l’Istituto non è morto –diceva l’Allamano– perché ispirato, guidato e protetto da Dio.

Rivolgete o cari il pensiero a quel tempo in cui la nostra casa accoglieva nel suo seno pochi alunni, e per un anno quale germe nascosto sotto terra non dava sentore di se, e pareva agli occhi umani che dovesse morire prima di nascere. Pero l’esito non poteva mancare perché l’opera era ispirata da Dio e da Lui protetta. (Lettere ai Missionari e Missionarie della Consolata, 40)

Nella sua riflessione l’Allamano diceva ai missionari in Kenya che anche loro avevano motivi per essere grati: in primo luogo Dio li aveva protetti durante il viaggio verso un luogo in cui non avevano mai messo piede e Maria Consolata li accompagnava mentre si recavano nella terra che lei aveva preparato per loro. L’accoglienza in Kenya da parte del Vicario Apostolico e dei Padri dello Spirito Santo era stata a tal punto calorosa che sembrava che il Signore li stesse aspettando ancora prima di lasciare Torino. Avevano trovato anche le autorità civili ben disposte; la gente del luogo disponibile e perfino il clima, quello di Nyeri, temperato e salubre. Nessuna di quelle cose era da ignorare o dimenticare.

Anche Lui personalmente aveva molti motivi per essere grato:  nel tempo del bisogno aveva sentito prossima la presenza di Dio e della comunità cristiana; riconosceva le tante grazie che aveva concesso ai suoi missionari e alla sua umile opera.

Questo ci mostra che la gratitudine è frutto della fede perché solo chi è attento al proprio rapporto con Dio è in grado di individuare la sua azione gratuita nella vita.

La gratitudine è poi anche un frutto dell'umiltà. Gli umili si rendono conto di essere benedetti non perché siano migliori ma perché scelti dell'Onnipotente. Inoltre non dobbiamo mai dimenticare che la gratitudine è la capacità di riconoscere e apprezzare i sacrifici che gli altri fanno per noi, anche se piccoli. Come uomo grato, il Fondatore Giuseppe Allamano doveva essere uomo di grande fede e insieme di umiltà.

Oggi noi figli dell'Allamano ci stiamo preparando al 14° Capitolo Generale, che si svolge a cento anni dal primo capitolo avvenuto tra il 10 e il 24 novembre 1922. Abbiamo molti motivi per essere felici e grati. Mentre il primo capitolo si era concentrato in particolare sull'approvazione delle Costituzioni, che avrebbero governato la vita di un gruppo piccolo di missionari che al morire il Fondatore nel 1926 era presente solo in Kenya, Tanzania, Etiopia e Mozambico, oggi il prossimo Capitolo Generale interessa la vita di un numero molto maggiore di missionari, provenienti e presenti in quattro continenti. 

Non possiamo dimenticare la buona accoglienza che abbiamo sempre ricevuto dalla Chiesa locale ogni volta che abbiamo aperto una missione in un'altra diocesi o Paese. Questa è una cosa molto incoraggiante. È un chiaro segno che la Chiesa e il popolo di Dio, sono in grado di vedere la mano di Dio attraverso le nostre attività missionarie. 

Non possiamo inoltre ignorare la buona volontà dimostrata da molti missionari nel loro lavoro, e gli evidenti sacrifici di molti altri, che lavorano in aree difficili e talvolta pericolose nel loro servizio all'umanità e in risposta alla chiamata di Cristo. 

Chi può dimenticare la testimonianza silenziosa dei nostri missionari in tante parti del mondo, che senza dire una parola, sostengono la missione con la loro esemplare vita di preghiera, i saggi consigli e il contributo materiale? Queste cose incarnano la nostra comune offerta a Dio e la nostra comune partecipazione al mistero pasquale di Cristo.

Al termine di quella lettera il Beato Allamano disse due cose importanti. La prima, nelle sue stesse parole, è questa: "Appena ricevuta questa lettera, in ogni stazione si canti il “Te Deum”, possibilmente con la Benedizione del Santissimo Sacramento, e si reciti per nove giorni sette Ave Maria ed una  Salve Regina".

Detto in altro modo Giuseppe Allamano chiedeva ai suoi missionari di celebrare una novena in segno di gratitudine per quanto Dio aveva fatto per l'istituto. 

La seconda cosa era la sua preghiera. E anche in questo caso ascoltiamo le sue parole: "Se però (le tribulazioni) alla gloria di Dio e al maggior nostro bene saranno convenienti, io prego che queste provengano dal mondo o dal di fuori dell’istituto, non dall’interno e dai suoi membri per mancanza nei medesimi della virtù proprie del nostro stato. Non avvenga che nei soggetti manchi lo spirito di fede, di carità, di sacrificio e di umiltà, virtù indispensabili al vero missionario".

Lui in modo molto realista riconosceva che le difficoltà e le sfide erano in qualche modo necessarie alla vita, ma se dovessero capitare all'Istituto considerava che fosse meglio che provenissero da fuori e non dalla poca formazione spirituale dei missionari che, diceva, dovevano essere tutti uomini di prima qualità. 

Ringraziando il Signore per le tante grazie che ci ha concesso, chiediamo la grazia di essere uomini di preghiera. Senza dimenticare il detto che dice “Nessuno può distruggere il ferro, ma la sua stessa ruggine sì”, impariamo ad essere grati per il dono reciproco ed evitiamo di diventare causa della rovina l'uno dell'altro. Che la preghiera del nostro Fondatore diventi realtà tra noi. Amen.

* Padre Jonah M. Makau, Missionario della Consolata (Roma)

 

Ultima modifica il Martedì, 28 Marzo 2023 15:38

Gli ultimi articoli

Santissima Trinità (A). Dio ha tanto a…

02-06-2023 Domenica Missionaria

Santissima Trinità (A).  Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio

Es 34,4-6.8-9; 2 Cor 13,11-13;Gv 3,16-18. Le Letture che la Liturgia ci presenta in questa solennità della Santissima Trinità ci invitano...

Leggi tutto

Il nostro caro Rino riposa in pace

01-06-2023 I Nostri Missionari Dicono

Il nostro caro Rino riposa in pace

Alcuni messaggi di cordoglio, giunti al WhatsApp del Superiore Generale, forse più di tante parole tratteggiano la figura del padre...

Leggi tutto

Non esiste un noi e un voi, ma solo un …

30-05-2023 I Nostri Missionari Dicono

Non esiste un noi e un voi, ma solo un “noi della Consolata”

Il 27 maggio, un incontro online ha riunito decine di missionari laici provenienti da Africa, America ed Europa, e sacerdoti...

Leggi tutto

L'Angelo che viene dal fronte

30-05-2023 Missione Oggi

L'Angelo che viene dal fronte

Durante uno dei viaggi fatti in Ucraina per portare aiuti umanitari ci è stato fatto il dono di un’icona. Le...

Leggi tutto

Cibo e medicine per i carcerati di Isiro

30-05-2023 Notizie

Cibo e medicine per i carcerati di Isiro

Fratel Domenico Bugatti e padre Rinaldo Do chiedono aiuto per persone recluse in condizioni disperate e disumane. È una storia di...

Leggi tutto

XIV Capitolo Generale. Giornate di ascol…

30-05-2023 I Nostri Missionari Dicono

XIV Capitolo Generale. Giornate di ascolto e pellegrinaggio ad Assisi

Carissimi, un caro saluto a conclusione dei lavori della prima settimana capitolare. Sono arrivati in questi giorni molti saluti e...

Leggi tutto

Nuovo Consiglio Generale delle Missionar…

28-05-2023 Notizie

Nuovo Consiglio Generale delle Missionarie della Consolata

Le Missionarie della Consolata hanno completato l’elezione della loro nuova Direzione Generale. Ecco le consorelle che accompagneranno la comunità nei...

Leggi tutto

CLAUDIO FATTOR. Sguardo furtivo nelle fa…

27-05-2023 I Nostri Missionari Dicono

CLAUDIO FATTOR. Sguardo furtivo nelle favelas di Rio

La parrocchia della Consolata di Rio de Janeiro. Un ricordo molto bello della mia storia è legata alla pastorale fatta nella...

Leggi tutto

Una missione preziosa come l’ambra, la…

27-05-2023 Missione Oggi

Una missione preziosa come l’ambra, la pietra del sole

Riflessioni sui 18 gli anni di servizio come Superiore Generale (PRIMA PARTE) Esiste in Messico, precisamente nella zona del Chiapas ma...

Leggi tutto

Articoli correlati

onlus

onlus