VI domenica del tempo di Pasqua. Anno C. Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa

Pubblicato in Domenica Missionaria

20220516 domenicaMiss

At 15,1-2.22-29;
Sal 66;
Ap 21,10-14.22-23;
Gv 14,23-29.

Continua l’ insegnamento di Gesù sull’amore cristiano, con il completamento della Trinità.

Gesù, nel suo discorso di addio, nel parlare della sua partenza, promette di inviare “il Paràclito”, lo Spirito Santo che sarà il protagonista della nuova comunità di discepoli e della loro conseguente missione. Gesù dice: “ Io me ne vado, ma vi lascio il Consolatore, lo Spirito Santo” È nella consapevolezza della presenza dello stesso “Paràclito” che i discepoli continuano la loro missione e mandano altri in missione: infatti, Paolo e Barnaba, scrivono “è parso bene allo Spirito Santo e a noi…”, consolare: cum-solus, stare con chi è solo, essere accanto 

Lo Spirito Santo avrà due compiti: insegnare e ricordare insegnerà ogni cosa e ricorderà tutto ciò che Gesù ha detto e fatto.  

È parso bene allo Spirito Santo e a noi…

La pagina degli Atti degli Apostoli presenta una delle missione dello Spirito Santo durante il Concilio di Gerusalemme: lo Spirito Santo guida la Chiesa, gli Apostoli e i loro successori. Egli guida gli Apostoli ad aprirsi ai pagani, guida Paolo nei suoi viaggi missionari e guida la comunità a discernere gli atteggiamenti giusti da vivere come veri cristiani. Nel Concilio di Gerusalemme, Paolo, Barnaba ed altri sono convinti della loro scelta e sono consapevoli che tale scelta è quella dello Spirito Santo. Infatti, così si esprimono: “è parso bene allo Spirito Santo e a noi…”.

Davanti ai cristiani di Antiochia che venivano dall’ambiente pagano, alcuni giudeo-cristiani presentavano la circoncisione e altre prescrizioni della Legge di Mosè come indispensabile per essere cristiani. Paolo e Barnaba, invece, erano convinti che quei cristiani venuti dal paganesimo non fossero obbligati a osservare quelle leggi. Allora, come ora, all’ interno della Chiesa, vi erano delle divisioni, si tenne dunque il Concilio di Gerusalemme per decidere se fosse necessaria o meno l’osservanza della circoncisione e delle altre leggi di Mosè. Fu una decisione presa sotto la guida dello Spirito Santo: “è parso bene allo Spirito Santo e a noi…”.  Si noti che la Chiesa, sin dall’inizio, si è lasciata guidare dallo Spirito Santo e le scelte per la vita e la vitalità della Chiesa si fanno insieme allo Spirito e soprattutto immersi nel suo amore e nella sua luce. Lo Spirito permette di capire il vero insegnamento di Gesù e mette la pace nei cuori dei credenti. È lo Spirito, come ha detto Gesù, che insegna ogni cosa e fa ricordare ciò che Gesù ha insegnato e fatto.

Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

La pagina del Vangelo di Giovanni fa parte del dialogo di Gesù con i suoi discepoli durante l'Ultima Cena.  Dopo aver mostrato concretamente il suo amore lavando loro i piedi, Gesù non solo dà un nuovo comandamento - quello dell'amore - come condizione per il discepolato, ma promette anche il “Paraclito” - lo Spirito Santo.

Nel suo discorso, Gesù parla prima di amore e poi dello Spirito Santo. Egli introduce la presenza del Padre e del Figlio nella vita dei discepoli e la promessa dello Spirito Santo con una frase condizionale: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola”. Intendendo dire che se questa condizione - quella di amare e osservare i comandamenti - esiste, allora il Padre e Gesù faranno una dimora nei discepoli ed essi riceveranno il Paraclito: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”. Allora il Padre manderà lo Spirito Santo. Per Gesù, lo Spirito Santo è un dono di Dio nella vita dei discepoli ed è il risultato della relazione d'amore. Dio ama coloro che osservano e vivono il comandamento dell'amore. Si tratta di custodire il comandamento dell’amore. Gesù dice “osserverà”. Il verbo utilizzato da Giovanni fa collegamento al sostantivo “custode”. Il verbo significa preservare, mantenere intatto oppure custodire. Si tratta dunque di prendere cura, verificare che tutto sia a posto e nulla venga sottratto. Siamo invitati dunque ad aver un atteggiamento di dedizione e preoccupazione per gli altri, siamo invitati a custodire la parola di Gesù e metterla in pratica. Ed è nei cuori di coloro che vivono fedelmente e custodiscono la Parola che lo Spirito Santo viene ad abitare. La sua missione in loro è duplice: insegnare e ricordare.

Gesù parla di chiedere al Padre di inviare l’altro “Paracleto". Questa parola, in greco,  “paráklêtos” significa, nel linguaggio giuridico, colui che aiuta o difende l'accusato. Pertanto, “paracleto” significa “avvocato”, “aiutante”, “difensore”. Per questo motivo viene anche tradotto come “consolatore”, cioè “intercessore”. Lo Spirito Santo difende e intercede per i discepoli che vivono e rimangono nell'amore di Gesù. La nuova ed eterna alleanza non è più basata, come per la prima  sul Sinai, sui dieci comandamenti da osservare, ma sul dono dello Spirito Santo. 

Gesù ha vissuto amando e ha insegnato ai discepoli ad amare.  Lo Spirito continua e perfeziona - nel senso che porta al compimento definitivo - ciò che Gesù ha fatto e detto. Egli aiuta a penetrare con novità ciò che Gesù ha insegnato: ricordare, insegnare, interpretare, condurre alla verità piena e futura, trasformare la grazia della Pasqua di Gesù: questo è il compito dello Spirito, interiorizzare l'insegnamento di Gesù.

Il discepolo missionario è colui che si lascia guidare dallo Spirito, grazie al  quale partendo dalle “sue” tante guerre: casa, condominio, lavoro, social, strada…riesce a giungere alla pacificazione del cuore amandosi e amando evitando la logica di questo mondo e portando sempre parole di pace.  E’ Lui che fa crescere la fede, che ci introduce al mistero, è lo Spirito che ci ricorda. Ci ricorda la nostra fede, ci ricorda la nostra vita e, in questo insegnamento, in questo ricordo, è lo Spirito che ci insegna a discernere le decisioni che dobbiamo prendere, come ha sottolineato Papa Francesco.

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