Raposa Serra do Sol. Sempre vicini ai popoli indigeni

 I padri Giorgio Dal Ben e Jean-Claude nella comunità indigena Congresso. I padri Giorgio Dal Ben e Jean-Claude nella comunità indigena Congresso. Tutte le foto: IMC in TIRSS
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Il territorio indigena “Raposa Serra do Sol”, nello Stato del Roraima (Brasile), è stato creato il 15 aprile 2005, conseguenza di lunghi anni di lotta e resistenza: anche dopo questo riconoscimento le comunità indigene continuano ad essere minacciate dall'accaparramento di terre portato avanti da cercatori d’oro illegali, agricoltori industriali e affitti illeciti che sono anche una conseguenza dei due anni di pandemia. 

La presenza missionaria in queste terre ha più di cent’anni di storia: prima dell’arrivo dei Missionari della Consolata nel 1948, Benedettini e Francescani hanno evangelizzato in questo territorio. Oggi, dopo tanti anni, la presenza di chiesa è legata alle comunità di Maturuca, Raposa, Cantagalo e Camará nella regione del Baixo Cotingo nella quale viviamo noi che accompagniamo più da vicino 48 comunità indigene.

Da sempre in questo territorio evangelizzare significa creare speranza, vita nuova, unione, forza e perseveranza; è di vitale importanza creare spazi nei quali i popoli indigeni possano vivere, con autodeterminazione e autonomia, una vita dignitosa nella madre terra che da sempre li accoglie. 

Per questo motivo, per molti anni, l'obiettivo della missione non è stato solo quello di annunciare il vangelo di Gesù e creare comunità cristiane ma, facendo tutto questo, anche accompagnare questi popoli nella lotta a favore del riconoscimento legale del loro territorio. Questo obbiettivo è stato raggiunto il 15 aprile 2005, con la demarcazione di un'area di 1.747.464 ettari. 

Da allora altri passi sono stati fatti: l’evangelizzazione e la promozione umana, che sono il metodo tradizionale dei Missionari della Consolata, non si detengono.

L’evangelizzazione pone al centro "il Verbo incarnato, la Parola vivente" che è la persona di Gesù Cristo che viene a portare una buona notizia. Questa buona notizia, per le comunità indigene, necessariamente aveva a che fare con una terra da riscattare e con un popolo bisognoso di riconoscimento e spazio vitale in cui crescere e svilupparsi. 

I progetti di promozione umana hanno a che fare con tutto questo: l’autonomia e la sostenibilità delle popolazioni indigene. È rimasto famoso il progetto "Una mucca per l'indio", creato all'epoca di monsignor Aldo Mongiano che, come vescovo di Roraima, si era impegnato, correndo non pochi pericoli, nella difesa delle popolazioni indigene contro l'invasione di garimpeiros, allevatori e agricoltori. 

Nel 1974 i Missionari della Consolata in Roraima avevano deciso che i popoli indigeni sarebbero stati una priorità nel loro lavoro missiomario e pochi anni dopo, nel 1979, anche la diocesi di Roraima fece questa scelta.

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Padre Jean-Claude Bafutanga nella comunità indigena di Constantino, Regione Baixo Cotingo.

E oggi?

I missionari che, come noi, lavorano oggi nel territorio indigena, cerchiamo di portare avanti uno stile di missione analogo a quello che ha prodotto la demarcazione ottenuta del 2005. Con un impegno di evangelizzazione integrale, oltre ai sacramenti e alle celebrazioni comunitarie, ci preoccupiamo di educare su temi di salute, politica, cultura e organizzazione.

Per quanto riguarda l'istruzione, nel primo semestre di quest'anno, oltre alla partecipazione alle riunioni delle scuole della Regione, la Missione ha risposto alla richiesta di studenti e insegnanti per la ristrutturazione della Scuola Indio Gabriel, nella Comunità Camará, e per la costruzione della Scuola Indio Ernesto Pinto, nella Comunità Indigena Itacutú. Vista la situazione precaria di queste scuole, senza il sostegno del governo, era necessario un intervento. La ristrutturazione della Scuola Indio Gabriel è stata completata e la sua inaugurazione ha avuto luogo il 21 maggio 2022, alla presenza della rappresentante federale Joenia Wapichana. Proseguono in questo momento i lavori per la scuola nella comunità indigena di Itacutú.

In quanto al tema della salute in questo semestre, anche per rispondere al grave fenomeno di suicidi che si stavano verificando nella regione, abbiamo lavorato nel campo della salute mentale. Abbiamo avuto un totale di tre incontri, due a Camará e uno a Serrinha, con psicologi dell'équipe del Consiglio Indigena di Roraima e poi partecipato all'assemblea sulla salute indigena, tenutasi a Surumú.

Per quanto riguarda il tema politico in questo primo semestre abbiamo partecipato a diversi incontri organizzati dal movimento indigena: dal cinque all’otto maggio, a Camará abbiamo avuto un incontro di formazione per giovani leader e catechisti indigeni del Baixo Cotingo con il tema “lottare per la vita e niente suicidi”. Pochi giorni dopo abbiamo partecipato nell'assemblea della Gioventù Indigena del Roraima, tenuta presso il Lago Caracaranã e poi, il 19 e 20 maggio, abbiamo fornito supporto per un seminario su politica comunitaria.

Concludiamo con la vita della comunità cristiana. Nella prima metà dell'anno c’è stata l’inaugurazione di ben quattro cappelle: il 30 marzo abbiamo inaugurato la cappella di São Sebastião della comunità indigena Camarão; il tre aprile è stata la volta della Cappella São José, della Comunità Indigena del Congresso e in quell’occasione ha presieduto la messa in lingua Macuxi, il padre Giorgio Dal Ben; il 13 maggio è stata inaugurata la cappella di Nostra Signora di Fatima e per finire il 30 giugno si conclude con quella di Sant'Antonio da Padova della comunità indigena Serrinha. 

Vale la pena notare che i templi che sono stati costruiti sono spazi che servono per la preghiera ma anche per la vita comunitaria e, quando necessario, si trasformano in luoghi adibiti a incontri comunitari.

Ringraziamo sinceramente tutti coloro che ci hanno aiutato in questo sforzo: l’Istituto, i benefattori e l’impegno concreto della gente delle comunità. La grazia di Dio è stata molto generosa nella Missione di Camará, segno che “L’Emmanuale, il Dio con noi” continua ad accompagnarci da vicino invitandoci a ripensare il senso del nostro essere qui. Con l’aiuto di padre Giorgio Dal Ben, e lo stimolo della Direzione Generale dei  Missionari della Consolata, che ci ha visitato recentemente, non si detiene la riflessione sullo stile della missione nei territori indigeni. 

* Jean-Claude Bafutanga e Izaías Nascimento sono Missionari della Consolata che lavorano nella missione di Camará (Roraima).

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L'amministratore diocesano, padre Lucio Nicoletto, nell'inaugurazione della cappella dedicata a Nostra Signora di Fatima

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