Sarebbe bello ritrovare la radicalità di vivere la Comunità, la bellezza di condividere la quotidianità, sapendo di non essere soli ma insieme. Sarebbe bello riuscire a superare le tensioni che nascono dove il bene avanza, riconoscendo che il fratello è per me terreno sacro nel quale il Signore opera, agisce, c'è.
LEGGI
Ecco quanto è buono e quanto è soave
che i fratelli vivano insieme!
È come olio profumato sul capo,
che scende sulla barba,
sulla barba di Aronne,
che scende sull'orlo della sua veste.
È come rugiada dell'Ermon,
che scende sui monti di Sion.
Là il Signore dona la benedizione
e la vita per sempre. (Sal 132)
Erano perseveranti nell'insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere. Un senso di timore era in tutti, e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati. (Atti 2,42-47)
RIFLETTI
(…) È necessario aiutare a riconoscere che l'unica via consiste nell'imparare a incontrarsi con gli altri con l'atteggiamento giusto, apprezzandoli e accettandoli come compagni di strada, senza resistenze interiori. Meglio ancora, si tratta di imparare a scoprire Gesù nel volto degli altri, nella loro voce, nelle loro richieste. È anche imparare a soffrire in un abbraccio con Gesù crocifisso quando subiamo aggressioni ingiuste o ingratitudini, senza stancarci mai di scegliere la fraternità.
Lì sta la vera guarigione, dal momento che il modo di relazionarci con gli altri che realmente ci risana invece di farci ammalare, è una fraternità mistica, contemplativa, che sa guardare alla grandezza sacra del prossimo, che sa scoprire Dio in ogni essere umano, che sa sopportare le molestie del vivere insieme aggrappandosi all'amore di Dio, che sa aprire il cuore all'amore divino per cercare la felicità degli altri come la cerca il loro Padre buono. Proprio in questa epoca, e anche là dove sono un "piccolo gregge" (Lc 12,32), i discepoli del Signore sono chiamati a vivere come comunità che sia sale della terra e luce del mondo (cfr Mt 5,13-16). Sono chiamati a dare testimonianza di una appartenenza evangelizzatrice in maniera sempre nuova. Non lasciamoci rubare la comunità! (Evangelii Gaudium nn. 91b-92)
DOMANDE
Come vivo la Comunità della quale faccio parte? Sono consapevole che anche le inevitabili tensioni aiutano a crescere in maturità umana e spirituale?
Ho imparato a riconoscere le tentazioni di fuga dalla Comunità come scappatoie comode ma che in definitiva finiscono solo per rafforzare narcisismo ed egoismo?
Quanta importanza do ai momenti di crescita, di formazione della Comunità, alla preghiera vissuta come luogo nel quale potermi aprire, con semplicità, alla lode e all'invocazione senza sentirmi giudicato e non accettato?
PREGA
Riempici di te, o Spirito Santo, come ti compiaci di colmare tutti coloro che si aprono alla tua venuta. Riempici per compiere in noi una vera metamorfosi così che diventiamo uomini nuovi. Riempici di te stesso, del dono di Dio che è plenitudine suprema. Riempici della tua presenza, e fa del nostro essere il tuo santuario. Riempici della tua luce così da far sorgere in noi pensieri nuovi, più elevati. Riempici della tua vita, in modo che possiamo vivere nella nostra esistenza umana la vita divina. Riempici del tuo amore, in guisa che tutto il nostro agire si riduca ad amare nella misura eccessiva con la quale Dio ci ama. Riempici pienamente, in tutte le nostre facoltà e secondo tutta la capacità che abbiamo per riceverti. Riempici incessantemente, aumentando il tuo influsso su di noi, facendo crescere in noi la tua santità. Riempici della tua gioia, del tuo ardore, della tua ebbrezza, e colma tutta la Chiesa e tutte le nostre Comunità della tua unità. (Rolando Palazzeschi)