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I dieci comandamenti missionari di Papa Francesco

Papa Francesco Papa Francesco Foto Vatican Media
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Ho provato a riflettere sui dieci anni di pontificato di Papa Francesco e soprattutto adesso, alla vigilia di un capitolo, come Papa Francesco può aiutare i missionari. Scrivendo e ripensando agli atteggiamenti missionari di Papa Francesco mi sono venuti dieci punti, un possibile decalogo che potremmo anche collegare a un altro, frutto della riflessione missionaria di Mons. Castro, che anni fa aveva scritto il decalogo missionario di Giuseppe Allamano.

1. La missione è al centro dell’annuncio della chiesa. Cuore e fondamento di tutto. Papa Francesco ci ha aiutato a recuperare il cuore di tutto quel che significa essere chiesa, se la chiesa non è missionaria non è chiesa. Noi come missionari questo l’abbiamo sempre predicato ma forse per la prima volta e in modo così chiaro e diretto un papa lo dice. Lui ci sta ricordando l’essenziale e il carisma che abbiamo.

2. La periferia è al centro. Papa Francesco sicuramente ha il merito di dare spazio alle periferie, alle periferie umane e non soltanto geografiche. Le porta al centro dell’attenzione della chiesa e questo è qualcosa di grande anche per noi. Per esempio, nel cammino di preparazione al Capitolo abbiamo visto che in qualche occasione l’eccessiva preoccupazione per il tema economico ci può far dimenticare il motivo per cui siamo nati, quindi la preoccupazione per gli ultimi, i più abbandonati, i poveri. è importante questo richiamo che il Papa ci fa... la periferia è il centro della chiesa e del vangelo. Non può essere il contrario. Se con il capitolo vogliamo rivisitare il nostro carisma e la nostra identità questo è un aspetto importante che non possiamo dimenticare. I missionari Ad Gentes dovranno essere sempre in prima linea nelle periferie.

3. I poveri sono i protagonisti della missione e della chiesa. Questo il Papa lo dice sempre anche se non è facile realizzarlo. Una Chiesa e un Istituto in uscita al primo posto non devono mettere al centro le sue preoccupazioni ma le preoccupazioni dei poveri. Non si tratta soltanto di fare qualcosa per i poveri o vivere con i poveri ma vivere insieme ai poveri.

4. La missione è da realizzare insieme ed è quella di Gesù. Non siamo noi i protagonisti della missione ma è Gesù e la missione non si fa da soli ma si fa insieme. Sono due parole fondamentali che stanno dietro la rivitalizzazione sulla quale abbiamo lavorato in questi anni. Se non ci convertiamo dentro e non ci convertiamo a Gesù Cristo... che missionari siamo? E tutto lo dobbiamo fare insieme. Nei nostri documenti appare in continuazione che abbiamo uno stile spesso molto individualista... di questo dobbiamo convertirci perché, oggi più che mai, la missione va fatta insieme e in nome di Cristo, la missione è di Gesù, non la nostra.

5. Dare importanza a tutti, cominciando dai più piccoli e indifesi. Papa Francesco ha un grande dono, quella di mettere tutti a suo agio per poter dire la propria, ogni genere di persone. Tutti con lui hanno uno spazio, spesso chiama persone che non si aspettano una telefonata del Papa, è disposto a incontrarsi con tutti e a tutti fa capire che sono importanti. Questo è fondamentale anche per noi. Nella memoria di tante persone che hanno conosciuto il Fondatore si ricorda che lui era assolutamente e totalmente presente a ogni incontro, al centro sempre la persona con la quale lui si trovava, chiunque lui fosse.

6. La riforma della chiesa si comincia da fuori e non da dentro. Papa Francesco ha capito che cominciare una riforma in Vaticano era un po’ come perdere tempo e allora ha cominciato a muovere la chiesa dalle periferie, da fuori, dalla sinodalità che implica l’impegno di tutti... cose che poi si riversano positivamente all’interno e anche nelle sfere può alte. Mi pare interessante questa prospettiva.

7. Non possiamo adagiarci sul fatto che “si è sempre fatto così”. Papa Francesco questo l’ha predicato molte volte e in tutti i modi. È una frase rivoluzionaria e lo ancora di più se pensiamo che viene da un Papa che oggi ha già una certa età. Nella Chiesa, nell’Istituto, nelle comunità e anche nella nostra vita personale spesso andiamo avanti un po’ per inerzia, perché abbiamo fatto sempre così. Un capitolo deve interrogare profondamente queste dinamiche se si presentano nella vita di un Istituto.

8. Francesco ha messo l’onestà e la trasparenza al primo posto. Non parla da Papa o con una autorità che possa nasconde i problemi che ci sono, è una persona assolutamente onesta e trasparente e vuole che anche la chiesa sia così, disposto ad accettare con umiltà tutte le conseguenze del nostro peccato. Nelle Conferenze Pre-Capitolari l’ho detto molto spesso. Dobbiamo avere chiara la nostra visione e la nostra missione ma senza nascondere o occultare i problemi che fanno parte della nostra storia attuale. Per cambiare dobbiamo riconoscere i problemi; un capitolo non servirebbe a niente se non è una occasione anche per dirci i problemi con onestà e trasparenza. Questo è stato detto anche del Fondatore, un uomo coerente e integro.

9. La missione è affidata anche a noi, persone consacrate per la missione. La qualità dei protagonisti della missione è evidente nell’insegnamento di Papa Francesco. Anche noi non dovremmo essere degli “zitelli” dediti alla missione, persone amorfe o mediocri, ma siamo dei consacrati per la missione, e questo lo dicono chiaramente anche le nostre Costituzioni. Non sarà certamente facile, faremmo magari molta fatica a vivere sempre con quella qualità che la missione richiede, ma verso quello siamo invitati a camminare.

10. La gioia della missione. Vediamo un papa che ha dei problemi, che ha l’onestà di affrontarli, ma poi lo si vede sprizzare gioia da tutti i pori. Contento della scelta che ha fatto, della vocazione che ha, della vita che vive... e questo è una cosa importante per tutti e con maggior ragione per dei missionari. A volte ci troviamo con delle persone che non sai come fare per ricaricarle. Invece dobbiamo essere missionari contenti della nostra vocazione senza tanti rimpianti e senza tanti piagnistei. Missionari gioiosi ed entusiasti della nostra vocazione alla missione.

* P. Stefano Camerlengo è Superiore Generale dei Missionari della Consolata

10 comandamenti missionari di Giuseppe Allamano