"Ve l’ho detto e ve lo ripeto: io non mi attendo che questa sia la casa dei miracoli, piuttosto voglio che facciate il miracolo di adempire sempre bene il vostro dovere, vincendo voi stessi. Di miserie ne abbiamo tutti un sacchetto se non un sacco” (G. Allamano, VS 359)
Ogni volta che c'è un cambio di governo, tanto nel paese, come è accaduto in Colombia lo scorso 19 giugno, come nell’Istituto con l'elezione della nuova Direzione Regionale, si generano aspettative, incertezze, timori e speranze.
Il fatto che per la prima volta nel nostro Paese sia stato eletto un candidato che rappresenta una corrente politica di sinistra è davvero una novità e un evento storico. Indubbiamente il presidente Gustavo Petro e la vicepresidente Francia Márquez rappresentano un cambiamento nel modo in cui questa nazione è stata governata da partiti politici tradizionali per la maggior parte della sua esistenza repubblicana. Almeno questo è ciò che loro stessi hanno proclamato in tutta la campagna presidenziale. Sebbene alcuni settori della società abbiano espresso molti timori sul fatto che questo nuovo governo genererà abusi e persecuzioni nei confronti di certe persone e gruppi economici, la società colombiana in generale non smette di sperare che i cambiamenti previsti saranno per il bene della maggioranza. Anche se vari stanno già prevedendo che si tratta di un sogno idilliaco e che tra pochi mesi si tornerà agli affari di sempre, noi in ogni caso non perdiamo la speranza: come qualcuno ha detto: “Se Petro fa bene, facciamo bene tutti”.
Anche nel nostro Istituto c'è stato anche un cambiamento nella Direzione Regionale. Non è un caso che ciò avvenga in un momento in cui la Chiesa è chiamata a un cammino sinodale, che vuole essere soprattutto un cammino di conversione, fatto con l'impegno di tutti e bisognoso di molta pazienza perché si tratta di “camminare insieme” per testimoniare il Regno.
Il servizio affidato alla nuova Direzione Regionale è proprio quello di promuovere e prendere la guida del cammino che facciamo come Regione, offrendo a ciascuno la possibilità di esprimere la propria opinione e di sentirsi protagonista nel compito che svolgiamo di annunciare il Regno con l'impronta del nostro carisma di consolazione. È vero, non mancano paure, dubbi, incertezze ma non può mancare la speranza che, come Regione, continueremo a crescere nella nostra identità e nel nostro lavoro di Missionari della Consolata.
Sappiamo che abbiamo molte sfide e cose da fare davanti a noi, e forse questa è l'occasione per confidare ancora di più nella Grazia e nella Provvidenza Divina, nei doni e nelle potenzialità che il Signore ha messo in ognuno di noi e nell'Istituto per continuare a rispondere alla vocazione "ad gentes" a cui siamo stati chiamati. Non saremo probabilmente in grado di fare grandi cambi o inedite proposte di trasformazione, ma siamo anche certi che, come dice il nostro Beato Fondatore, “abbiamo molte miserie, ma dalle miserie si possono fare miracoli”.
* Juan Pablo de los Rios è Superiore Regionale in Colombia