Finché la dignità non diventi una consuetudine. L'ingresso culturale di Francia Márquez alla vice presidenza della Colombia.

Un mural con la figura politica e sociale di Francia Márquez, da poco vicepresidente della Colombia Un mural con la figura politica e sociale di Francia Márquez, da poco vicepresidente della Colombia Foto Commissione Comunicazione Afro
Pubblicato in Missione Oggi
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La nomina di Francia Márquez come vicepresidente della Colombia rappresenta un momento importante per il popolo afrodiscendente del paese e di tutto il continente. Francia è la prima donna di colore a diventare vicepresidente del suo Paese, la seconda in America Latina e la terza nel continente dopo Epsy Alejandra Campbell Barr, in Costa Rica, e Kamala Devi Harris, negli Stati Uniti. Pochi giorni dopo l’ingresso ufficiale del nuovo esecutivo, che si è tenuto a Bogotà il 7 agosto, Francia è stata protagonista di un nuovo ingresso, più di carattere culturale, nel quale ha ricevuto il bastone che rappresenta l’autorità ancestrale afro americana.

Il luogo di questa celebrazione è stato il centro sportivo municipale del municipio di Suárez (al sud occidente del paese, nella regione del Cauca), luogo dove è nata la nuova vicepresidente colombiana. Erano presenti diversi sindaci dei comuni vicini, il governatore della provincia e delegazioni di organizzazioni sociali, indigena, afro e contadine oltre che parenti e amici.

Al centro dell’arena del campo sportivo era stata preparata la Mandala, lo spazio sacro e il luogo della spiritualità: un cerchio fatto di semi di riso, mais e fagioli, che rappresentava  Mesoamerica; le lenticchie come simbolo di prosperità dell'universo arabo; il sale come simbolo di incorruttibilità e buon governo. Nella parte centrale della Mandala tutta la frutta che rappresenta la ricchezza di questa terra: avocado, pannocchie, papaie, arance, zapote, frutti della passione, banane e platani e un grande tamburo, un Yembé, simbolo di tutti i tamburi e del legame ancestrale con l'Africa. Su di lui un vaso di terracotta che ricordava le parole di San Paolo: “abbiamo questo tesoro in vasi di creta, affinché appaia che questa straordinaria potenza appartiene a Dio, e non viene da noi” (2 Cor 4,7).

Padre Venanzio Mwangi, Missionario della Consolata e delegato della Pastorale Afro dell’Archidiocesi di Cali, accompagnato da diversi agenti pastorali, ha presieduto questo momento di spiritualità.

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padre Venancio benedice Francia Márquez

Dopo aver introdotto solennemente Francia Márquez al centro del Mandala, Padre Venancio ha spiegato che quest’atto è un atto simbolico, spirituale e ancestrale nel quale si vuole evocare la memoria delle eroine e degli eroi che hanno attraversato la storia e il dolore del popolo afro: Wiwa, Benkos Biojó, Juan José Nieto, la guerriera Casilda Cundumí, Nelson Mandela. 

Ha poi ricordato una frase che appartiene alla saggezza africana: "Io sono perché noi siamo". Nel ruolo protagonista di Francia Márquez sono comprese persone, terra, acqua, aria, fuoco, vento e memoria. “Oggi siamo ciò che siamo grazie alla lotta e alla resistenza dei nostri antenati, che si incarnano nella persona di Francia”.

Nel rituale si è ringraziato l'Essere Supremo, il Datore di vita, e al popolo che ha visto crescere Francia Márquez. Si è chiesto alla Madre Terra di ascoltare il grido di un popolo con troppi "solchi di dolore", lei è testimone privilegiata di tanto spargimento di sangue, lei stessa è vittima quando viene disboscata e destabilizzata a beneficio di pochi. 

Per mezzo di questo rituale sono stati compiuti i primi passi per guarire e riconciliarsi con la natura ferita e si è chiesto di dare alla vicepresidente la forza per "curare altre ferite e per aprire strade di libertà per tutti i popoli".

L'acqua del fiume Ovejas, che attraversa il villaggio di Yolombó dove Francia Márquez è nata e cresciuta, è stata versata a terra come offerta di pace e impegno e lo stesso è stato fatto con semi provenienti da vari luoghi della regione.

Per concludere, al suono di tutti i tamburi presenti, è stato consegnato alla Vicepresidente un bastone come simbolo dell’autorità ottenuta. Intagliata nel legno, nella parte superiore,  una figura di una donna con una grande treccia che porta incrostati semi di senape. La figura femminile è seduta su un trono, che è raffigurato da uno sgabello di origine africana. che si appoggia a sua volta su una canoa carica di grani d'oro e dipinta con i colori del panafricanismo. Sotto la barca un tamburo che rappresenta la voce di chi non ha voce, e più in basso un “chumbe”, tessuto caratteristico dei popoli indigeni, che rappresenta la storia di tutti loro tutti i popoli originari alla ricerca della solidità e armonia. Nell’estremo inferiore c'è una gonna che rivela i piedi di una camminatrice.

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I semi di senape, incastonati nella parte superiore del bastone, sono un primo riferimento biblico, che descrive il Regno di Dio: piccolo ma è chiamato a crescere per dare rifugio a tutti gli uccelli del cielo (cfr. Mt 13,32). Sull’altro estremo, i piedi della camminatrice ricordano il profeta Isaia: "è bello vedere i piedi del Messaggero di pace che scendono dalla montagna" (52,7). Padre Venancio ha unto il bastone con olio e lo ha consacrato come segno di protezione e saggezza, affinché il vicepresidente sappia guidare la Colombia sui sentieri della pace.

L'evento è culminato con lo slogan "finché la dignità non diventerà una consuetudine", così sia!

Ultima modifica il Sabato, 27 Agosto 2022 11:01

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